Alcuni mutuatari hanno registrato un aumento inaspettato della rata nel mese di gennaio anziché beneficiare di una riduzione.
Le condizioni dei mutui variabili hanno registrato un'inversione di tendenza verso l'aumento nel mese di gennaio. Questa dinamica non si applica in modo uniforme a tutti i mutuatari, poiché alcuni hanno sperimentato un lieve aumento anziché una riduzione della rata. Cerchiamo di capire in questo articolo:
Alcune banche considerano l'indice Euribor a fine mese, altre ne fanno la media mensile, mentre alcune si basano sull'Euribor di metà mese. La mancanza di un metodo uniforme tra le istituzioni finanziarie può spiegare perché in alcuni casi non si è verificata una riduzione delle rate a gennaio, ma piuttosto un aumento.
Queste variazioni, al rialzo o al ribasso, sono state di entità limitata, poiché gli indici Euribor hanno mostrato poca volatilità di recente, stabilizzandosi in attesa delle decisioni della Banca centrale europea in merito a possibili tagli dei tassi. Non bisogna poi dimenticare che questo apparente paradosso non vale per i tassi di interesse fisso.
Analizzando l'Euribor a scadenza 3 mesi a metà dicembre, si osserva un tasso dello 3,92%, leggermente inferiore all'attuale 3,93%. Sebbene gli Euribor su diverse scadenze (da 1 mese a 1 anno) siano al momento a livelli più bassi rispetto ai recenti picchi intorno al 4%, ciò non implica che tutti i mutuatari abbiano già riscontrato il modesto risparmio suggerito dal calo medio degli Euribor nelle rate di gennaio.
Occorre esaminare, caso per caso, le modalità di rilevazione dell'Euribor utilizzato per indicizzare il mutuo variabile, considerando che alcune banche possono utilizzare l'indice Euribor 3 mesi con aggiornamenti non mensili, ma ogni tre mesi.
Ad esempio, se l'indice è stato rilevato a fine settembre per le rate di ottobre, novembre e dicembre, e successivamente a fine dicembre per le rate di gennaio, febbraio e marzo, i mutuatari con aggiornamento Euribor ogni tre mesi avranno visto un aumento della rata di gennaio. Lo stesso vale per le banche con aggiornamento Euribor 6 mesi, che potrebbero generare un aumento della rata per i mesi gennaio - giugno 2024, poiché l'Euribor 6 mesi a fine giugno era inferiore rispetto a quello di fine dicembre.
Esiste anche un caso in cui l'aumento in controtendenza dell'ultima rata variabile può essere spiegato dal piano di ammortamento "alla francese". Questo metodo di calcolo prevede il pagamento della maggior parte degli interessi nei primi anni del mutuo. Pertanto, alcuni mutui più datati potrebbero aver visto un leggero aumento della rata di gennaio a causa di un "naturale" aumento della quota capitale, superiore alla potenziale diminuzione degli interessi influenzata dal lieve calo dell'Euribor.
In conclusione, si prevede che la stragrande maggioranza dei mutui variabili vedrà una riduzione della rata, seppur modesta, a partire dalla rata di febbraio, a seguito del persistente trend al ribasso dei tassi, in linea con le attese di tagli della Bce.