Quando scatta la prescrizione del pagamento dell’Imu sulla casa e le relative pertinenze. Le tempistiche e i chiarimenti
L'Imposta Municipale Unica (IMU) è un tributo che grava sul possesso degli immobili e relative pertinenze, come box, cantine, garage e altre strutture accessorie. Questa tassa deve essere versata periodicamente ai Comuni, ma come per ogni obbligo tributario, esistono precise regole che stabiliscono quando un debito fiscale non è più esigibile per effetto della prescrizione.
La prescrizione rappresenta un istituto giuridico che determina l'estinzione di un diritto quando il titolare non lo esercita entro il periodo stabilito dalla legge. Nel caso specifico dell'IMU, è importante comprendere quando e come avviene la prescrizione per evitare di pagare somme non più dovute o, al contrario, per regolarizzare la propria posizione entro i termini previsti.
L'IMU è l'imposta che si deve pagare sul possesso degli immobili e relative pertinenze. Ne sono escluse solo le prime case e le relative pertinenze, a meno che non si tratti di abitazioni di lusso e di pregio, classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
Per quanto riguarda la prescrizione dell'IMU, il termine è fissato in 5 anni, come stabilito per tutti i tributi locali. Questo principio è confermato dalla legge n. 296 del 27 dicembre 2006, secondo cui i tributi locali sono esigibili entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui sarebbe dovuto avvenire il pagamento.
Ciò significa che, trascorso questo periodo di tempo senza che il Comune abbia effettuato alcun atto di accertamento o riscossione, il contribuente non è più tenuto a pagare l'imposta e il debito si considera estinto per prescrizione.
Quando si parla di termini e tempistiche relative al versamento dell'IMU, è fondamentale distinguere tra due istituti giuridici spesso confusi: la prescrizione e la decadenza.
La decadenza indica il periodo entro il quale l'amministrazione finanziaria (in questo caso il Comune) può effettuare l'accertamento, la liquidazione delle imposte o l'iscrizione a ruolo. Per l'IMU, il termine di decadenza è di 5 anni dalla data in cui il pagamento avrebbe dovuto essere effettuato.
La prescrizione, invece, riguarda il termine entro il quale il diritto di credito acquisito dall'amministrazione finanziaria attraverso l'accertamento si estingue, rendendo il contribuente non più obbligato al pagamento. Anche in questo caso, il termine è di 5 anni, ma decorre dalla notifica dell'avviso di accertamento.
La Corte di Cassazione, con la decisione n. 21810 dell'11 luglio 2025, ha esplicitamente sottolineato questa distinzione, evidenziando il carattere decadenziale del periodo stabilito per la notifica degli avvisi di accertamento.
Il calcolo del periodo di prescrizione dell'IMU segue regole precise che è importante conoscere per difendere i propri diritti come contribuenti. Il termine di prescrizione decorre dal momento in cui sarebbe dovuto avvenire il pagamento e si estende per 5 anni.
Questo periodo si azzera quando si riceve la notifica di un accertamento fiscale da parte del Comune di competenza. L'invio della cartella esattoriale per la riscossione dell'imposta interrompe, infatti, il periodo valido ai fini della prescrizione.
Se nei successivi cinque anni al ricevimento della cartella esattoriale non si riceve alcun altro atto di intimazione al pagamento, allora scatta la prescrizione e il debito si estingue. Lo stesso principio vale anche se il Comune, nell'arco dei cinque anni dal termine naturale di scadenza di pagamento dell'imposta, non invia alcuna cartella. Anche in tal caso, non è più dovuto alcun pagamento.
Per fare un esempio pratico, se un contribuente avrebbe dovuto pagare l'IMU in un determinato periodo e non ha effettuato il relativo importo, vedrà scattare la prescrizione di una cartella dopo 5 anni, se non ha ricevuto nel frattempo alcun atto per la regolarizzazione del pagamento. Se, invece, ha già ricevuto una cartella esattoriale, allora la prescrizione scatterebbe cinque anni dopo la notifica di tale cartella.
Il contribuente che non esegue il versamento IMU entro i tempi stabiliti dalla normativa riceve un avviso di accertamento esecutivo, ovvero la notifica di una cartella di pagamento nella quale il Comune ordina il recupero della somma non pagata. La comunicazione avviene tramite raccomandata inviata all'indirizzo di residenza del contribuente.
Per verificare la data precisa di ricezione della cartella e individuare correttamente i termini di prescrizione e decadenza, il contribuente può:
La prescrizione dell'IMU può essere interrotta da specifici atti formali che manifestano la volontà dell'ente impositore di esercitare il proprio diritto di riscossione. Tra questi atti, i più rilevanti sono:
È importante sottolineare che, secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, per interrompere la prescrizione è necessaria una notifica regolare e conforme alla legge. Se la notifica dell'avviso di accertamento, della cartella di pagamento o di qualsiasi altro atto interruttivo è viziata da errori formali o procedurali, essa potrebbe risultare inefficace e non interrompere il termine prescrizionale.
Se un contribuente riceve una richiesta di pagamento per un'IMU già prescritta, deve agire prontamente per far valere i propri diritti. Ecco le azioni che può intraprendere:
Va sottolineato che il contribuente non deve limitarsi a ignorare l'atto, poiché l'ente potrebbe comunque avviare procedure esecutive. Il ricorso deve essere ben motivato e presentato nei tempi previsti per ottenere una decisione favorevole da parte della Commissione Tributaria.