Aumentano nella Pubblica Amministrazione le assunzioni e le retribuzione, pur se restano di molto inferiori a quelle di alcuni Ccnl del settore privato: cosa riportano gli ultimi dati
Negli ultimi anni, la pubblica amministrazione italiana è stata protagonista di profondi cambiamenti sia a livello organizzativo sia gestionale e il quadro proposto dagli ultimi report ufficiali, incluse le ricerche annuali di FPA, società del Gruppo DIGITAL360, evidenzia l’importanza strategica della valorizzazione delle risorse umane e mostra come la recente espansione degli organici grazie agli investimenti PNRR abbia avviato un parziale rinnovamento, seppur non ancora sufficiente a colmare i ritardi accumulati negli anni precedenti.
Le analisi sugli aumenti degli stipendi e le assunzioni nella Pubblica Amministrazione mostrano una situazione in rapido movimento, influenzata sia dai più recenti rinnovi contrattuali sia dalle misure adottate per rispondere alla perdita del potere d’acquisto dovuta all'inflazione degli ultimi anni.
Stando a quanto emerso dagli ultimi dati riportati dalla ricerca “Lavoro Pubblico” svolta annualmente da FPA, società del Gruppo DIGITAL360, la retribuzione media lorda per giornata nel settore pubblico (124 euro) è superiore a quella del privato (96,14 euro), anche se le retribuzioni restano ben inferiori rispetto a quelle garantite da determinati settori privati ad alto valore, come quello della finanza e assicurazioni (173 euro) o immobiliare, o dell'informazione e comunicazione (131).
Lo scenario degli stipendi evidenzia significative differenze tra comparti:
Secondo il recente report FPA, inoltre, gli ultimi aumenti sono stati determinati dai rinnovi di contratto e dall’adeguamento all’inflazione, ma nel biennio 2022-2023 la crescita dei prezzi ha comunque superato quella salariale, penalizzando il potere d’acquisto.
Tipologia | Retribuzione annua lorda (2023) |
Ministeriali | 35.293 € |
Agenzie fiscali | 42.792 € |
Enti pubblici (es. INPS/INAIL) | 47.716 € |
Comparti autonomi | 52.469 € |
Il tema dell’invecchiamento della forza lavoro nella PA è stato per anni uno dei principali elementi di criticità. La ricerca annuale FPA sottolinea come solo di recente, grazie agli investimenti previsti dal PNRR, ai tanti concorsi pubblici banditi e alle nuove assunzioni straordinarie, si sia registrato un’inversione di tendenza. Secondo il Conto annuale del Tesoro, nel 2024 il personale pubblico ha raggiunto quota 3,374 milioni, ovvero 100mila unità in più rispetto al 2022.
Contestualmente, l’età media dei dipendenti è calata a 48,9 anni (rispetto ai 50 anni del 2019), un risultato perseguibile dal ministro della PA Paolo Zangrillo attraverso un rinnovo delle modalità di reclutamento e politiche di ricambio generazionale per chi intende lavorare nella Pubblica Amministrazione.
Nonostante questi primi segnali incoraggianti, permangono difficoltà nelle funzioni centrali (ministeri, INPS, agenzie fiscali), dove il personale in dieci anni è calato del 20%.
Le funzioni locali hanno sperimentato una riduzione più contenuta, ma comunque significativa, pari al -13,7% nello stesso periodo. All’opposto, il comparto scuola ha visto un aumento del personale del 16,6%, nonostante il numero di studenti sia diminuito. L’invecchiamento resta quindi una sfida aperta, in particolare in quei settori dove il turn over è più basso e dove la perdita di competenze può incidere sull’efficacia delle amministrazioni.