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Quali sono gli stipendi medi dei manager (non top manager) nel 2025 in Italia in base ultime ricerche

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Stipendi manager, quali sono nel 2024

I settori e le professioni più remunerativi in Italia per i manager nel 2025. Competenze, qualifiche richieste e stipendi

L'analisi delle retribuzioni dei manager di livello intermedio deve tenere conto di due elementi: da un lato, le pressioni inflazionistiche che stanno raggiungendo valori simili a quelli degli anni ottanta, dall'altro, un mercato del lavoro in profonda trasformazione. Questa evoluzione non deriva esclusivamente dalla ripresa economica post-pandemia, ma anche da un significativo cambiamento nell'approccio al lavoro da parte sia delle aziende che dei professionisti.

I dati relativi al 2025 mostrano un quadro variegato in cui l'insoddisfazione dei professionisti verso i modelli tradizionali di impiego si accompagna alle difficoltà delle organizzazioni nel trovare talenti qualificati. Questa situazione ha generato un contesto lavorativo dinamico che influenza direttamente i livelli retributivi dei manager italiani.

Panoramica degli stipendi manageriali in Italia nel 2025

Le rilevazioni salariali per il 2025 indicano che la retribuzione media annua per i manager in Italia si attesta a 39.790 euro, corrispondente a circa 20,40 euro all'ora. Questo dato generale nasconde però una significativa variabilità basata sull'esperienza professionale: i manager nelle posizioni iniziali percepiscono mediamente 28.830 euro annui, mentre i professionisti con maggiore anzianità e competenze possono raggiungere compensi fino a 68.222 euro all'anno.

Analizzando la distribuzione geografica delle retribuzioni, emergono disparità considerevoli tra le diverse regioni italiane. Il Lazio guida la classifica con uno stipendio medio mensile di 3.523 euro, seguito a breve distanza dalla Sardegna con 3.500 euro. Il Veneto si posiziona al terzo posto con 3.333 euro, mentre Umbria, Lombardia ed Emilia-Romagna condividono la quarta posizione con 3.125 euro mensili. All'estremità opposta della graduatoria troviamo la Puglia, dove il compenso medio si ferma a 2.058 euro, e le Marche con 2.000 euro.

Differenze retributive per settore industriale

Nel contesto italiano del 2025, i servizi finanziari continuano a rappresentare il comparto più generoso in termini di compensi manageriali, sia per i dirigenti che per i quadri intermedi. Questo settore offre opportunità economiche significativamente superiori rispetto ad altri ambiti professionali. Al contrario, il settore agricolo si conferma quello con le retribuzioni medie più contenute per le figure manageriali.

Osservando l'evoluzione degli ultimi anni, emerge un dato interessante: i settori industriali hanno mostrato una maggiore stabilità retributiva se confrontati con i comparti del commercio e dei servizi. Questi ultimi non hanno registrato incrementi salariali significativi, con una situazione particolarmente statica nel commercio. Un'eccezione positiva è rappresentata dai quadri operanti nei servizi finanziari e nel settore commerciale, dove si rilevano i maggiori aumenti retributivi.

I settori che richiedono elevate competenze specialistiche offrono generalmente le migliori prospettive economiche. Oltre ai servizi bancari e finanziari, anche l'ingegneria, l'industria farmaceutica e la biotecnologia garantiscono compensi superiori alla media. Di contro, i settori che necessitano di minore specializzazione, come i servizi alla persona, l'ospitalità e la ristorazione, presentano livelli retributivi più contenuti anche per le posizioni manageriali.

Impatto della dimensione aziendale sugli stipendi manageriali

Un fattore determinante nelle differenze retributive dei manager italiani nel 2025 è rappresentato dalla dimensione dell'azienda. L'analisi dei dati evidenzia un divario significativo tra le microimprese e le grandi organizzazioni: per i dirigenti, questa differenza supera i 12.000 euro lordi annui, mentre per i quadri si attesta intorno ai 7.000 euro.

Interessante notare come nell'ultimo periodo si sia registrato un incremento più marcato delle retribuzioni per i manager delle microimprese rispetto a quelli delle aziende di medie e grandi dimensioni. Questa tendenza appare particolarmente evidente tra i dirigenti nel lungo periodo. Per quanto riguarda i quadri, invece, l'appartenenza a organizzazioni più strutturate non solo garantisce compensi più elevati, ma assicura anche andamenti retributivi caratterizzati da maggiore stabilità.

La correlazione positiva tra dimensioni aziendali e livelli retributivi rappresenta una costante storica nel mercato del lavoro italiano. Tuttavia, si osserva una differenza nella gradualità di questo aumento tra dirigenti e quadri: mentre le retribuzioni dei quadri risultano inferiori nelle piccole imprese ma tendono a stabilizzarsi intorno ai 55-56.000 euro lordi annui nelle medie e grandi aziende, per i dirigenti la disparità retributiva rimane marcata anche tra medie e grandi organizzazioni.

Tendenze retributive per il 2025, prospettive e previsioni

Le proiezioni per il 2025 suggeriscono alcuni sviluppi significativi nel panorama delle retribuzioni manageriali in Italia. L'accelerazione della trasformazione digitale sta creando un premio salariale per i manager con competenze tecnologiche avanzate, indipendentemente dal settore di appartenenza. I professionisti con esperienza in data analysis, intelligenza artificiale e cybersecurity possono aspettarsi compensi superiori alla media, con incrementi che in alcuni casi superano il 15-20% rispetto ai colleghi con competenze più tradizionali.

Un altro fattore rilevante riguarda la crescente importanza delle competenze trasversali. I manager capaci di gestire team ibridi, coordinare progetti complessi e adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato stanno vedendo un riconoscimento economico di queste capacità. Le aziende italiane nel 2025 mostrano una maggiore disponibilità a premiare non solo le competenze tecniche, ma anche le cosiddette soft skills come la leadership situazionale, l'intelligenza emotiva e la capacità di innovazione.

Il 2025 vede anche l'affermarsi di nuovi modelli retributivi che integrano componenti variabili sempre più significative. I bonus legati alle performance, i piani di incentivazione a lungo termine e i benefit personalizzati stanno diventando elementi sempre più rilevanti nel pacchetto di compensazione complessivo dei manager italiani.

L'impatto dell'inflazione sugli stipendi manageriali

Nel contesto economico del 2025, l'inflazione rappresenta un fattore determinante nell'analisi degli stipendi reali dei manager italiani. Le pressioni inflazionistiche hanno spinto molte organizzazioni a rivedere le proprie politiche retributive per mantenere competitivi i pacchetti salariali offerti ai propri manager.

I dati mostrano che gli adeguamenti salariali non sempre riescono a tenere il passo con l'aumento del costo della vita. Questo fenomeno sta creando una situazione in cui, nonostante gli aumenti nominali, il potere d'acquisto effettivo dei manager potrebbe risultare eroso. Le aziende più attente alle dinamiche del mercato del lavoro stanno implementando revisioni salariali più frequenti e introducendo meccanismi di compensazione aggiuntivi per mitigare gli effetti dell'inflazione.

Particolarmente interessante è la diversa capacità di adattamento dei vari settori economici: mentre alcuni comparti, come quello tecnologico e finanziario, riescono a mantenere retribuzioni che superano il tasso di inflazione, altri settori mostrano maggiori difficoltà nell'aggiornare i livelli retributivi in linea con l'aumento dei prezzi.

Il gap retributivo di genere tra i manager italiani

Un aspetto rilevante nel panorama degli stipendi manageriali in Italia nel 2025 riguarda il divario retributivo di genere. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, i dati mostrano che le manager donne continuano a percepire retribuzioni mediamente inferiori rispetto ai colleghi uomini che ricoprono posizioni analoghe.

Le statistiche più recenti indicano che il divario si attesta intorno al 12-15% a livello nazionale, con variazioni significative in base al settore e alla dimensione aziendale. I settori più tradizionali tendono a presentare differenziali più marcati, mentre nei comparti tecnologici e nelle multinazionali il gap risulta più contenuto.

Le aziende più all'avanguardia stanno implementando politiche di trasparenza salariale e sistemi di valutazione delle performance basati su criteri oggettivi per ridurre queste disparità. Alcuni studi mostrano che le organizzazioni con una maggiore presenza femminile nei ruoli decisionali tendono a presentare divari retributivi meno pronunciati.

Iniziative aziendali per la parità retributiva

Nel 2025, diverse aziende italiane hanno adottato programmi strutturati per la parità retributiva, con sistemi di monitoraggio continuo delle differenze salariali e interventi correttivi quando necessario. Queste iniziative non solo contribuiscono a ridurre il divario di genere, ma sembrano anche migliorare la capacità di attrarre e trattenere talenti femminili in posizioni manageriali.

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