In un contesto segnato dalla crescita dell’inflazione e dalla necessità di rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori, le aziende italiane stanno adottando strategie sempre più articolate per offrire benefit, bonus una tantum e piani di welfare innovativi. Nel 2025, secondo diversi studi e rapporti di settore, tra cui il recente Report AON Italia e l’Osservatorio Welfare 2025, il panorama dei premi economici e dei servizi welfare si presenta come mai così ampio, coinvolgendo grandi imprese, PMI e un numero crescente di lavoratori. La centralità del benessere lavorativo e l’attenzione al work-life balance sono diventati elementi chiave nelle politiche aziendali, parallelamente all’aggiornamento delle normative fiscali e al progressivo innalzamento dei limiti di esenzione per fringe e flexible benefit.
Perché le aziende investono in welfare, benefit e bonus, analisi dei trend e dei bisogni
La continua evoluzione delle politiche retributive in Italia ha portato a una crescita significativa dell’importanza del welfare aziendale. Secondo i principali studi (AON Italia, Osservatorio Welfare, Welfare Index PMI, Censis-Eudaimon), il welfare aziendale non è più solo un “extra”, ma un leva strategica per la retention e l’attrazione dei talenti, per la valorizzazione del capitale umano, il miglioramento del clima aziendale e la sostenibilità sociale.
- Benessere e work-life balance: L’attenzione alla salute, alla conciliazione famiglia-lavoro e alla qualità della vita è prioritaria, come dimostrato dall’incremento del budget annuo medio destinato ai piani di wellbeing.
- Impatto economico e produttività: Le imprese con welfare avanzato registrano performance di crescita e redditività decisamente superiori, con incrementi nel fatturato prossimi al 46% secondo Welfare Index PMI.
- Gestione intergenerazionale: Oggi convivono fino a quattro o cinque generazioni di lavoratori, ciascuna con priorità differenti, obbligando le aziende ad adottare soluzioni flessibili e personalizzate.
L’utilizzo dei benefit cambia anche in base alla generazione e alle esigenze: servizi per la genitorialità e orari flessibili per gli under 35, assistenza sanitaria per i lavoratori senior, supporto per trasporti pubblici e convenzioni per la mobilità sostenibile. In crescita anche l’uso di piattaforme digitali e app che facilitano la fruizione e il monitoraggio dei servizi welfare.
Le migliori aziende per benefit, bonus e welfare, esempi e best practice 2025
Nel panorama nazionale, molte realtà si distinguono per le soluzioni avanzate proposte ai dipendenti. Secondo le indagini più recenti e le evidenze raccolte dai principali rapporti di settore, tra le aziende con i più elevati livelli di bonus, premi di risultato e welfare vi sono:
- Intesa Sanpaolo: ha destinato 155 milioni di euro come premio complessivo, con un aumento record nei premi di produttività assegnati ai bancari, incrementando anche la componente welfare.
- Tenaris Dalmine: ha erogato premi di redditività fino a 8.000 euro, con formule incentivanti la conversione in beni e servizi welfare, e ulteriori bonus carburante e buoni welfare.
- Pirelli: offre premi variabili fino a 3.000 euro, riconosciuti anche ai neo-genitori, con fringe benefit e misure di sostegno pensate per il benessere familiare.
- Eni: distribuzione di bonus una tantum fino a 3.000 euro, credito welfare integrato, buoni pasto maggiorati in smart working e bonus carburante.
- Poste: rinnovo contrattuale con bonus una tantum di 1.000 euro e incremento delle iniziative di welfare strutturato.
- Prada, Air Liquide, Ferrero, Lavazza, Barilla: distribuzione di premi variabili, fringe benefit elevati, incentivi per la conversione in servizi welfare e maggiore attenzione alla personalizzazione delle iniziative.
I dati confermano che queste aziende optano per un’integrazione tra
premio di risultato e welfare, spesso offrendo un incremento del valore del premio in caso di conversione in beni o servizi, con vantaggi fiscali sia per il lavoratore sia per l’impresa.
L’evoluzione del welfare nelle PMI e nelle grandi imprese: dati, tendenze e impatto sociale
Non solo le grandi aziende, ma anche le piccole e medie imprese sono protagoniste nell’adozione di soluzioni di welfare, trainate dalla semplificazione normativa e da incentivi mirati. Oltre il 68% delle PMI italiane oggi supera il livello base di welfare, e la personalizzazione diventa sempre più una caratteristica distintiva. Il Welfare Index PMI 2025 mostra che le imprese con welfare evoluto presentano una crescita del fatturato doppia rispetto alle realtà con livelli base, con impatti positivi anche sul clima aziendale, la fidelizzazione, l’attrazione di nuovi talenti e la responsabilità sociale d’impresa.
- Coinvolgimento dei dipendenti: Le aziende con welfare avanzato puntano su comunicazione efficace e coinvolgimento attivo, come evidenziato dall’aumento di survey interne e incontri di confronto diretti.
- Personalizzazione: Addio ai pacchetti standard e via libera a soluzioni su misura per età, situazione familiare, esigenze di cura o di conciliazione.
- Welfare come investimento: Il welfare aziendale è considerato oggi un investimento stabile, non più legato a risultati episodici o straordinari, ma integrato nelle strategie HR e nelle policy di sviluppo sostenibile (in linea con gli obiettivi SDGs e i pilastri ESG).
I benefit più richiesti e le piattaforme di gestione
I servizi più richiesti dai lavoratori e dalle lavoratrici per il 2025 comprendono:
- Fringe benefit (voucher, buoni spesa, gift card, buoni carburante)
- Buoni pasto e mensa diffusa
- Rimborso spese scolastiche e universitarie
- Spese mediche, assistenza sanitaria integrativa, telemedicina
- Previdenza complementare e fondi pensione
- Mobilità sostenibile e trasporto pubblico
- Supporto alla famiglia (servizi infanzia, baby-sitting, assistenza anziani)
- Convenzioni per sport, tempo libero e cultura
Le novità normative e fiscali sui benefit aziendali nel 2025
Nel 2025 la legislazione italiana ha introdotto e confermato
regimi fiscali più favorevoli per i benefit aziendali. In base alla Legge di Bilancio più recente (legge 30 dicembre 2024, n. 207), la soglia generale d’esenzione fiscale per i fringe benefit è fissata a 1.000 euro per i dipendenti senza figli fiscalmente a carico, e a 2.000 euro per chi ha almeno un figlio a carico. Tali limiti sono validi per il triennio 2025–2027, superando la precedente soglia ordinaria di 258,23 euro prevista dall’art. 51, comma 3, del TUIR. Vi è inoltre una nuova misura: per i nuovi assunti a tempo indeterminato, con trasferimento di residenza superiore a 100 km e reddito inferiore a 35.000 euro, è prevista l’esenzione fiscale fino a 5.000 euro annui per le spese di affitto e manutenzione dell’abitazione principale nei primi due anni di assunzione.
- Benefit esentasse: buoni spesa, carburante, carte acquisto, utenze domestiche (acqua, energia, gas), canoni d’affitto e interessi mutuo sulla prima casa.
- Procedura: Il lavoratore deve dichiarare lo stato familiare e i figli a carico, indicando i dati richiesti dal datore di lavoro.
- Normativa di riferimento: TUIR artt. 51 e 100, Legge di Bilancio 2025, Circolare AdE n. 5/2024, Dossier Camera e Senato n. 394/5.
Queste innovazioni normative permettono sia alle imprese che ai lavoratori di programmare piani di welfare efficaci e personalizzati, favorendo la pianificazione a medio termine.
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