La riduzione dei prodotti può interessare il contenuto di una confezione, l'intera confezione o i servizi offerti. Ma i prezzi non calano.
Il termine shrinkflation deriva dalla combinazione delle parole inglesi shrink (ridurre) e inflation (inflazione). Questo fenomeno si riferisce alla pratica adottata dai produttori di beni di largo consumo di ridurre le dimensioni e il peso dei loro prodotti al fine di mascherare l'aumento dei prezzi.
In pratica, nonostante il prezzo rimanga invariato, il consumatore ottiene una quantità inferiore del prodotto acquistato. Questa riduzione può interessare il contenuto di una confezione, l'intera confezione o i servizi offerti. Di recente le associazioni dei consumatori italiane hanno deciso di denunciare questa pratica. Vediamo quindi:
Un altro esempio è il detersivo per piatti Nelsen, che ha visto una riduzione della confezione da 1 litro a 850 ml. Questo ha portato a un aumento del prezzo al litro del 53%, passando da 1,67 a 2,55 euro. Nonostante la riduzione della confezione, il dosaggio consigliato sull'etichetta rimane invariato.
Anche il sapone liquido idratante con glicerina di Neutro Roberts è stato ridotto da un flacone da 300 ml a uno da 200 ml, con un aumento del prezzo al litro del 201%. Non solo, le saponette Neutro Roberts, Palmolive e Nidra sono ora disponibili in confezioni da 3 saponette anziché 4, e le saponette Nidra hanno subito una riduzione di peso da 100 a 90 grammi.
Le dinamiche di shrinkflation si estendono anche al settore delle birre confezionate. Ad esempio, Peroni Nastro Azzurro è passata da una bottiglia da 66 cl a una da 62 cl, perdendo 4 cl di volume. Questo ha comportato un aumento del prezzo del 18%, portando il costo della birra a 2,71 euro al litro. È stata introdotta anche una nuova variante "Mais nostrano" nella stessa dimensione da 62 cl. Una situazione analoga si è verificata per le lattine di birra Tennent's Super, che sono passate da 50 a 44 cl, registrando un aumento del prezzo al litro del 21%. Anche Becks ha modificato il formato delle lattine, passando da 50 a 44 cl e causando un aumento del prezzo al litro del 28%.
Anche la linea di prodotti Nocciolata Rigoni di Asiago ha subito una riduzione delle confezioni, con i vasetti che sono passati dai formati da 270, 350 e 700 grammi a quelli da 250, 325 e 650 grammi. Questo ha portato a un aumento del prezzo al chilo compreso tra l'11% e il 38%.
Gli yogurt greci della linea Delta (Yomo) e di Fage sono passati da vasetti da 170 a 150 grammi, con un aumento del prezzo al chilo del 30% per Delta e del 65% per Fage. Alcuni punti vendita offrono anche un formato da 250 g in alternativa a quello da 325 g.
Un altro esempio di shrinkflation riguarda le Pringles Originals, che sono passate da confezioni da 200 a 190 grammi e poi ridotte ulteriormente di 15 grammi, arrivando a 175 grammi. Questo ha comportato un aumento del prezzo al chilo del 22%. In alcuni punti vendita, come i discount, è disponibile anche un formato più grande da 185g in alternativa a quello da 175g. Le Amica Chips (versione classica) sono passate dalle buste da 200 grammi a quelle da 190 grammi, con un aumento del prezzo al chilo del 109%.
Anche gli affettati confezionati trovati nei banchi frigo dei supermercati non sono esenti da pratiche di shrinkflation. Ad esempio si registrano variazioni nel peso del prosciutto cotto a marchio Aia, Citterio, Rovagnati e Vismara, con una riduzione delle confezioni da 10 a 30 grammi e un conseguente aumento del prezzo.