Sono tante e diverse le agevolazioni previste nel 2025 per famiglie con figli: ecco quali sono, cosa prevedono e per chi
Nel 2025 il panorama delle agevolazioni e aiuti economici per i figli presenta numerose novità e conferme, sostenute dalla nuova Legge di Bilancio che mira a tutelare il reddito familiare, incentivare la natalità e favorire l’accesso ai servizi essenziali. Le famiglie residenti in Italia possono accedere a una varietà di contributi, bonus, esenzioni fiscali e sostegni, adattati alla propria condizione economica e familiare. Di seguito vengono analizzati nel dettaglio i principali benefici, i requisiti specifici e le modalità di richiesta, con particolare attenzione alle ultime novità normative relative all’anno 2025.
Tra le innovazioni più rilevanti compare la Carta per i nuovi nati, riconosciuta alle famiglie con un valore ISEE fino a 40.000 euro. Si tratta di una misura una tantum pari a 1.000 euro per ogni figlio nato, adottato o affidato dal 1° gennaio 2025. Il contributo, erogato sotto forma di carta prepagata, può essere utilizzato per l’acquisto di beni e servizi essenziali nei primi mesi di vita del neonato. Per ottenerlo, il richiedente deve avere cittadinanza italiana, europea o possedere permesso di soggiorno per motivi di lavoro di almeno sei mesi e residenza stabile in Italia. La domanda va presentata entro 60 giorni dall’evento tramite il portale INPS, contact center o patronati accreditati. L’erogazione tempestiva di questa misura rappresenta un supporto diretto alla genitorialità, in risposta al calo demografico nazionale.
Confermato come strumento centrale, l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico resta tra le misure più incisive per la tutela dei nuclei con figli minorenni, maggiorenni (fino a 21 anni in casi particolari) e disabili senza limiti di età. Nel 2025 l’importo base è rivalutato secondo l’indice ISTAT e va da 57,5 euro fino a oltre 200 euro mensili per ciascun figlio, in base all’ISEE e ai parametri familiari. Restano previste le maggiorazioni per famiglie numerose, con figli disabili, madri con meno di 21 anni, o per nuclei con entrambi i genitori lavoratori. È fondamentale che l’ISEE sia aggiornato annualmente: in assenza, si percepisce l’importo minimo.
Oltre ai requisiti economici, per la domanda occorre che almeno uno dei genitori sia cittadino italiano, europeo o titolare di permesso di soggiorno e sia residente e domiciliato in Italia per almeno due anni (anche non continuativi), oppure titolare di contratto lavorativo semestrale. L’INPS gestisce le domande telematiche e le modalità di pagamento, garantendo l’erogazione anche tramite accredito bancario e carta prepagata. Tutte le tipologie di reddito, compresi autonomi, disoccupati e pensionati, possono accedere al beneficio.
Nel 2025 il bonus asilo nido viene ulteriormente rafforzato, arrivando a un massimo di 3.600 euro annuali per nuclei con ISEE fino a 40.000 euro e figli nati dal 1° gennaio 2024. Importante novità: non è più richiesto il requisito di un altro figlio minore di dieci anni nel nucleo, rendendo così la prestazione più inclusiva. Il bonus è riconosciuto sia per la frequenza di asili nido pubblici e privati sia come contributo per forme di assistenza domiciliare per minori affetti da gravi patologie.
Le fasce di importo sono così suddivise:
Per promuovere la conciliazione vita-lavoro, la previdenza pubblica garantisce dal 2025 tre mesi di congedo parentale retribuito all’80% dello stipendio, utilizzabili da ciascun genitore nei primi sei anni di vita del figlio (o successivamente con indennità ridotta). I mesi restanti sono indennizzati al 30%. La normativa di riferimento è il D.Lgs. 151/2001 e successive modificazioni, integrata dalla norma finanziaria annuale.
Per i lavoratori autonomi e dipendenti, sono previste ulteriori tutele e una maggiore flessibilità su congedi obbligatori, parentali e permessi (anche previsti dalla Legge 104/1992 per assistenza a famigliari disabili). Il quadro normativo incentiva la presenza sia del padre sia della madre nella cura dei figli, riducendo il rischio di esclusione dal mercato del lavoro dopo la nascita dei figli.
Nel 2025 è stata estesa la decontribuzione previdenziale alle madri lavoratrici con almeno due figli, dipendenti o autonome (con esclusione delle lavoratrici domestiche e delle partite IVA in regime forfettario), fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. L’esonero riguarda la quota di contributi a carico della lavoratrice fino a un massimo annuo di 3.000 euro, consentendo un incremento netto dello stipendio. Per le lavoratrici con almeno tre figli, la decontribuzione si estende fino ai 18 anni del terzo figlio più giovane.
Le famiglie con figli a carico possono accedere, nel 2025, a fringe benefit aziendali non soggetti a tassazione fino a 2.000 euro annui (1.000 euro per chi non ha figli), secondo le novità introdotte dalla Manovra. Questo consente ai datori di lavoro di erogare bonus welfare, buoni acquisto o rimborsi per servizi scolastici e sanitari, migliorando la conciliazione famiglia-lavoro e sostenendo il potere di acquisto delle famiglie.
Continuano anche nel 2025 le misure di contrasto alla povertà alimentare e carburanti attraverso la Carta Dedicata a Te, del valore di 500 euro, destinata a famiglie con ISEE fino a 15.000 euro e almeno tre componenti. Le selezioni sono automatiche tramite l’INPS che invia gli elenchi ai Comuni; la carta viene poi ritirata presso gli sportelli Poste Italiane. La Carta Acquisti, ricaricata bimestralmente con 80 euro, è destinata a famiglie con minori di 3 anni e ISEE inferiore agli 8.117,17 euro, utile per acquisti alimentari, pagamento utenze e accesso a tariffe agevolate.
In aggiunta alle agevolazioni sopra citate sono disponibili inoltre: