Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Quando andranno in pensione gli italiani? Sempre più tardi e dovranno lavorare sempre di più secondo OCSE

di Marianna Quatraro pubblicato il
pensione italiani dati OCSE

Gli italiani andranno in pensione sempre più tardi: ecco cosa riportano i nuovi dati Ocse 2025

L'età di accesso alla pensione rappresenta uno degli indicatori più significativi delle trasformazioni demografiche, sociali ed economiche affrontate dall'Italia e dall'Europa negli ultimi decenni.

In un contesto caratterizzato da una crescente aspettativa di vita e da una decisa diminuzione della natalità, il sistema previdenziale italiano si trova oggi a gestire una transizione complessa: un numero sempre più ridotto di lavoratori sostiene una popolazione di anziani in rapido aumento. L'incremento graduale dell'età pensionabile è una risposta diffusa nei Paesi UE che, secondo i dati OCSE, dovranno orientare le future riforme per garantire sostenibilità e equità tra generazioni. 

L'età pensionabile attuale in Italia: regole, soglie e tendenze

La normativa vigente stabilisce che il diritto alla pensione di vecchiaia in Italia si matura, per il 2025, all'età di 67 anni con almeno 20 anni di contributi. E' comunque possibile il ricorso a formule anticipate, ma con requisiti più stringenti, come la pensione anticipata ordinaria al raggiungimento di precisi limiti contributivi. 

La crescita dell'età pensionabile è legata all'aumento della speranza di vita: ogni revisione triennale dell'ISTAT può comportare incrementi nelle soglie anagrafiche o contributive. Negli ultimi vent'anni, il tasso di occupazione tra i lavoratori over 55 è aumentato sensibilmente, segnalando un trend destinato a consolidarsi. Tuttavia, l'elevato numero di occupati in mansioni usuranti e la bassa valorizzazione delle competenze acquisite in età matura generano criticità sociali e individuali.

Cosa dice l'OCSE: dati e scenari dell'Employment Outlook 2025

L'ultimo rapporto Employment Outlook 2025 dell'OCSE sottolinea come gli italiani dovranno andare in pensione sempre più tardi secondo le previsioni. Questo scenario è collegato a diversi fattori, tra cui il declino della popolazione in età lavorativa e la prolungata stagnazione della produttività. 

Secondo le proiezioni OCSE, tra il 2000 e il 2023 l'occupazione dei 55-59enni è cresciuta di oltre 30 punti percentuali, mentre cresce la pressione a incrementare la partecipazione degli anziani in buona salute.

L'Organizzazione ribadisce che senza un uso efficace dell'immigrazione regolare e una ripresa decisa della produttività, la tenuta del sistema previdenziale è a rischio. Inoltre, l'aumento della disuguaglianza tra le generazioni e la perdita di potere d'acquisto delle retribuzioni stanno acuendo le tensioni sociali.

Le valutazioni OCSE, insieme ai dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze, portano a stimare che in assenza di interventi strutturali l'età pensionabile possa aumentare fino a 69-70 anni entro il 2060. Questo valore dipende dal collegamento tra aspettativa di vita, base contributiva e sostenibilità dei conti pubblici. 

Gli scenari ipotizzati escludono oggi una stima ufficiale vincolante, ma indicano una tendenza chiara: il progressivo invecchiamento della popolazione comporterà una durata del lavoro più lunga e una transizione più lenta verso il pensionamento pieno. Il confronto con altri Paesi europei che hanno già deliberato l'innalzamento a 70 anni, come la Danimarca, suggerisce che anche il quadro italiano è in evoluzione costante.

Le sfide strutturali del sistema pensionistico italiano: demografia, produttività e sostenibilità

Il sistema pensionistico nazionale affronta alcune sfide strutturali particolarmente rilevanti:

  • Declino demografico: il calo delle nascite e l'innalzamento dell'età media riducono la base dei lavoratori attivi.
  • Bassa produttività: l'incremento debole della produttività rallenta la crescita del PIL pro capite e appesantisce il carico pensionistico.
  • Partecipazione al lavoro: il tasso di occupazione, soprattutto femminile e giovanile, rimane inferiore rispetto alla media comunitaria.
Il rapporto tra anziani e popolazione in età lavorativa è uno dei dati più allarmanti per la tenuta dei sistemi pubblici di previdenza. Le previsioni ISTAT mostrano che nel 2080 potrebbero esserci ben 312 anziani ogni 100 giovani: un valore che mette a rischio non solo l'equilibrio dei conti, ma anche la qualità del welfare. 

Il progressivo aumento del tasso di dipendenza degli anziani (rapporto over 64/20-64) passerà dal 41% del 2023 a oltre il 70% entro il 2080. Anche se la speranza di vita continuerà a crescere, la riduzione della fecondità e il ridotto ricambio generazionale peggioreranno il rapporto tra contributi versati e prestazioni erogate. Il rischio è una riduzione del potere d'acquisto e un aumento delle disparità tra classi di età.

Le proposte per invertire la rotta: lavoro femminile, immigrazione e produttività

Le proposte avanzate dall'OCSE per contrastare l'aumento dell'età pensionabile si basa su alcune strategie chiave:

  • Incremento della partecipazione femminile al lavoro e riduzione del gender gap
  • Potenziamento dei flussi di immigrazione legale e valorizzazione del capitale umano straniero
  • Miglioramento della produttività attraverso innovazione e formazione continua
  • Incentivi permanenti al prolungamento della vita lavorativa per chi è in salute

Confronto con gli altri Paesi UE

Nel panorama europeo l'Italia si posiziona tra i Paesi con età pensionabile superiore o uguale ai 65 anni, insieme ad Austria, Spagna e diversi altri Stati membri. Tuttavia, i dati OCSE evidenziano differenze marcate: nordici come Danimarca e Norvegia hanno già innalzato a 67 anni l'età legale, con previsioni di ulteriore crescita a medio termine.

Politiche integrate fra previdenza, welfare e mercato del lavoro risultano più efficaci nei Paesi che hanno combinato una maggiore flessibilità di uscita dal lavoro con robusti sistemi di protezione per i lavoratori anziani.

Le scelte adottate in termini di incentivi per chi posticipa il pensionamento, fruizione del part time senior e accesso alla formazione permanente si dimostrano determinanti per mantenere la coesione sociale e la competitività.

Paese Età Pensionabile (2024) Previsione Aumento (2060)
Danimarca 67 70
Italia 67 69-70
Germania 65,8 67+
Portogallo 65,6 68
Spagna 65 67