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Quando il nero nei lavori edilizi e per la casa conviene più dei bonus e le possibili soluzioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
Quando nero lavori edilizi conviene

Quali sono i casi in cui è più conveniente fare lavori edilizi in casa in nero piuttosto che usufruire dei bonus vigenti: i dati

L’edilizia residenziale italiana ha visto, negli ultimi anni, profonde trasformazioni legate all’intensa stagionalità delle agevolazioni fiscali. Strumenti come Bonus Casa ed Ecobonus hanno incentivato la riqualificazione del patrimonio abitativo, generando nel contempo una rilevante emersione di lavori regolarizzati.

Tuttavia, la prospettiva di una netta riduzione delle aliquote e della platea di beneficiari per il 2025 riaccende il dibattito su quando fare lavori edilizi in casa conviene in nero e non con i bonus edilizi, spingendo cittadini e imprese a nuove valutazioni di convenienza.

Bonus edilizi 2025: tipologie, requisiti e percentuali di detrazione

Il quadro dei bonus edilizi per il 2025 si caratterizza per un cambiamento di rotta rispetto agli anni precedenti. L’agevolazione principale per fare lavori di ristrutturazione di casa è il cosiddetto Bonus Ristrutturazioni, che prevede una detrazione Irpef spalmata in dieci anni, con aliquota ridotta rispetto al passato:

  • Prima casa: detrazione del 36% delle spese (50% in via residuale per lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2024), fino a un limite massimo di 96.000 € per unità immobiliare. Documentazione e requisiti dettagliati disponibili sul sito dell'Agenzia delle Entrate
  • Seconde case e immobili a uso diverso: dal 2026, si prevede un’ulteriore riduzione della detrazione al 30%, soglia che limita fortemente l’attrattività dello strumento.
  • Ecobonus: rimodulato per gli interventi di riqualificazione energetica, accessibile solo per la prima casa e solo per lavori che portano a un miglioramento della classe energetica. Le aliquote variano in base ai risultati raggiunti con valori decrescenti per interventi minori e quote crescenti in funzione del risparmio energetico effettivo, sempre con detrazione in 10 anni.
  • Stop agli incentivi a pioggia: esclusi dal 2025 gli interventi su seconde case, immobili di lusso e lavori minori che non incidono sul risparmio energetico.
  • Soglie reddituali: i limiti massimi di spesa detraibile vanno dai 14.000 € (per famiglie numerose, redditi fino a 100.000 €) agli 8.000 € (oltre 100.000 € di reddito), restringendo ulteriormente la platea dei potenziali beneficiari.
Tipologia di Immobile Detrazione 2025 Spesa Massima
Prima casa 36% 96.000 €
Seconda casa 30% 96.000 €
Immobili di lusso Esclusi -

Riduzione delle agevolazioni fiscali: impatto sulle ristrutturazioni e limiti di convenienza

Il taglio alle aliquote e ai limiti di spesa comporta un netto ridimensionamento della leva fiscale a supporto delle ristrutturazioni. Da una parte, la prospettiva di uno sconto decennale all’aliquota del 36% (o 30%) perde appeal rispetto al passato: il vantaggio effettivo è eroso, sia dal valore reale attualizzato delle rate sia dal rischio inflazione. 

Dall’altra, i nuovi tetti di spesa e i criteri selettivi escludono molti nuclei famigliari e restringono l’uso dei bonus alle sole riqualificazioni profonde su abitazioni principali. L’esperienza degli anni precedenti ha evidenziato come la soglia del 50% abbia rappresentato il valore minimo per incentivare scelte pienamente tracciabili; la diminuzione al di sotto di questo livello ha portato a una diminuzione dell’emersione di lavori sommersi.

  • Lavori su seconde case: soglia psicologica di convenienza fortemente messa in discussione
  • Interventi minimi: con la rateizzazione decennale e la maxi restrizione delle spese cumulabili, la detrazione annuale risulta spesso trascurabile (ad esempio, 30 euro annui di sconto su 1.000 euro di spesa)
  • Famiglie con redditi medio-alti: aumenta l’incertezza sulla reale possibilità di fruire del vantaggio fiscale, anche per la variabilità di reddito e carichi familiari nel tempo

Quando conviene il pagamento in nero

I dati analizzati dal dipartimento Politiche fiscali di Cna, pubblicati da Il Sole 24 Ore, forniscono una chiave di lettura empirica per valutare quando fare lavori edilizi in casa conviene in nero e non con i bonus edilizi. Nel biennio 2011-2012, con aliquota minima al 36%, gli investimenti ufficiali in lavori di ristrutturazione hanno oscillato tra i 15 e i 19 miliardi di euro l’anno. 

L’aumento della detrazione al 50% ha determinato un balzo degli investimenti fino a quota 30 miliardi, segnando una netta emersione della componente sommersa. Sotto la soglia del 50%, il gap tra detrazione spalmata in dieci anni e il vantaggio immediato di un pagamento "scontato" è divenuto evidente per molte famiglie e imprese.

  • Per spese di piccolo importo, la convenienza di un beneficio fiscale annualizzato diventa marginale rispetto al risparmio immediato offerto da forme non regolari
  • La riduzione della detrazione al 30% (per le seconde case) dal 2026 accentuerà ulteriormente l’incentivo all’irregolarità, soprattutto in scenari in cui l’IVA, la ritenuta sui pagamenti e la pressione fiscale sono percepite come penalizzanti
I dati suggeriscono quindi una correlazione tra abbassamento delle aliquote e crescita delle transazioni irregolari nel settore edile.

Entrando più nel dettaglio, quando lo sconto è stato inferiore al 50% (cioè, nel 2011 e 2012, quando l’agevolazione base era il 36%) il livello di spese dei cittadini si è aggirato in una forbice tra i 15 e i 19 miliardi all’anno. L’innalzamento dal 50% in su ha portato l’immediata emersione di interventi sommersi per diversi miliardi di euro. 

La convenienza del nero rispetto alla richiesta dei bonus edilizi vale soprattutto per i lavori di importi molto ridotti, per cui la rateizzazione dell’incentivo tende a disperdere molto il beneficio: una detrazione al 30%, in programma dal 2026, su mille euro di spesa si traduce in appena 30 euro di sconto all’anno.

Risvolti fiscali e rischi per contribuenti e imprese

Optare per pagamenti non tracciati espone sia chi esegue che chi commissiona lavori a una serie articolata di rischi:

  • Evasione fiscale: l’elusione dell’IVA e delle imposte sul reddito configura violazioni fiscali sia per l’impresa sia per il privato; possono derivarne sanzioni amministrative e penali
  • Perdita di garanzie: i lavori eseguiti senza fattura non sono coperti da garanzie legali o assicurative, precludendo azioni di tutela in caso di difetti o vizi dell’opera
  • Imprevedibilità di controlli: l’Agenzia delle Entrate intensifica le verifiche incrociate e i controlli sulle anomalie di spesa nel settore edilizio, aumentando il rischio di accertamenti pluriennali, anche nei confronti dei singoli committenti
  • Impatti sulla sicurezza del lavoro: la mancanza di regolarità contrattuale aumenta i rischi per i lavoratori e per la sicurezza del cantiere

Prospettive e soluzioni per incentivare la legalità nei lavori edili

La crescita del lavoro irregolare, innescata dalla restrizione dei bonus edilizi, può essere arginata solo attraverso l’adozione di strumenti strutturali mirati:
  • Detrazioni selettive ma attrattive: il ritorno a soglie più elevate di detrazione per le sole riqualificazioni con beneficio energetico di rilievo potrebbe bilanciare legalità e risparmio pubblico
  • Campagne informative e trasparenza dei prezzi: maggiore chiarezza sui vantaggi di lavori regolari, rafforzando l’accesso a informazioni sulle procedure e sulle opportunità di finanziamento
  • Strumenti finanziari per famiglie vulnerabili: programmi di prestito a tasso agevolato dedicati ai nuclei con minori capacità reddituali e impossibilitati a sfruttare la detrazione fiscale
  • Sinergie con la direttiva Case Green: promozione della riqualificazione solo per interventi che garantiscano risultati tangibili in termini di risparmio di energia, riducendo il rischio di interventi "fittizi" e al contempo massimizzando il ritorno ambientale
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