Come si calcolano e quanto incidono le addizionali Irpef comunali sugli importi delle pensioni 2025 e come cambiano nelle diverse città
Il sistema fiscale italiano è noto per la sua articolazione, specie quando si tratta di misure che influenzano direttamente il potere d'acquisto dei pensionati. In questo ambito, le addizionali comunali e regionali all'Irpef rappresentano una delle variabili che maggiormente possono gravare sugli importi mensili delle pensioni. Tali prelievi, fissati autonomamente dagli enti locali nel rispetto dei limiti di legge, sono diversi da città a città, determinando divergenze notevoli tra Nord e Sud, grandi capoluoghi e comuni minori.
Il calcolo delle addizionali Irpef sulle pensioni implica alcuni specifici passaggi. Bisogna innanzitutto considerare il reddito complessivo percepito nell’anno precedente, dedotto degli oneri deducibili previsti dalla normativa. Le aliquote delle addizionali vengono deliberate dai singoli enti territoriali:
L’impatto delle addizionali locali si riflette concretamente nell’importo netto mensile della pensione, specialmente per chi percepisce assegni medio-bassi. Le differenze, anche a parità di reddito, risultano significative tra diverse città a causa dei differenti livelli di aliquota applicati dalle amministrazioni locali.
Nei mesi da marzo a novembre, i pensionati osservano spesso trattenute più sostanziose, dato che si sommano saldo e acconto delle addizionali, riducendo la disponibilità netta mensile. Questo meccanismo accentua le disuguaglianze territoriali e riguarda soprattutto chi vive in regioni e comuni con elevate necessità di finanziamento pubblico. Inoltre, l’introduzione di nuove soglie di no tax area ed esenzioni locali può alleviare l’incidenza per le fasce deboli.
Per illustrare concretamente quanto incide l’Irpef comunale sulle pensioni nel 2025, si considerano alcune città rappresentative partendo da un reddito pensionistico lordo di 35.000 euro annui:
Città | Aliquota Comunale | Irpef Comunale 2025 |
Milano | 0,8% | 280 € |
Torino | 0,8% | 280 € |
Roma | 0,9% esenzione fino a 14.000 € |
315 € |
Bari | 0,8% | 280 € |
Napoli | 0,8% | 280 € |
Firenze | 0,8% | 280 € |
Bologna | 0,8% | 280 € |
Nel capoluogo lombardo l’aliquota comunale è fissata allo 0,8%. Su una pensione lorda annuale di 35.000 euro, il prelievo ammonta a 280 euro, a cui va sommata l’addizionale regionale (1,23% in Lombardia).
Questa combinazione rende Milano una città con pressione fiscale media rispetto allo scenario nazionale, complice l’assenza di agevolazioni estese ma anche aliquote ferme da diversi anni. I pensionati avvertono il peso di tale trattenuta soprattutto da marzo a novembre, quando si attiva il doppio meccanismo di saldo e acconto.
Anche a Torino, la percentuale applicata sul reddito imponibile dei pensionati si attesta sullo 0,8%. Quindi, considerando la stessa soglia reddituale, la cifra trattenuta a titolo di addizionale comunale nel 2025 risulta in linea con Milano: 280 euro.
Da notare che per i redditi più elevati la pressione può risultare superiore, sommando l’incidenza dell’addizionale regionale, che in Piemonte presenta aliquote leggermente crescenti per scaglioni.
La Capitale si distingue per una delle aliquote comunali più elevate: lo 0,9%. Tuttavia, grazie all’accordo tra amministrazione e parti sociali, nel 2025 saranno esentati dall’addizionale comunale i pensionati (e lavoratori) con redditi fino a 14.000 euro, con un risparmio medio calcolato in circa 110 euro annui.
Per chi supera tale soglia, ad esempio su una pensione di 35.000 euro, la trattenuta sale a 315 euro. Inoltre, la cumulabilità con l’addizionale regionale Lazio, più elevata della media nazionale, amplifica il gap rispetto ad altri territori.
Nelle due maggiori città del Sud, il calcolo delle addizionali comunali si posiziona mediamente allo 0,8%. L’effetto su una pensione di 35.000 euro è speculare a quello delle città del Centro-Nord, ma deve essere letto considerando che spesso il reddito medio dei pensionati è più contenuto, comportando un’incidenza superiore in termini di percentuale sul netto percepito.
I dati UIL confermano che a Napoli questa voce si attesta sui 280 euro circa, cifra analoga a Bari, pur a fronte di possibili variazioni in base a crescite future delle aliquote per esigenze di bilancio locale.
Firenze e Bologna condividono un’aliquota dello 0,8%. Una pensione di 35.000 euro subirà dunque la stessa trattenuta comunale di 280 euro. Tuttavia, in Toscana e in Emilia-Romagna le addizionali regionali si attestano attorno al valore medio nazionale, generando una pressione totale che, pur non raggiungendo i picchi di Roma, resta rilevante sul reddito mensile dei pensionati.
A Firenze per le fasce molto basse (< 15.000 euro) l’incidenza in termini assoluti scende sotto i 100 euro, pesando quindi relativamente meno per chi beneficia della no tax area.