Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Quando le commissioni POS 2025 sono gratis per negozianti se si paga con carta di credito e bancomat

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
commissioni pos 2024

Quali sono i casi in cui i negozianti non pagano le commissioni sui pagamenti con i Pos nel 2025. Spiegazioni e chiarimenti

L’evoluzione normativa e tecnologica degli ultimi anni ha reso essenziale per tutte le attività commerciali italiane dotarsi di sistemi POS (Point of Sale) per la gestione dei pagamenti elettronici, sia con carta di credito che con bancomat. La progressiva digitalizzazione dei pagamenti, sostenuta da interventi legislativi e da una crescente domanda dei consumatori per metodi di pagamento tracciabili e sicuri, ha imposto ai commercianti di valutare attentamente i costi legati alle commissioni, canoni e condizioni dei vari dispositivi sul mercato. In particolare, è sempre più centrale comprendere quando le commissioni POS possono essere annullate o abbattute completamente per i negozianti che accettano carte.

Soluzioni POS senza commissioni e piani a canone fisso

Le offerte presenti sul mercato si sono evolute per rispondere all’esigenza crescente di costi prevedibili e ridotti da parte dei commercianti. È possibile distinguere tra tre modelli prevalenti di tariffazione:

  • POS senza commissioni per operazioni sotto soglia: alcune banche e società di pagamento azzerano le commissioni per importi inferiori a 10-15 euro (Banca Intesa, UniCredit, Nexi, Satispay, ecc.).
  • Piani a canone fisso: soluzioni idonee per chi ha un transato regolare, come Axerve Easy, con costi mensili tra 17 e 22 euro fino a 30.000 euro di incassi annui; al di sopra di questo limite si applica una fee aggiuntiva percentuale (in media 1%).
  • POS mobile senza costi fissi: dispositivi come SumUp e Worldline, senza canone, prevedono una commissione fissa tra l’1% e l’1,95% per ogni operazione.
I POS senza commissioni risultano vantaggiosi soprattutto per attività con elevato numero di transazioni di piccolo importo, liberi professionisti e ambulanti. Il canone, dove presente, copre spesso l’affitto dello strumento, la SIM dati per la connettività, l’assistenza tecnica e talvolta anche spese di manutenzione e aggiornamenti software.

Tabella comparativa: principali soluzioni POS (2025)

Operatore Commissioni micropagamenti Canone/Mese Altri costi
Nexi 0% sotto i 10€ Variabile Acquisto dispositivo
Axerve Easy 0% fino a soglia annua, poi 1% 17-22 € Costi aggiuntivi oltre soglia
SumUp 1,95% fisso Nessuno Una tantum dispositivo
Satispay 0% sotto i 10€, poi flat Nessuno Nessuno
Worldline 1,25% fisso Nessuno se transato >6000€ Nessuno

Criteri di scelta del POS, quale soluzione conviene?

La selezione del POS più adatto alle esigenze di un esercente dipende da molteplici fattori:

  • Volume di affari annuo e tipologia di clientela (alta frequenza di microtransazioni vs. importi medi elevati);
  • Prevedibilità dei costi: chi predilige un plafond mensile definito può optare per il canone, chi incassa occasionalmente può beneficiare delle soluzioni senza fisso;
  • Compatibilità con i circuiti accettati (Visa, Mastercard, PagoBANCOMAT, American Express, wallet digitali);
  • Tipologia di POS (fisso da banco per negozi, mobile/portatile per chi lavora in movimento);
  • Tempi di accredito e servizi accessori;
  • Assistenza tecnica e copertura assicurativa inclusa nel contratto;
In generale, POS mobile e portatili sono molto adatti a piccole realtà, ambulanti, professionisti senza sede fissa e attività itineranti, grazie alla flessibilità, alla connettività 4G/Wi-Fi e alla possibilità di inviare ricevute digitali. I sistemi tradizionali da banco sono preferiti nei negozi statici e con elevata affluenza.

Ripartizione dei costi di una transazione elettronica

Ogni incasso digitale con POS influenza il margine dell’esercente in funzione di molteplici voci di costo:

  • Quota banca emittente: 0,2% su bancomat, 0,3% su credito
  • Quota circuito pagamento: da 0,2 a 0,5% secondo tipologia e rischio
  • Commissione operatore POS: da 0,3 a 0,4%
Così, ad esempio, un pagamento di 20 euro genera in media tra 14 e 24 centesimi di costo per il commerciante, a cui si aggiunge un eventuale canone mensile di gestione dello strumento POS (variabile da zero, come in molte soluzioni mobile, fino a 14 euro circa per dispositivi avanzati).

Incentivi statali e agevolazioni per POS nel 2025

Le misure di sostegno al ricorso al POS da parte dello Stato persistono anche per il 2025. Si conferma la detrazione fiscale sulle commissioni POS per negozianti e professionisti con ricavi fino a 400.000 euro annui: è riconosciuto un credito d’imposta del 30% sulle spese sostenute per le transazioni digitali. Gli esercenti che adottano registratori di cassa telematici possono inoltre beneficiare di ulteriori incentivi (bonus una tantum sull’acquisto dei terminali fino a 320 euro, agevolazione di 50 euro per acquisto di nuove apparecchiature, secondo Decreto Aiuti Quater).

Tali misure puntano a sostenere l’innovazione, promuovere i pagamenti tracciabili, ridurre l’uso del contante e rafforzare la sicurezza in negozio.

Domande frequenti sulle commissioni POS gratis per negozianti (FAQ)

  • È obbligatorio accettare pagamenti con POS nel 2025?
    Sì, la normativa impone a tutte le attività che vendono beni e servizi nei confronti del pubblico di accettare pagamenti elettronici. Le uniche eccezioni riguardano specifiche categorie escluse dalla certificazione dei corrispettivi.
  • Quando non si pagano le commissioni POS?
    Le commissioni sono generalmente azzerate per micropagamenti sotto i 10 euro per piccoli esercenti e in presenza di determinati piani tariffari con banche e provider di servizi.
  • Cosa conviene tra POS a commissione e POS a canone fisso?
    La scelta dipende da fattore come numero e importo delle transazioni, necessità di prevedibilità dei costi e volume d’affari. Chi incassa spesso piccoli importi o lavora stagionalmente può trovare conveniente un modello senza fisso e con commissione sulle operazioni. Volumi superiori rendono preferibili i canoni mensili flat.
  • Sono previsti incentivi o detrazioni fiscali sulle commissioni POS?
    Per il 2025 è ancora attivo il credito d’imposta al 30% sulle commissioni sostenute da commercianti con ricavi inferiori a 400.000 euro, oltre a bonus una tantum sull’acquisto di POS e registratori di cassa telematici.
Leggi anche