Quante tasse si devono pagare se si svolge un lavoro dipendente ma si ha anche una Partita Iva: i chiarimenti e i calcoli
Quante tasse si devono pagare se si lavora sia come dipendente che con partita Iva nello stesso tempo? Avere un contratto di lavoro dipendente non esula dalla possibilità di fare un altro lavoro aprendo una Partita iva.
Bisogna, però, in questo caso considerare che cambia la tassazione, diventando nella maggior parte dei casi molto più elevata.
Inoltre, bisogna sempre considerare i casi di compatibilità fra queste due forme di attività. Vediamo allora di seguito nel dettaglio quante tasse si pagano se si svolge un lavoro dipendente e si ha anche una partita Iva.
Se i dipendenti pubblici sono vincolati all'obbligo di esclusività, i dipendenti privati possono anche svolgere un'attività autonoma aprendo la Partita Iva ma solo se non entra in concorrenza e se rispetta l'obbligo di riservatezza sulle informazioni che sono in proprio possesso.
In tal caso, bisogna considerare una eventuale maggiore tassazione da pagare, derivante dalla cumulabilità dei due redditi percepiti, sia da lavoro dipendente che da lavoro autonomo.
Svolgendo contemporaneamente un lavoro dipendente e un'attività autonoma con Partita Iva si percepiscono due redditi distinti che devono essere indicati in maniera separata nella dichiarazione dei redditi e per cui sono previsti sistemi di tassazione differenti.
Le tasse da versare quando si fa un lavoro dipendente e si ha anche partita Iva prevedono, infatti, il calcolo distinto secondo le aliquote Irpef vigenti per quanto riguarda il lavoro autonomo e il lavoro dipendente.
Non si cumulano, dunque, reddito da lavoro dipendente e reddito da lavoro autonomo con imposizione della tassazione su unico reddito imponibile complessivo.
Per quanto riguarda il pagamento dei contributi, se si apre una partita Iva la certezza è che si devono versare alla Cassa di competenza, che può essere quella della Gestione Separata dell’Inps o una di quelle professionali private.
Si iscrivono, infatti, alla Gestione Separata dell’Inps tutti i Professionisti Senza Albo, cioè i soggetti che svolgono una professione per cui non esiste un Albo specifico.
Il metodo di calcolo dei Contributi per la Gestione Separata è molto semplice: basta moltiplicare il reddito imponibile delpProfessionista per l’aliquota di contribuzione fissata dalla legge.
Precisiamo che i lavoratori iscritti alla gestione commercianti possono beneficiare dell’esonero in caso di contratto subordinato full time, mentre per quanto riguarda i professionisti iscritti alla Gestione separata può scattare la riduzione dell’aliquota standard dal 26 % al 24 %.
I professionisti iscritti all’Albo, in alcuni casi, invece, possono beneficiare di agevolazioni contributive e vedere così ridotto l’importo dei versamenti dovuti.
In ogni caso, i contributi si versano sia sul reddito derivante da lavoro autonomo con Partita Iva e sia sul reddito da lavoro dipendente, essendo versati direttamente dal datore di lavoro in busta paga.
Per fare un esempio di calcolo delle tasse per chi ha un lavoro dipendente e anche una Partita Iva allo stesso tempo, se per i redditi conseguiti da lavoro dipendente la tassazione viene direttamente applicata e sottratta in busta paga secondo gli importi previsti dalla legge, supponendo che si guadagni un reddito annuo da lavoro autonomo di circa 20mila euro, si applica l'Irpef al 23%.