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Quanto costa un'ora di utilizzo di un condizionatore in media nel 2025? E per l'uso tutta l'estate?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Condizionatore in media nel 2025

Affrontare i costi di un condizionatore nel 2025 significa considerare consumi variabili, modelli e tariffe. Cosa incide sulla spesa oraria e stagionale, come calcolarla e come ridurre i consumi evitando brutte sorprese in bolletta.

L’utilizzo diffuso dei condizionatori rappresenta una delle principali voci di spesa energetica nelle abitazioni italiane durante l’estate. La crescente attenzione ai costi dell’energia comporta una valutazione più attenta delle tecnologie e delle strategie per ottimizzare i consumi.

Valutare quanto costa ora di utilizzo di un condizionatore nel 2025 richiede un’analisi dei modelli, delle tariffe elettriche aggiornate e delle abitudini di impiego, tenendo conto dell’evoluzione normativa e del mercato libero dell’energia. I fattori che determinano la spesa finale, inoltre, comprendono non solo la potenza dell’apparecchio e la sua classe di efficienza, ma anche il contesto abitativo, l’isolamento e la scelta consapevole delle temperature impostate.

Fattori che influenzano il consumo orario del condizionatore

Alla radice del consumo elettrico c’è la potenza nominale del condizionatore espressa in kW (chilowatt). Un modello da 2,5 kW, ad esempio, consuma all’incirca 0,8–1,2 kWh per ogni ora di utilizzo, a seconda dell’efficienza con cui eroga il raffrescamento. Il valore reale dipende dalla classe energetica, un parametro che sintetizza la capacità del dispositivo di trasformare energia elettrica in potenza frigorifera.

Un condizionatore in classe A+++ consuma meno rispetto a uno in classe C, anche se la potenza è la stessa. A influenzare il tutto è l’indice SEER (Seasonal Energy Efficiency Ratio), che misura l’efficienza stagionale nel raffrescamento: più è alto, più energia viene risparmiata per lo stesso comfort.

  • Classe energetica (es. A+++, A++, A, C): la scelta di una classe elevata consente un risparmio sui consumi annui anche del 40% rispetto ai modelli meno efficienti.
  • Potenza espressa in BTU: la potenza deve essere proporzionata al volume dell’ambiente; un apparecchio sovradimensionato o sottodimensionato provoca sprechi.
  • Tipologia dell’impianto: i modelli inverter, grazie alla modulazione automatica della potenza, garantiscono una maggiore efficienza rispetto ai sistemi on/off o ai condizionatori portatili.
  • Durata e modalità di utilizzo: accensioni prolungate, impostazione di temperature inferiori ai 25°C o uso contemporaneo di più split aumentano i costi in modo significativo.
  • Isolamento termico e posizione geografica: zone climatiche più calde o abitazioni poco isolate richiedono maggior energia per il raffrescamento.
  • Tariffe elettriche: la scelta di una tariffa adeguata (o la produzione tramite fotovoltaico) può incidere sulla spesa finale.

Tipologie di condizionatori e consumi: confronto tra modelli, potenza e classi energetiche

Le differenze di costo per ora di utilizzo tra i modelli possono superare anche 30 cent/€ per ogni apparecchio impiegato.
  • Condizionatori portatili: consumi tra 1,0 e 1,5 kWh/h, punte di 1,8 kWh/h nei casi meno efficienti.
  • Split fissi senza inverter: assorbimento tipico tra 0,8 e 1,2 kWh/h.
  • Split inverter (A++/A+++): 0,4-0,7 kWh/h grazie alla regolazione automatica della potenza.
  • Multisplit a doppia unità: il consumo su due ambienti sale a 1,2–1,8 kWh/h.
  • Standard 12.000 BTU: appropriato per ambienti 35-50 mq, assorbimento compreso tra 0,9–1,2 kWh/h in base alla classe energetica.
Una tabella riepilogativa aiuta a comprendere meglio le differenze di consumo:

Tipologia

Consumo orario (kWh)

Classe energetica tipica

Portatile

1,0 - 1,5 (fino a 1,8)

B/C

Split fisso

0,8 - 1,2

B/A

Split inverter

0,4 - 0,7

A++/A+++

Multisplit (2 unità)

1,2 - 1,8

A++/A


 

Calcolo del costo orario: formule, tariffe energetiche attuali e simulazioni pratiche

Il consumo orario varia anche in base alla temperatura esterna e alla coibentazione dell’edificio. In una giornata con 38 gradi e forte esposizione solare, il sistema dovrà lavorare molto di più rispetto a un ambiente già parzialmente ombreggiato o ventilato. La presenza di vetri doppi, cappotti termici o persiane riduce il carico termico e permette al condizionatore di operare con meno sforzo.

Allo stesso modo, anche la dimensione e l’esposizione della stanza influenzano i consumi: un locale di 40 m2 rivolto a sud con ampie vetrate consumerà più di una camera da letto di 12 m2 esposta a nord. In termini pratici, più calore esterno entra nell’ambiente, più il climatizzatore dovrà restare attivo ad alta potenza, alzando il consumo orario in modo proporzionale alla fatica richiesta.

Il calcolo può essere effettuato con la formula:

  • Costo orario = Consumo orario (kWh) × Tariffa elettrica (€/kWh)
Le tariffe integrate 2025 hanno una media di circa 0,28 €/kWh, considerando tutti gli oneri della bolletta. Ne derivano scenari realistici:
  • Split inverter (0,5 kWh/h): 0,14 €/h
  • Split tradizionale (1,0 kWh/h): 0,28 €/h
  • Portatile poco efficiente (1,5 kWh/h): 0,42 €/h
Simulando 8 ore di uso giornaliero il costo va da 1,20 € a 3,40 €. La scelta della tariffa e/o del fornitore può ridurre sensibilmente la spesa annua.

Stima della spesa per l’intera estate: proiezioni per differenti scenari di utilizzo

Considerando una stagione estiva di 90 giorni (giugno-agosto) e utilizzo medio di 8 ore/giorno, le proiezioni sono le seguenti:

  • Inverter A++: tra 79,20 € e 144,00 € (0,11-0,20 €/h x 8h x 90g)
  • Split base classe A: tra 122,40 € e 180,00 € (0,17-0,25 €/h x 8h x 90g)
  • Multisplit 2 unità: 244,80 € – 360,00 € (0,34–0,50 €/h x 8h x 90g)
Abitazioni con più apparecchi possono raggiungere una spesa estiva di 158–720 € a seconda delle condizioni di efficienza e delle modalità di utilizzo.
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