Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Quanto costerà un pieno di benzina o diesel con la modifica dei prezzi dei carburanti nel 2026? Calcoli ed esempi

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Benzina o diesel

Nel 2026 i prezzi di benzina e diesel saranno ridefiniti da nuove accise. L'impatto sui costi dei pieni, gli effetti su automobilisti e diversi veicoli, le reazioni economiche e le prospettive per il futuro.

Il governo ha annunciato un vero e proprio riallineamento fiscale tra i due carburanti di benzina e diesel, una scelta che renderà il gasolio meno conveniente rispetto alla verde già nei primi giorni del 2026. Si tratta di una svolta storica per migliaia di automobilisti abituati, per decenni, a considerare il diesel come la soluzione più vantaggiosa per i lunghi tragitti o i tragitti lavorativi quotidiani.

Grazie a questi nuovi provvedimenti normativi, la differenza tra i costi di un pieno di benzina e uno di diesel si invertirà: le famiglie e i lavoratori dovranno adeguare i loro budget ai nuovi scenari, valutando con attenzione l'impatto sul proprio portafoglio e sulle abitudini di spostamento.

Le nuove accise su benzina e diesel: cosa prevede la normativa 2026

Il disegno di legge di Bilancio per il 2026 introduce una modifica immediata all'imposizione fiscale su benzina e gasolio. Rispetto ai piani originari, che prevedevano un allineamento progressivo dal 2025 al 2030, il governo ha optato per una parificazione accelerata delle accise a partire dal 1° gennaio 2026. Secondo il nuovo regime, sia la benzina sia il diesel saranno gravati da un'accisa unica fissata a 67,29 centesimi di euro per litro (672,90 euro ogni mille litri), uniformando i costi fiscali che fino a oggi hanno nettamente favorito le auto a gasolio.

Nella pratica, questa misura comporta un taglio di 4,05 centesimi al litro per la benzina rispetto ai valori precedenti e un aumento equivalente sul gasolio. Il cambiamento si applicherà direttamente al prezzo alla pompa, senza ulteriori deroghe, esclusi specifici settori produttivi come l'agricoltura, la zootecnia e l'autotrasporto per i quali continueranno a valere agevolazioni dedicate. Per le altre tipologie di automobilisti, la parità fiscale rappresenterà un aumento tangibile dei costi per chi utilizza il gasolio e un lieve sollievo per chi sceglie la benzina.

Secondo le simulazioni e le stime governative, le nuove entrate fiscali sono destinate, almeno in parte, al finanziamento della riforma dell'IRPEF e all'adeguamento contrattuale dei lavoratori del trasporto pubblico locale. L'intervento allinea la normativa italiana alle direttive europee orientate alla riduzione delle agevolazioni considerate dannose per l'ambiente. Per la piena entrata in vigore occorre anche il via libera di Camera e Senato, ma la direzione politica è ormai chiara: dal 2026, costi equivalenti per entrambi i carburanti.

Calcolo aumenti e risparmi: quanto si spenderà per un pieno nel 2026

L'impatto reale della modifica delle accise sarà immediatamente percepibile da chiunque si reca al distributore a partire dal nuovo anno. Gli effetti vanno misurati sia sul singolo rifornimento che su base annua, considerando diverse tipologie di automobilisti e veicoli. Le stime degli osservatori dei prezzi, aggiornate all'ultima variazione normativa, propongono alcuni esempi pratici:

  • Per chi guida un'auto diesel, il rincaro per un pieno da 50 litri arriverà a circa 2,47 euro in più rispetto al 2025, considerando anche l'IVA al 22%.
  • Se rapportato su base annua (ipotesi di due pieni mensili), l'aumento complessivo toccherà quasi 59 euro per veicolo.
  • A titolo di confronto, chi utilizza la benzina potrà risparmiare circa 2 euro ogni pieno da 50 litri, vale a dire oltre 48 euro l'anno, mantenendo la stessa frequenza di rifornimenti.
Per aiutare la comprensione, si riportano alcuni prezzi ipotetici alla pompa in modalità self (dati ottobre 2025): 1,699 €/l per la benzina e 1,625 €/l per il diesel prima della modifica. Dal 2026, il diesel avrà un costo totale superiore, cambiando radicalmente la gerarchia di convenienza che aveva sempre visto il gasolio come scelta preferita per chi percorre molti chilometri annualmente:

Tipologia carburante

Pieno 50 litri (variazione)

Spesa annuale (2 pieni/mese)

Diesel

+2,47 €

+59 €

Benzina

-2,00 €

-48 €

L'effetto della modifica può essere riassunto così: chi utilizza diesel pagherà di più fin da subito, mentre il risparmio per le auto a benzina, pur esistente, sarà di dimensioni inferiori rispetto ai rincari subiti dagli utilizzatori di vetture a gasolio.

Impatto sulle diverse categorie di automobilisti e veicoli

L'uniformazione delle accise non avrà un impatto uniforme su tutta la popolazione. Alcune categorie saranno espressamente escluse dal provvedimento, mentre altre subiranno direttamente le nuove condizioni fiscali:

  • Automobilisti privati: Per chi utilizza abitualmente un'auto a diesel, in particolare pendolari e lavoratori che coprono lunghi tragitti, l'aumento dei costi sarà rilevante e potrà incidere sulle decisioni future di acquisto o cambio del veicolo.
  • Veicoli aziendali e flotte: Le imprese operanti fuori dai settori esonerati vedranno lievitare i costi di gestione delle vetture alimentate a gasolio. Tale aspetto rischia di influenzare i listini dei servizi di trasporto e logistica, con ripercussioni potenzialmente a catena su vari settori dell'economia reale.
  • Esenzioni specifiche: Restano escluse dall'aumento dell'accisa sul gasolio le attività agricole, zootecniche, forestali, florovivaistiche e di pesca, oltre ai mezzi fissi utilizzati in cantieri o stabilimenti industriali. Questo evita un impatto diretto sulle nostre filiere produttive primarie.
  • Trasporto pubblico locale: Anche in questa categoria permarranno le agevolazioni già previste, con un impatto solo marginale sulle tariffe per l'utenza finale.
La tabella sottostante mette a confronto, in modo sintetico, chi sarà più colpito e chi invece manterrà una posizione di vantaggio rispetto all'adeguamento fiscale:

Categoria

Impatto diretto

Esclusione/Agevolazione

Privati (Benzina)

Risparmio minimo

No

Privati (Diesel)

Rincaro significativo

No

Agricoltura, pesca, cantieri

Effetto limitato o nullo

Autotrasporto

Minimo grazie a regimi speciali

Effetti economici e critiche delle associazioni dei consumatori

Le associazioni dei consumatori, fra cui Codacons e Assoutenti, hanno espresso forti preoccupazioni sull'impatto economico della nuova normativa. Secondo le loro stime, la stangata sul diesel interesserà circa 16,6 milioni di automobilisti italiani e genererà un aggravio collettivo superiore a 360 milioni di euro l'anno solo per questa categoria. La differenza rispetto ai risparmi sulla benzina, giudicata minima, rischia di far sentire la misura come iniqua e penalizzante per molte famiglie:

  • Assoutenti evidenzia che oltre il 60% del prezzo dei carburanti in Italia è composto da tasse tra accise e IVA, un quadro che ci pone ai vertici europei per il carico fiscale sui carburanti.
  • Preoccupazione anche sulla trasparenza applicativa: in passato, aumenti delle accise hanno portato a rincari immediati, mentre i benefici da riduzioni si sono spesso rivelati molto più contenuti nella realtà.
  • Le richieste al governo si concentrano sulla necessità di controlli rigorosi e sanzioni per i distributori che non trasferiranno in modo corretto la riduzione dell'accisa sulla benzina ai consumatori finali.
  • Gli effetti indiretti comprendono possibili aumenti dei costi logistici e di trasporto, che potrebbero a loro volta riflettersi su prezzi e servizi destinati ai cittadini.
Codacons denuncia che la manovra porterà a un divario sempre più marcato fra chi ha puntato sul diesel, spesso perché incentivato da campagne ambientali precedenti, e chi ha optato per la benzina: Quando il diesel sale, il prezzo alla pompa cresce subito. Ma le riduzioni della benzina si sentono molto meno. Ciò accresce il senso di disagio fra i consumatori e alimenta le richieste di una maggiore equità nella ripartizione degli oneri fiscali.

Cosa aspettarsi dopo il 2026

L'anticipazione del riequilibrio fiscale non esaurisce il dibattito sui carburanti. Le attuali disposizioni potrebbero subire ulteriori modifiche durante l'iter parlamentare o in risposta a mutate condizioni di mercato e contesto internazionale. Alcuni partiti della maggioranza stanno già valutando la possibilità di reintrodurre una transizione più graduale, considerando l'impatto sui costi di trasporto e l'opinione pubblica.

Guardando oltre il 2026, gli effetti potrebbero andare oltre il mero equilibrio di prezzo tra diesel e benzina. Si prevede che la nuova struttura delle accise possa:

  • Accelerare la transizione verso veicoli a basse emissioni, dato che il vantaggio economico del diesel viene meno rispetto agli scorsi decenni.
  • Incentivare ulteriori interventi normativi per sostenere l'elettrificazione dei trasporti e il ricambio del parco veicolare anziano.
  • Indurre cambiamenti nelle scelte di acquisto di auto nuove, con una preferenza crescente per modelli ibridi, elettrici o alimentati da fonti alternative.
Rimane infine un'incognita legata al futuro dei prezzi internazionali del petrolio e alle dinamiche di domanda e offerta globale. Queste variabili esterne, insieme alle scelte politiche nazionali ed europee, continueranno a incidere profondamente sulla spesa quotidiana degli automobilisti italiani e sulle strategie delle aziende che operano nel settore trasporti.