Nel 2026 i prezzi di benzina e diesel saranno ridefiniti da nuove accise. L'impatto sui costi dei pieni, gli effetti su automobilisti e diversi veicoli, le reazioni economiche e le prospettive per il futuro.
Il governo ha annunciato un vero e proprio riallineamento fiscale tra i due carburanti di benzina e diesel, una scelta che renderà il gasolio meno conveniente rispetto alla verde già nei primi giorni del 2026. Si tratta di una svolta storica per migliaia di automobilisti abituati, per decenni, a considerare il diesel come la soluzione più vantaggiosa per i lunghi tragitti o i tragitti lavorativi quotidiani.
Grazie a questi nuovi provvedimenti normativi, la differenza tra i costi di un pieno di benzina e uno di diesel si invertirà: le famiglie e i lavoratori dovranno adeguare i loro budget ai nuovi scenari, valutando con attenzione l'impatto sul proprio portafoglio e sulle abitudini di spostamento.
Il disegno di legge di Bilancio per il 2026 introduce una modifica immediata all'imposizione fiscale su benzina e gasolio. Rispetto ai piani originari, che prevedevano un allineamento progressivo dal 2025 al 2030, il governo ha optato per una parificazione accelerata delle accise a partire dal 1° gennaio 2026. Secondo il nuovo regime, sia la benzina sia il diesel saranno gravati da un'accisa unica fissata a 67,29 centesimi di euro per litro (672,90 euro ogni mille litri), uniformando i costi fiscali che fino a oggi hanno nettamente favorito le auto a gasolio.
Nella pratica, questa misura comporta un taglio di 4,05 centesimi al litro per la benzina rispetto ai valori precedenti e un aumento equivalente sul gasolio. Il cambiamento si applicherà direttamente al prezzo alla pompa, senza ulteriori deroghe, esclusi specifici settori produttivi come l'agricoltura, la zootecnia e l'autotrasporto per i quali continueranno a valere agevolazioni dedicate. Per le altre tipologie di automobilisti, la parità fiscale rappresenterà un aumento tangibile dei costi per chi utilizza il gasolio e un lieve sollievo per chi sceglie la benzina.
Secondo le simulazioni e le stime governative, le nuove entrate fiscali sono destinate, almeno in parte, al finanziamento della riforma dell'IRPEF e all'adeguamento contrattuale dei lavoratori del trasporto pubblico locale. L'intervento allinea la normativa italiana alle direttive europee orientate alla riduzione delle agevolazioni considerate dannose per l'ambiente. Per la piena entrata in vigore occorre anche il via libera di Camera e Senato, ma la direzione politica è ormai chiara: dal 2026, costi equivalenti per entrambi i carburanti.
L'impatto reale della modifica delle accise sarà immediatamente percepibile da chiunque si reca al distributore a partire dal nuovo anno. Gli effetti vanno misurati sia sul singolo rifornimento che su base annua, considerando diverse tipologie di automobilisti e veicoli. Le stime degli osservatori dei prezzi, aggiornate all'ultima variazione normativa, propongono alcuni esempi pratici:
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Tipologia carburante |
Pieno 50 litri (variazione) |
Spesa annuale (2 pieni/mese) |
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Diesel |
+2,47 € |
+59 € |
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Benzina |
-2,00 € |
-48 € |
L'effetto della modifica può essere riassunto così: chi utilizza diesel pagherà di più fin da subito, mentre il risparmio per le auto a benzina, pur esistente, sarà di dimensioni inferiori rispetto ai rincari subiti dagli utilizzatori di vetture a gasolio.
L'uniformazione delle accise non avrà un impatto uniforme su tutta la popolazione. Alcune categorie saranno espressamente escluse dal provvedimento, mentre altre subiranno direttamente le nuove condizioni fiscali:
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Categoria |
Impatto diretto |
Esclusione/Agevolazione |
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Privati (Benzina) |
Risparmio minimo |
No |
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Privati (Diesel) |
Rincaro significativo |
No |
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Agricoltura, pesca, cantieri |
Effetto limitato o nullo |
Sì |
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Autotrasporto |
Minimo grazie a regimi speciali |
Sì |
Le associazioni dei consumatori, fra cui Codacons e Assoutenti, hanno espresso forti preoccupazioni sull'impatto economico della nuova normativa. Secondo le loro stime, la stangata sul diesel interesserà circa 16,6 milioni di automobilisti italiani e genererà un aggravio collettivo superiore a 360 milioni di euro l'anno solo per questa categoria. La differenza rispetto ai risparmi sulla benzina, giudicata minima, rischia di far sentire la misura come iniqua e penalizzante per molte famiglie:
L'anticipazione del riequilibrio fiscale non esaurisce il dibattito sui carburanti. Le attuali disposizioni potrebbero subire ulteriori modifiche durante l'iter parlamentare o in risposta a mutate condizioni di mercato e contesto internazionale. Alcuni partiti della maggioranza stanno già valutando la possibilità di reintrodurre una transizione più graduale, considerando l'impatto sui costi di trasporto e l'opinione pubblica.
Guardando oltre il 2026, gli effetti potrebbero andare oltre il mero equilibrio di prezzo tra diesel e benzina. Si prevede che la nuova struttura delle accise possa: