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Manovra Finanziaria 2026 approvata, ma può cambiare ancora nei prossimi mesi almeno in 2 momenti

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Prima la verifica da parte degli organi europei, poi il successivo esame nelle sedi istituzionali italiane: le prossime fasi della Manovra con eventuali modifiche possibili

Il via libera alla Manovra 2026 da parte del Consiglio dei Ministri rappresenta il punto di partenza di un percorso articolato, destinato a incidere in modo significativo sugli equilibri economici e sociali del Paese. L’impianto economico approvato dal Governo, per un valore complessivo di circa 18,7 miliardi di euro, riflette un contesto internazionale ancora segnato da instabilità e incertezze sui mercati energetici, finanziari e geopolitici. Tra le priorità dichiarate spiccano la sostenibilità della finanza pubblica, il sostegno alle famiglie e alle imprese, interventi mirati sulla sanità e una particolare attenzione agli investimenti strutturali.

Le due tappe fondamentali: Parlamento Europeo e Parlamento italiano

L’iter della Manovra Finanziaria 2026 attraversa due fasi decisive prima dell’approvazione definitiva: la verifica da parte degli organi europei e il successivo esame nelle sedi istituzionali italiane. Entrando più nel dettaglio, le fasi ‘europee’ si articolano in:

  • Trasmissione e valutazione presso la Commissione Europea: Il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) deve essere inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre di ogni anno, come richiesto dal Patto di Stabilità e Crescita UE aggiornato. La Commissione ha il compito di esaminare la coerenza degli interventi rispetto al quadro macroeconomico, ai saldi di finanza pubblica e agli obiettivi concordati nei Piani nazionali di riforma.
  • Ruolo del Parlamento Europeo: Sebbene la valutazione formale della manovra tocchi la Commissione Ue e l’Eurogruppo, il Parlamento europeo esercita una vigilanza politica, proponendo raccomandazioni ed esprimendo orientamenti sui target di investimento, equità e sostenibilità.
Al termine di questa analisi, Bruxelles può rilasciare un parere, spesso a novembre, indicando potenziali criticità e suggerimenti di adeguamento. Il Governo può recepire, interamente o in parte, le osservazioni UE mediante integrazioni o correzioni da inserire nel testo che affronterà l’iter parlamentare nazionale.

Una volta superata la verifica comunitaria, la palla passa al Parlamento italiano. La manovra viene presentata prima in una delle due Camere (alternanza ogni anno), poi esaminata dalla Commissione Bilancio e da tutte le commissioni competenti in materia. In particolare:

  • Sessione di bilancio: L'esame parlamentare implica la sospensione dei lavori ordinari per concentrare l’attenzione sull’intera legge, garantendo tempi rapidi ma con un certo grado di confronto tra maggioranza e opposizione.
  • Presentazione e approvazione finale: Dopo il primo passaggio, l’approvazione definitiva deve avvenire entro il 31 dicembre, pena l’avvio dell’esercizio provvisorio. Solo a seguito della pubblicazione in Gazzetta ufficiale la Manovra acquisisce efficacia dal 1° gennaio successivo.
Le due tappe, l’esame europeo e quello parlamentare nazionale, rappresentano quindi i momenti chiave in cui la manovra può subire modifiche anche rilevanti.

Modifiche e approvazione in Parlamento tra Senato e Camera

Se la verifica europea è di carattere tecnico e orientativo, il vero confronto politico avviene in Parlamento, dove la Manovra entra nel vivo di punti ancora da chiarire, negoziati tra forze di maggioranza e opposizione. Il testo passa in Commissione Bilancio, dove vengono ascoltati i principali organismi di controllo (IVASS, ISTAT, Banca d’Italia, Corte dei Conti), e successivamente sono ammesse proposte emendative nella misura consentita dai regolamenti di Camera e Senato.

L’approvazione del testo finale segue un iter “accelerato”, poiché la Manovra è considerata prioritaria rispetto agli altri provvedimenti e il calendario parlamentare viene interamente dedicato fino alla fine di dicembre.

Nel 2026 sono due i passaggi in cui la manovra può ancora essere alterata:

  • alla Camera (o al Senato), durante l’esame iniziale in Commissione e in Aula, con la presentazione di emendamenti e richieste di modifica;
  • nel ramo successivo, dove possono essere accolte ulteriori modifiche (per lo più solo se di natura tecnico-contabile o per limiti regolamentari), in modo tempestivo e senza rischi per la tempistica dell’approvazione.
Gli emendamenti ritenuti ammissibili vengono raccolti nel cosiddetto "maxiemendamento" su cui l’esecutivo può porre la fiducia per garantirne l’approvazione. 

Emendamenti previsti: opposizioni e proposte delle forze politiche

Il dibattito in Commissione Bilancio vede già profilarsi diverse proposte di emendamento avanzate sia dall’opposizione che dalla stessa maggioranza. L’attenzione è puntata su misure strategiche e sugli effetti redistributivi delle principali innovazioni fiscali.

  • Forze di opposizione: Richiedono un rafforzamento delle misure di contrasto alla povertà, una maggiore dotazione sul fronte sanità e pensioni, ampliamenti dei bonus edilizi e di quelli sociali non previsti nel testo originario. Chiedono inoltre regole più favorevoli per la previdenza e l’introduzione di criteri meno restrittivi per il pensionamento anticipato.
  • Proposte all’interno della maggioranza: Lega e Forza Italia si sono già espresse in modo critico rispetto all’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, chiedendone l’annullamento o, quantomeno, la riduzione della nuova aliquota al 21%, anziché al 26% previsto nella versione licenziata dal Governo. Sul tema della flat tax, si registra una spinta da parte degli stessi partiti per una significativa estensione della soglia massima da 85.000 euro annui fino a 100.000 euro, ampliando così la platea dei beneficiari fra autonomi e professionisti.
Altri emendamenti oggetto di confronto riguardano:
  • l’inasprimento o la rimodulazione dei contributi sulle buste paga in base al livello retributivo;
  • correttivi agli incentivi per gli investimenti delle imprese e per la formazione 4.0;
  • integrazioni alle dotazioni dei fondi destinati ai nuovi nati, alle famiglie numerose e ai soggetti in condizioni di disagio sociale.
Le principali sigle sindacali, dal canto loro, rivendicano misure che rafforzino la tutela del lavoro, con maggiore attenzione ai rinnovi contrattuali e interventi strutturali sulle pensioni.

Focus: cedolare secca, flat tax e altri emendamenti chiave in discussione

Tra le modifiche chiave, alcuni emendamenti assumono particolare rilievo, sia per gli impatti economici che per il dibattito sociale generato.

  • Aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi: L’innalzamento al 26% stabilito nell’attuale versione viene fortemente contestato da Lega e Forza Italia, sostenuti da associazioni di categoria e rappresentanti del settore turistico extra-alberghiero. La richiesta è di mantenere la precedente soglia del 21%, per evitare il rischio di aumento del sommerso e penalizzazione delle attività di locazione breve.
  • Flat tax: Per quanto riguarda le partite IVA, si propone di estendere il regime forfettario portando la soglia fino a 100.000 euro di reddito annuo, recependo le istanze avanzate dai professionisti, specie nel nord del Paese, e valutando la compatibilità con i vincoli di finanza pubblica e le regole europee. L’obiettivo dichiarato è promuovere la crescita delle attività autonome e incentivare l’uscita dal lavoro nero.
  • Premi di produttività, fringe benefit e sgravi contributivi: Alcuni emendamenti chiedono di ampliare la platea dei beneficiari e di prolungare per un altro triennio le agevolazioni su premi e benefit aziendali, mantenendo le misure straordinarie introdotte con le ultime manovre per contrastare gli effetti dell’inflazione sui salari.
  • Pace fiscale e rottamazione dei ruoli: In relazione ai debiti fiscali accumulati, si discute la possibilità di estendere i termini della sanatoria su imposte e sanzioni, sia per i carichi più recenti sia per i contribuenti in comprovate difficoltà economiche, ispirandosi al modello delle rottamazioni quater e quinquies degli ultimi anni.
  • Misure green e incentivi industriali: Emergono infine proposte per aumentare gli sgravi legati agli investimenti in transizione digitale ed energetica, riprendendo la filosofia di “Transizione 4.0” e “5.0” e potenziando gli interventi del PNRR, con incentivi maggiorati per chi investe in beni strumentali digitali e a basso impatto ambientale.
La discussione parlamentare resterà aperta fino alla fine di dicembre.
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