Negli ultimi anni le bollette del gas hanno segnato aumenti record in Italia, impattando famiglie e città. Analizziamo le cause dei rincari, i dati tra territori e suggerisce soluzioni per diminuire la spesa energetica.
Negli ultimi anni le famiglie italiane hanno vissuto una fase di incremento significativo dei costi legati al gas naturale. Questo andamento si basa su diversi fattori, tra cui le fluttuazioni del mercato energetico europeo e l’impatto degli eventi geopolitici che hanno gravato sull’intero continente. Nonostante il recente abbassamento dei prezzi all'ingrosso del gas, gli importi pagati dagli utenti per il riscaldamento domestico o per l’acqua calda sono rimasti ben superiori alla media del periodo pre-crisi, oscillante tra il 2019 e il 2020.
L’analisi delle tariffe conferma che i nuclei familiari hanno fronteggiato spese record negli ultimi inverni, con picchi che si sono mantenuti tali anche dopo i primi segnali di ripresa dai mercati internazionali. Le variazioni di prezzo non hanno interessato in modo omogeneo tutte le aree d'Italia, poiché elementi come il clima locale, la tipologia delle abitazioni, le regolamentazioni delle singole città e l’efficienza degli impianti hanno inciso in maniera sostanziale sulle bollette.
In questo contesto, l’attenzione verso una migliore informazione, la tutela del consumatore e l’individuazione di nuove strategie di risparmio risultano oggi argomenti di primaria importanza per famiglie, amministratori condominiali e operatori del settore energetico.
L’analisi dei dati degli ultimi cinque anni mette in evidenza un rincaro marcato delle bollette domestiche del gas per la maggioranza degli utenti in Italia. L’origine di questo fenomeno va ricercata tra fattori concatenati, alcuni riconducibili alla dinamica dei mercati internazionali, altri alle specificità normative e infrastrutturali del sistema energetico nazionale.
Tra il 2019 e il 2025, il costo del gas naturale è stato influenzato da:
Uno studio di Ecco, think tank italiano per il clima, sintetizza in cifre l’impatto di questo scenario:
| Città | Costo (in euro) inverno 2025/26* | Variazione rispetto al 2019/20 | Variazione rispetto all’inverno 2024/25 |
| Milano | 1.080 | +31% | -22% |
| Roma | 1.100 | +43% | -9% |
| Palermo | 680 | +45% | -8% |
*Stima per una famiglia in appartamento di 70 mq
L’aumento delle tariffe risulta notevole rispetto al livello pre-crisi. A Milano, la spesa stimata per una famiglia media risulta superiore di circa un terzo rispetto al periodo 2019/20, mentre a Palermo l'incremento supera abbondantemente il 40%. La forte crescita dei costi si registra nonostante il sensibile calo, rispetto all’inverno precedente, riscontrato in alcune città del Centro-Nord. Il fenomeno può essere attribuito principalmente all’incidenza dei costi regolatori e delle accise che, pur in presenza di una flessione della materia prima, tengono elevata la spesa complessiva.
Altro elemento chiave riguarda la componente variabile delle bollette: sebbene il prezzo della fornitura rappresenti la parte più visibile, voci come trasporto, distribuzione e ulteriori oneri costituiscono una porzione ormai molto significativa della spesa totale.
Queste differenze territoriali sono dovute in parte al clima – che richiede più o meno gas a seconda che ci si trovi al Nord o al Sud – ma anche alle politiche locali sulla distribuzione e all’efficienza media degli impianti installati.
Secondo alcuni osservatori del settore, una delle dinamiche più rilevanti riguarda la tendenza, nel medio-lungo periodo, alla riduzione della dipendenza dal gas attraverso il ricorso a fonti alternative e a sistemi maggiormente efficienti dal punto di vista energetico.
L’analisi normativa sottolinea inoltre che gli sviluppi delle “tariffe di rete” e la definizione degli oneri generali di sistema da parte di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) hanno fatto sì che la quota parte del costo non direttamente collegata al prezzo della materia prima restasse su livelli elevati anche dopo l’inizio della fase discendente dei prezzi europei. Interventi come il Decreto Sostegni e le successive deliberazioni di ARERA hanno tentato di stabilizzare le tariffe, ma senza riuscire a riportarle ai valori antecedenti la crisi energetica.
Alla luce dell’aumento registrato negli importi delle bollette per il gas, numerose famiglie e imprese stanno valutando strategie efficaci per contenere i costi e ridurre la dipendenza da fonti fossili. Il ricorso all’efficienza energetica e la transizione verso l’elettrico rappresentano oggi le due direttrici principali di intervento.
Migliorare l’efficienza energetica degli edifici consente di abbattere i consumi. Interventi come la sostituzione di infissi, l’isolamento termico delle pareti esterne, la modernizzazione degli impianti di riscaldamento e l’adozione di sistemi di termoregolazione smart permettono, secondo gli studi del settore, una riduzione dei consumi che può arrivare sino al 40% rispetto a edifici tradizionali privi di tali accorgimenti.
Una delle soluzioni più innovative è rappresentata dalle pompe di calore elettriche, già molto diffuse in diversi paesi europei. Questi dispositivi, sfruttando l’energia elettrica, possono garantire la medesima qualità di riscaldamento o raffrescamento delle vecchie caldaie a gas ma con una richiesta di energia primaria notevolmente inferiore. Secondo Ecco, la riduzione dei consumi energetici permessa dalle pompe di calore può attestarsi tra il 75% e l’80%, mentre il risparmio medio sulle bollette rispetto alle caldaie tradizionali varia dal 38% al 53%.
Tuttavia, i vantaggi economici di questa scelta oggi scontano alcune criticità, poiché una parte consistente dei benefici derivanti dalla transizione all’elettrico viene assorbita dalla presenza di tasse e oneri sull’elettricità che, a parità di condizioni, penalizzano questa soluzione rispetto al gas.
Secondo i ricercatori, per rendere davvero conveniente il passaggio alle tecnologie elettriche è necessaria una riforma strutturale della fiscalità e degli oneri di sistema. Una revisione degli attuali meccanismi potrebbe favorire la diffusione delle nuove tecnologie e mettere così a disposizione, anche delle famiglie più esposte, la possibilità di ottenere risparmi tangibili e duraturi.