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Che banca è Mediobanca? Chi sono i proprietari? E' davvero solo la banca dei ricchi?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Mediobanca, identità ibrida

Nel corso degli ultimi due decenni, Mediobanca è passata da istituzione quasi focalizzata sul corporate lending e sulla finanza straordinaria a una struttura più articolata.

Fondata nel 1946 da Enrico Cuccia e Raffaele Mattioli, Mediobanca è da quasi 80 anni un punto di riferimento per l'alta finanza italiana. La sua nascita avvenne in un contesto segnato dalla devastazione della Seconda guerra mondiale con l'obiettivo di finanziare la ricostruzione industriale del Paese. Fin dall'inizio, ha rappresentato qualcosa di diverso dalle classiche banche commerciali: si è posizionata come un intermediario tra banche, imprese e investitori nel cuore della finanza d'affari.

Mediobanca ha costruito attorno a sé un alone di riservatezza, mantenendo un basso profilo mediatico ma esercitando una profonda influenza sulle vicende economiche italiane, anche attraverso la partecipazione in gruppi strategici come Generali. Per anni è stata definita “a banca dei salotti buoni, capace di incidere sulle scelte politiche ed economiche del Paese senza mai apparire in prima linea. Ma oggi, nel 2025, che banca è davvero Mediobanca?

  • Mediobanca, identità ibrida tra banca d'affari e wealth management
  • Proprietà, governance e rapporti di potere di Mediobanca

Mediobanca, identità ibrida tra banca d'affari e wealth management

Nel corso degli ultimi due decenni, Mediobanca è passata da istituzione quasi focalizzata sul corporate lending e sulla finanza straordinaria a una struttura molto più articolata. L'espansione in questo settore si è concretizzata attraverso il marchio Mediobanca Premier per clienti di fascia medio-alta, e l'acquisizione di realtà come Cairn Capital e RAM Active Investments, volte a rafforzare la componente di gestione attiva e consulenza finanziaria.

Questa evoluzione è stata accompagnata da una maggiore attenzione alla redditività stabile e ricorrente, ritenuta importante in un contesto di tassi di interesse fluttuanti e volatilità dei mercati globali. Sebbene continui a operare nel segmento delle fusioni e acquisizioni, dei collocamenti obbligazionari e dei servizi per grandi imprese, Mediobanca si è proposta con maggiore decisione anche come banca per la gestione del risparmio.

Nonostante i tentativi di ampliare il proprio raggio d'azione, la banca resta orientata verso una clientela selezionata. I servizi offerti dalla divisione Premier sono pensati per chi dispone di patrimoni rilevanti o necessità complesse in termini di pianificazione successoria, fiscalità e ottimizzazione degli asset. Questa selettività si ritrova anche nella presenza fisica dell'istituto: Mediobanca ha pochissime filiali, concentrate in grandi centri urbani come Milano, Roma, Firenze e Bologna, mentre gran parte dei servizi viene erogata su appuntamento o attraverso private banker dedicati. È una scelta deliberata, coerente con un modello esclusivo e relazionale, dove la qualità del rapporto cliente-consulente conta più della capillarità territoriale.

Per chi osserva il sistema bancario italiano dall'esterno, Mediobanca può apparire quasi inaccessibile. Lontana dalle logiche promozionali delle banche popolari e dai servizi digitali spinti delle fintech, l'istituto mantiene un'aura di distacco aristocratico. Non è una banca con cui si ha a che fare tutti i giorni: non propone conti correnti gratuiti né carte cashback, e non sponsorizza campagne pubblicitarie di massa. Questo atteggiamento ha alimentato negli anni l'idea che Mediobanca sia solo per ricchi. In parte è vero, in parte è il risultato di una strategia comunicativa che punta sulla discrezione come valore distintivo anziché sulla visibilità.

Proprietà, governance e rapporti di potere di Mediobanca

Mediobanca presenta una struttura proprietaria concentrata in mani istituzionali e imprenditoriali. Il maggiore azionista è Delfin, la holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio, che detiene il 19,8% del capitale. A seguire, altri soci rilevanti sono Francesco Gaetano Caltagirone con una quota del 7,3%, e il gruppo americano BlackRock, con il 3,5%. Sono presenti anche gruppi bancari come Mediolanum e Benetton, che attraverso Edizione possiedono partecipazioni.

Il ruolo chiave nella guida dell'istituto è ricoperto da Alberto Nagel, amministratore delegato dal 2008, figura di continuità rispetto alla tradizione, ma anche promotore del cambiamento verso la modernizzazione dei servizi. Nagel ha portato avanti l'espansione nel risparmio gestito, il rafforzamento all'estero e un'impostazione manageriale più trasparente rispetto al passato. La governance di Mediobanca resta segnata da un'impronta personale e da relazioni consolidate nel tempo.