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Record di italiani all'estero nell'ultimo anno, chi sono, perché vanno via dall'Italia e le previsioni future

di Marcello Tansini pubblicato il
Previsioni future italiani

Negli ultimi anni gli italiani all'estero sono cresciuti raggiungendo nuovi record. I motivi dell'esodo, i profili degli espatriati, le aree di destinazione, gli effetti per l'Italia e le prospettive future.

Per la prima volta dagli anni duemila, il numero di cittadini di origine italiana che hanno scelto di stabilirsi oltreconfine supera quello degli stranieri residenti in Italia. Secondo i dati aggiornati più autorevoli, sono oggi 6,4 milioni le persone iscritte all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE), contro circa 5,5 milioni di cittadini stranieri che risiedono stabilmente in Italia. Questo sorpasso numerico restituisce la fotografia di un Paese che sta cambiando volto più velocemente di quanto spesso si tenda a credere.

Le statistiche più recenti indicano che a partire sono soprattutto i giovani adulti, molti dei quali con una formazione universitaria avanzata. Il 2024 rappresenta già un anno di svolta: oltre 155.000 italiani hanno lasciato la Penisola, mentre il saldo migratorio continua a peggiorare. Le conseguenze si avvertono non solo nelle città più piccole ma anche nei centri urbani di maggiore sviluppo economico, testimoniando come la mobilità italiana sia divenuta, ancora una volta, un tema centrale del dibattito pubblico e delle scelte di policy nazionali.

Dimensioni, evoluzione e distribuzione della comunità italiana all'estero

La popolazione italiana residente all'estero ha registrato una crescita sostenuta negli ultimi vent'anni. Dal 2006, gli iscritti all'AIRE sono più che raddoppiati (+106%). All'inizio del 2025 toccano quota 6.412.752, in aumento di oltre 278.000 unità soltanto rispetto all'anno precedente (+4,5%), complice anche l'effetto del nuovo regime sanzionatorio che ha incentivato registrazioni più accurate.

Il confronto con la popolazione residente in patria è eloquente: su 100 residenti con cittadinanza italiana, 12 vivono fuori confine (11,9%). L'incidenza scende leggermente (10,9%) se si considera anche la popolazione italiana e straniera nel calcolo complessivo.

Il trend di espatri non è riconducibile a una singola causa, ma appare piuttosto il risultato di fattori economici, culturali e normativi:

  • Dinamiche occupazionali stagnanti, disparità territoriali e la ricerca di sistemi meritocratici sono tra i driver principali.
  • Modifiche legislative - come la legge 213/2023 sull'iscrizione all'AIRE - hanno migliorato il monitoraggio e favorito aumenti ufficiali delle iscrizioni.
  • Acquisizioni di cittadinanza italiana (soprattutto iure sanguinis) alimentano la crescita delle comunità italiane all'estero, con 121.000 nuovi casi stimati nel solo 2024.
Infine, la distribuzione demografica mostra una diversa incidenza di migranti per età e genere. Le donne rappresentano il 48,3% degli iscritti all'AIRE e la componente femminile è in rapido aumento (+115% negli ultimi due decenni). Gli ultra 65enni sono circa il 20%, i minorenni intorno al 15%, ma ben oltre il 60% della comunità estera si trova in età lavorativa.

I principali Paesi di destinazione e l'incidenza dell'Europa

L'Europa resta il polo dominante dell'emigrazione italiana contemporanea. Più della metà degli italiani all'estero (circa 3,45 milioni, 54%) risiede all'interno del continente, sfruttando la prossimità geografica e la libera circolazione nell'area Schengen, mentre il 41% si è stabilito nelle Americhe. Le destinazioni più attrattive sono chiaramente definite:

Paese

Residenti italiani

Argentina

987.000

Germania

847.000

Brasile

671.000

Svizzera

654.000

Francia

483.000

Regno Unito

480.000

Spagna

variabile in crescita (+30.000 in 2024)

L'incidenza dell'Unione Europea è cresciuta, tanto che tra il 2006 e il 2024 l'Europa ha assorbito il 76% di tutti i nuovi espatri italiani. Sono proprio le grandi città come Londra, Berlino, Zurigo e Parigi a vantare le comunità di italiani più numerose. Oltre il 68% delle nuove nascite avviene in Paesi europei, dimostrando una forte integrazione e stabilizzazione delle famiglie italiane nel tessuto socioeconomico locale.

Le regioni italiane di origine degli espatriati

Il Sud Italia mantiene il primato nell'export di cittadini oltreconfine, ma Nord e Centro hanno visto espandere notevolmente i propri flussi migratori verso l'estero negli ultimi dieci anni. Ecco la dislocazione più recente degli espatriati per regione di origine:

  • Mezzogiorno: circa 2,9 milioni di iscrizioni (45,1%)
  • Nord Italia: oltre 2,5 milioni (39,2%)
  • Centro: circa 1 milione (15,7%)
In testa si riconfermano Sicilia (844.000 residenti all'estero), Lombardia (690.000) e Veneto (614.000), ma vengono segnalati incrementi significativi anche da regioni tradizionalmente meno coinvolte come il Veneto (+9%), la Lombardia (+7,5%) e la Toscana (+6,6%). Ciò dimostra che la propensione all'espatrio non è soltanto figlia di squilibri storici Sud-Nord: coinvolge oggi anche i territori più sviluppati, soprattutto i piccoli comuni e le aree interne, smentendo facili stereotipi sulle migrazioni italiane.

Chi sono gli italiani che emigrano oggi: età, istruzione, motivazioni

La nuova emigrazione italiana è fortemente caratterizzata da una popolazione giovane, ben istruita e con elevate aspettative professionali. Nel 2024, il 72% dei nuovi espatriati rientra nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 49 anni, con la presenza maggioritaria della classe 18-34 anni (+48% rispetto all'anno precedente). Molti sono diplomati o laureati: dati Istat e Fondazione Migrantes riferiscono che dal 2014 al 2024, il 43% dei giovani che si è spostato dal Sud verso il Centro-Nord o l'estero possedeva una laurea:

  • La motivazione principale rimane la ricerca di un lavoro stabile e di un ambiente meritocratico, laddove in Italia permangono carenze strutturali, salari bassi e difficoltà di crescita professionale.
  • Non va trascurata una componente di curiosità, desiderio di esperienza internazionale e di mobilità sociale, sempre più diffusa tra i giovani e i giovani adulti.
  • Oltre all'emigrazione per motivi lavorativi o di studio, si osserva anche una mobilità familiare e per ricongiungimento: il 70% degli espatriati dichiara uno status celibe/nubile, mentre quasi un quarto è coniugato.
Un altro fenomeno interessante è la crescente presenza di nuovi italiani fra gli espatriati: tra il 2014 e il 2023 oltre 1,5 milioni di stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana e circa uno su cinque ha poi scelto di trasferirsi a sua volta all'estero, prevalentemente verso altri Paesi europei.

Cause e dinamiche dell'esodo : lavoro, salario e qualità della vita

L'accelerazione dell'emigrazione italiana post pandemia e post Brexit è connessa a una serie di fattori sia strutturali che congiunturali:

  • Il gap retributivo rimane elevato: un ingegnere informatico guadagna mediamente 34.000 euro l'anno in Italia contro i 67.000 in Gran Bretagna; gli stipendi risultano doppi o tripli anche per architetti, medici e molte altre professioni, inclusi i mestieri tecnici e i servizi.
  • Le politiche di welfare e di supporto familiare nei principali Paesi di destinazione sono percepite come più efficienti e orientate all'inclusione sociale.
  • Il sistema esasperatamente rigido e poco meritocratico in ambito lavorativo, accademico e nella pubblica amministrazione spinge giovani e professionisti a cercare migliori opportunità all'estero.
  • La qualità della vita (servizi, mobilità, sicurezza e costo degli alloggi) incentiva le scelte migratorie, soprattutto nelle capitali europee. Alla componente di fuga si accompagna spesso una progettualità personale e familiare.
Tra le tendenze emergenti spicca la mobilità verso Paesi ad elevato sviluppo professionale come la Scandinavia, Singapore ed Emirati Arabi, sebbene il baricentro rimanga comunque orientato a Ovest.

Spopolamento, saldo migratorio e futuro demografico

Il saldo tra arrivi di stranieri e partenze di cittadini italiani risulta negativo e determina uno squilibrio destinato ad accentuarsi. L'ISTAT segnala che nel 2024 il saldo è stato di -103mila tra italiani, contro un aumento di 347.000 stranieri:

  • Popolazione residente di sola cittadinanza italiana in diminuzione: al 1° gennaio 2025 si è registrata una riduzione di 206mila italiani residenti.
  • Le migrazioni interne non riequilibrano la perdita: oltre 113.000 trasferimenti annuali dal Sud al Centro-Nord confermano l'erosione della popolazione più giovane dalle aree meno dinamiche.
Il fenomeno rischia di progettare un'Italia molto diversa nel prossimo quarto di secolo. La Fondazione Migrantes, l'ISTAT e importanti centri studi (es. Osservatorio conti pubblici italiani, Fondazione Nordest) sottolineano come, senza inversioni significative, la popolazione complessiva potrebbe ridursi di 4,5 milioni di unità entro il 2050. A pesare su questo scenario non è soltanto il calo delle nascite (con un saldo naturale fortemente negativo), ma la perdita costante di giovani adulti e famiglie in età produttiva:

Anno

Italiani residenti all'estero

Stranieri in Italia

2019

5,3 milioni

5,3 milioni

2025

6,4 milioni

5,5 milioni

2050 (proiezione)

?

?

Il rischio segnalato dai maggiori esperti è quello dello svuotamento socio-economico di ampie aree del Paese e della trasformazione dell'Italia in una nazione dalla popolazione prevalentemente anziana e scarsamente attrattiva per i giovani (italiani ed europei).