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Assunzioni di parenti illustri e di politici per Olimpiadi Milano-Cortina accertate da magistratura ma non c' reato

di Marcello Tansini pubblicato il
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Assunzioni nella Fondazione Milano-Cortina sotto la lente: parentele illustri e VIP coinvolti destano l'interesse della magistratura. Le indagini non rilevano reati, ma sollevano interrogativi sull'operato della Fondazione.

L’organizzazione delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina è stata oggetto di attenzioni giudiziarie per diverse anomalie riscontrate nelle procedure di selezione del personale. I riflettori si sono accesi in particolar modo durante il periodo di gestione di Vincenzo Novari, quando la Fondazione incaricata dell’evento ha avviato numerose assunzioni che, secondo alcune segnalazioni, avrebbero coinvolto parenti di figure illustri della politica e dell’imprenditoria nazionale. Tali circostanze hanno portato la Procura di Milano ad approfondire i rapporti di parentela fra i neoassunti e soggetti noti, ponendo interrogativi sulla trasparenza e regolarità del processo selettivo all’interno dell’ente organizzatore.

L’attenzione mediatica è cresciuta rapidamente sia per la rilevanza dell’evento olimpico sia per il coinvolgimento di personaggi pubblici. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’indagine ha riguardato trentacinque diversi casi di assunzioni sospette, tra cui anche quelli di familiari di esponenti di primo piano delle istituzioni. Tuttavia, l’approfondimento della magistratura, pur prendendo le mosse da ipotesi di abuso d’ufficio e turbativa d’asta, si è dovuto confrontare con la complessità normativa e le modifiche legislative intervenute negli ultimi anni.

L’obiettivo degli accertamenti è stato valutare se le modalità di selezione e inserimento del personale rispondessero a criteri di meritocrazia e imparzialità, pilastri necessari per garantire la credibilità delle istituzioni e degli eventi di portata internazionale come le Olimpiadi. La vicenda, sin da subito, ha sollevato un ampio dibattito sull’opportunità di adottare procedure ancora più trasparenti e rigorose nei processi assunzionali in enti pubblici e partecipati.

Le indagini su rapporti di parentela e assunzioni tra personaggi noti e vertici della Fondazione

L’intervento degli organi inquirenti si è concentrato sulle possibili deviazioni dai principi di correttezza amministrativa in merito alle assunzioni effettuate dalla Fondazione incaricata dei Giochi Invernali. Elemento centrale delle attività investigative è stata l’analisi dei rapporti familiari tra alcune nuove risorse e personaggi appartenenti ai vertici della politica e delle istituzioni nazionali. Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, hanno permesso di tracciare con precisione l’intero iter assunzionale, rilevando una serie di anomalie che hanno destato forte interesse pubblico.

Tra i nomi investiti dalla questione, spicca quello di Lorenzo Cochis La Russa, figlio dell’attuale presidente del Senato, nonché quello di Livia Draghi, nipote di una delle più rilevanti figure istituzionali italiane. L’attenzione degli investigatori si è focalizzata sulle connessioni dirette e indirette tra queste persone e i procedimenti che hanno portato alla loro assunzione all’interno della Fondazione. Gli approfondimenti della magistratura hanno coinvolto anche le modalità di pubblicizzazione delle posizioni lavorative e la documentazione relativa ai colloqui selettivi:

  • Criteri di selezione utilizzati nei bandi e nei colloqui
  • Motivazioni sottostanti a singole candidature ritenute "atipiche" per il profilo richiesto
  • Percorsi di inserimento preferenziale e possibili pressioni esercitate sui responsabili del personale
Da quanto ricostruito, le assunzioni oggetto di attenzione avrebbero avuto luogo in un contesto caratterizzato da circolazione di segnalazioni non sempre formalizzate e da rapporti di fiducia consolidati tra alcune delle famiglie coinvolte e i quadri direttivi dell’ente olimpico. Questo intreccio di relazioni ha alimentato sospetti di favoritismi e ha sollevato interrogativi in merito all’eventuale responsabilità amministrativa e penale delle persone coinvolte.

La Procura ha posto particolare interesse sull’esistenza di eventuali condotte riconducibili alle fattispecie di abuso d’ufficio e turbativa d’asta: il primo riguardava la possibilità che le assunzioni fossero state pilotate aggirando i normali iter concorsuali, mentre la seconda avrebbe potuto configurarsi qualora le procedure comparative fossero risultate alterate. Tuttavia, ben presto emerse che la disciplina specifica degli illeciti penali considerati risultava incompatibile con la natura delle selezioni in questione, sia per l’inesistenza di procedure d’asta nell’ambito delle assunzioni, sia perché il reato d’abuso d’ufficio era stato riformato e non risultava più applicabile nelle forme ipotizzate.

Gli approfondimenti investigativi hanno portato a un quadro dettagliato sulle modalità di inserimento dei dipendenti oggetto di attenzione, senza tuttavia produrre elementi idonei a comprovare responsabilità penali o alterazioni sostanziali delle procedure adottate. L’insieme delle risultanze è stato perciò trasmesso anche alla Sezione regionale della Corte dei Conti, affinché potessero essere valutati eventuali profili di danno erariale o violazioni delle regole di corretta gestione delle risorse pubbliche.

Nel ricostruire la sequenza degli eventi, va rilevato come la mancanza di trasparenza sia stata uno dei punti più criticati dall’opinione pubblica, che ha chiesto maggiore chiarezza tanto sui criteri, quanto sulle tempistiche delle assunzioni. Al netto delle risultanze giudiziarie, la vicenda ha acceso una discussione più ampia su merito, equità e integrità nell’accesso a incarichi presso enti socialmente rilevanti e di alto profilo internazionale.

Le conclusioni della magistratura e conseguenze per la Fondazione Milano-Cortina

Dall’esame degli atti raccolti durante l’inchiesta, la Procura di Milano ha ritenuto di richiedere l’archiviazione del fascicolo riguardante le assunzioni sospette presso la Fondazione Milano-Cortina. Nelle conclusioni espresse dai magistrati si chiarisce che le fattispecie penali ipotizzate non hanno trovato riscontro oggettivo a livello probatorio: da un lato, il reato di abuso d’ufficio era già stato abrogato nella versione indagata, dall’altro la turbativa d’asta non è applicabile alle procedure di assunzione di personale, poiché riferita alle gare per beni e servizi secondo l’attuale normativa italiana.

La richiesta di archiviazione, articolata su novantadue pagine e predisposta dai Pubblici ministeri titolari del fascicolo, pone l’accento su come le eventuali anomalie riscontrate possano casomai rilevare ai fini amministrativi e contabili, più che penali. Dal punto di vista giuridico, il fatto non sussiste secondo quanto affermato dalla Procura, la quale ha trasmesso tutta la documentazione alla Corte dei Conti affinché si pronunci su possibili conseguenze patrimoniali per l’ente organizzatore e i responsabili delle scelte gestionali.

Questa impostazione determina alcune ricadute significative:

  • La Fondazione Milano-Cortina esce dall’indagine senza imputazioni penali per i suoi dirigenti
  • Resta aperta la verifica sulla legittimità amministrativa e gestionale delle procedure di assunzione
  • Possibile avvio di approfondimenti da parte della Corte dei Conti su eventuali profili di danno all’Erario
Sotto il profilo reputazionale, le difficoltà incontrate nella gestione delle risorse umane continuano ad alimentare il dibattito sulla trasparenza delle pratiche di governance nelle grandi manifestazioni pubbliche. Il tema della selezione del personale, soprattutto quando coinvolge familiari di personalità influenti, solleva interrogativi sull’effettiva adeguatezza dei presidi normativi e dei controlli interni a tutela del merito e dell’imparzialità.

Nell’attuale contesto normativo, la magistratura ha ribadito la necessità di valutare ogni processo assunzionale secondo i principi di imparzialità e trasparenza, facendo leva sulla normativa italiana in materia di pubblico impiego e gestione delle fondazioni che operano in ambiti di interesse collettivo. Sebbene il percorso giudiziario si sia concluso senza sentenze di colpevolezza, la vicenda suggerisce agli enti pubblici e alle organizzazioni di rilievo nazionale l’opportunità di rafforzare le linee guida interne in materia di selezione delle risorse per prevenire ogni possibile criticità futura.