La proposta di un sostegno per le famiglie impegnate quotidianamente nell'assistenza a persone con disabilità gravissima rappresenta una delle novità più rilevanti all'interno della Manovra Finanziaria 2026. L'emendamento in discussione prevede l'introduzione di un sostegno economico mensile per chi si dedica alla cura di familiari conviventi, al fine di riconoscere e compensare un impegno che spesso rimane invisibile. La misura punta a colmare il vuoto normativo e garantire un aiuto concreto a chi svolge attività di supporto continuativo, mettendo in risalto l'importanza sociale del ruolo informale dei caregiver.
Cos'è il Reddito di cura: definizione, obiettivi e beneficiari
Questo nuovo contributo prende spunto dalla necessità di valorizzare le persone impegnate nell'assistenza non professionale a soggetti con disabilità particolarmente gravi. Il Reddito di cura si configura come una forma di assegno mensile destinato ai familiari conviventi di persone con bisogni molto rilevanti in termini di assistenza. Viene disegnato per riconoscere non solo il tempo speso nella cura, ma anche le rinunce personali e lavorative che spesso gravano sui caregiver:
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Obiettivo principale: sostenere economicamente l'attività di sostegno domiciliare, favorendo la permanenza nel proprio contesto abitativo.
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Destinatari: specificamente coloro che offrono assistenza a titolo gratuito e non professionale, nella sfera familiare, convivendo con la persona assistita.
Tra i beneficiari rientrano:
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Coniugi, partner delle unioni civili, conviventi di fatto;
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Familiari fino al secondo grado, o al terzo grado in caso di particolari condizioni (art. 33, comma 3, Legge 104/1992);
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Caregiver di soggetti riconosciuti come non autosufficienti, titolari di indennità di accompagnamento, o con invalidità certificata ai sensi della Legge 104.
L'emendamento si concentra in particolare sui nuclei che accudiscono persone con gravissima disabilità:
persone con disturbi cognitivi importanti, costrette a letto o incapaci di compiere in autonomia le azioni essenziali della vita quotidiana (come alimentarsi o muoversi), soggetti affetti da Alzheimer nella scala CDRS 1-3 e pazienti in condizioni analoghe definite dalla normativa nazionale.
Importi previsti: quanto spetta ai caregiver familiari
La misura prevede un contributo mensile variabile tra i 400 e i 600 euro, in funzione delle disponibilità di bilancio annualmente stabilite dai Ministeri coinvolti. L'importo esatto verrà calibrato:
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sulla base dell'indicatore ISEE del nucleo familiare;
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considerando la gravità della condizione assistita;
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e in relazione alle risorse effettivamente stanziate a livello nazionale per ciascun anno.
Nel dettaglio, la proposta prevede che:
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Per un ISEE fino a 15.000 euro, si potrà ricevere fino a 600 euro mensili;
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Tra 15.001 e 30.000 euro di ISEE, l'importo sarà di 400 euro.
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Fascia ISEE
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Importo mensile previsto
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Fino a 15.000 euro
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600 euro
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Da 15.001 a 30.000 euro
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400 euro
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Il contributo sarà erogato direttamente dall'INPS e non concorrerà alla formazione del reddito, né verrà computato nell'ISEE, lasciando quindi inalterate eventuali altre prestazioni assistenziali o sociali percepite dalle famiglie più fragili.
Chi può accedere al Reddito di cura: requisiti economici, soggettivi e familiari
L'accesso a questo beneficio è vincolato a una serie di condizioni, stabilite per garantire il corretto indirizzamento delle risorse a chi realmente ne necessita. Ecco i principali:
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Requisiti economici: ISEE ordinario del nucleo familiare del caregiver non superiore a 30.000 euro.
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Vincolo di convivenza: Il caregiver deve risiedere stabilmente con la persona assistita. La coabitazione e l'assistenza devono essere continuative.
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Assistenza non professionale: Chi presenta la domanda non deve essere impiegato come lavoratore subordinato o dipendente per l'attività di assistenza stessa. Il reddito di cura è specificamente pensato per il sostegno a titolo gratuito.
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Soggetto assistito: La persona che riceve assistenza deve essere:
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in condizione di gravissima disabilità come da art. 3 del DM 26 settembre 2016;
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oppure affetta da demenze severe (come Alzheimer in CDRS 1-3);
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o con co-morbilità disabilitanti certificata.
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Incompatibilità: Non possono accedere al beneficio famiglie già titolari di altri contributi regionali che valorizzino il ruolo del caregiver o che presentino incompatibilità territoriali, come programmi per la Vita indipendente o il Dopo di Noi.
Completa il quadro l'obbligo di essere residenti in Italia e la necessità che entrambi, caregiver e assistito, risultino anagraficamente nello stesso nucleo familiare.
Come funziona la domanda: documentazione e procedura di accesso
Le modalità di presentazione della richiesta saranno definite da un apposito decreto ministeriale, da emanare entro 90 giorni dall'approvazione della manovra. Secondo le prime anticipazioni, per accedere saranno necessari:
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Certificato medico attestante lo stato di disabilità gravissima della persona da assistere (eventualmente rilasciato da specialista o struttura pubblica);
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Attestazione ISEE aggiornata e conforme ai requisiti fissati;
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Dimostrazione della convivenza attraverso certificazione anagrafica;
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Eventuali documenti integrativi che comprovino la natura non professionale dell'assistenza, se richiesti dal bando attuativo.
La domanda avverrà attraverso portali online (con tutta probabilità quelli dell'INPS), oppure tramite patronati, Caf e servizi sociali territoriali. La procedura sarà informatizzata e semplificata per favorire la massima accessibilità.
Una commissione di valutazione, eventualmente a livello locale, potrà riservarsi verifiche di integrazione documentale o valutazioni sulle condizioni consultando sia la documentazione sanitaria sia eventuali certificazioni ex Legge 104/1992.
Durata, limiti e incompatibilità del contributo
Il Reddito di cura sarà erogato per un periodo massimo di 12 mesi, comunque non oltre il 30 luglio 2026, e limitatamente alla disponibilità di risorse. Tra i limiti previsti:
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Durata limitata: Il sostegno non potrà superare i 12 mesi e non sarà rinnovabile oltre la scadenza fissata dalla normativa.
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Interruzione in caso di ricovero: Se la persona assistita viene ricoverata in modo definitivo in strutture extraospedaliere, il diritto al contributo decade.
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Incompatibilità con altri contributi specifici: L'erogazione non è cumulabile con altri aiuti regionali associati al ruolo di caregiver per la medesima persona, né con misure relative alla vita indipendente.
Occorre inoltre sottolineare l'assenza dell'obbligo di rendicontazione delle spese: il contributo viene erogato come supporto a prescindere dall'uso specifico che ne verrà fatto.
Sul piano delle politiche di sostegno ai caregiver, questa misura si affianca alle agevolazioni già riconosciute dai diversi livelli istituzionali. Tra le iniziative presenti si contano:
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Bonus caregiver regionali e comunali (con importi e modalità variabili);
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Ape Sociale, che garantisce doverose tutele previdenziali in caso di assistenza prolungata e fuori dal rapporto lavorativo;
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Assegno di inclusione e i permessi lavorativi e fiscali previsti dalla Legge 104/92.
Le
principali innovazioni introdotte dalla proposta di Reddito di cura sono la certezza di un importo fisso mensile a livello nazionale e l'assenza di vincoli sulla rendicontazione o sul donare parte del contributo a servizi esterni. Per il biennio 2025-2026, si assiste inoltre:
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all'innalzamento degli importi rispetto agli anni precedenti;
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all'allargamento della platea dei beneficiari (anche ai non parenti in alcune regioni);
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alla semplificazione della procedura d'accesso.
La differenza sostanziale rimane però nel
riconoscimento economico diretto a chi presta assistenza informale in ambito familiare, senza intermediazioni da parte di servizi d'assistenza specializzati.