Scopri quali malattie professionali sono riconosciute per chi lavora al computer e i diritti, tutele e agevolazioni previsti dalla normativa.
Il lavoro al computer può causare disturbi fisici e psichici come tunnel carpale, rizoartrosi, depressione e altre patologie sensoriali.
Lavorare quotidianamente davanti a uno schermo, spesso per molte ore consecutive, espone a una serie di rischi per la salute che la normativa italiana e le istituzioni previdenziali riconoscono come meritevoli di particolare tutela. Gli ambienti informatizzati hanno rivoluzionato la produttività, ma l'esposizione prolungata a posture scorrette, l'uso continuativo di mouse e tastiera, e i ritmi pressanti possono determinare l'insorgenza di malattie invalidanti per chi lavora al computer. Il fenomeno interessa sia lavoratori subordinati sia autonomi, con ricadute sulla qualità della vita personale e sulla capacità lavorativa. Negli ultimi anni si è assistito a una crescente attenzione verso questo segmento di “malattie professionali”, istituendo tabelle specifiche e procedure per il riconoscimento delle patologie più diffuse. Riconoscere tempestivamente i sintomi e comprendere i propri diritti è essenziale per ricevere le dovute tutele e mantenere un equilibrio tra salute e carriera.
Le patologie legate all'impiego intensivo di terminali e dispositivi elettronici hanno assunto un'importanza crescente nel panorama degli infortuni e delle malattie professionali. Tra le principali patologie riconosciute e tutelate vi sono:
Le patologie degli arti superiori sono tra le più frequenti negli ambienti informatizzati. Rizoartrosi e sindrome del tunnel carpale rappresentano due tra le più gravi affezioni a carico della mano, con ripercussioni significative sulla capacità lavorativa.
Rizoartrosi designa l'artrosi degenerativa dell'articolazione alla base del pollice, causata principalmente da movimenti di presa prolungati e ripetitivi. Questa patologia, tabellata dall'INAIL tra le malattie professionali da sovraccarico biomeccanico, colpisce operatori che utilizzano computer, mouse e altri strumenti per molte ore giornaliere. La diagnosi di rizoartrosi comporta dolore, riduzione della forza prensile e limitazione funzionale delle mani. La gravità viene valutata con tabelle specifiche (D.M. 12/07/2000), cui corrispondono precise percentuali di invalidità e il diritto a indennizzo. In caso di riconoscimento, le agevolazioni previdenziali possono estendersi a tutti gli ambiti previsti dalla Legge 104/92.
Sindrome del tunnel carpale è provocata dalla compressione del nervo mediano all'interno del canale carpale del polso. Gli operatori al computer sono spesso esposti a questo rischio per la postura mantenuta e l'uso ripetuto di dispositivi elettronici. La compromissione può causare deficit neuro-motori, formicolio costante e perdita di forza. Per il riconoscimento della malattia professionale è essenziale documentare la correlazione tra la patologia e le attività lavorative svolte, anche attraverso il supporto di medici legali e strumentazione specialistica (elettromiografia).
Entrambe le condizioni possono essere indennizzate e, in caso di gravità, possono comportare la riduzione della capacità lavorativa per percentuali variabili dal 6% fino a valori più elevati in presenza di bilateralità e complicazioni. L'orientamento giurisprudenziale e la prassi INAIL riconoscono ampie tutele quando viene dimostrato il nesso causale.
Le conseguenze psichiche del lavoro al computer riguardano una quota crescente di impiegati. Depressione maggiore, disturbi d'ansia, burnout sono sempre più frequentemente ricondotti al contesto lavorativo digitale e possono essere riconosciuti come disturbi invalidanti.
Il riconoscimento di queste patologie prevede la valutazione della gravità attraverso tabelle ministeriali: la depressione maggiore moderata comporta una percentuale d'invalidità INPS dal 61% all'80%, mentre le forme gravi possono essere valutate fino al 100%. La patologia deve risultare diagnosticata da uno specialista e comportare limitazioni tali da giustificare l'assenza dal lavoro (periodo di comporto), fino alla possibilità di accedere a pensioni d'invalidità o assegni di accompagnamento secondo i parametri stabiliti dalla normativa vigente.
Sono previsti diritti specifici per i lavoratori con diagnosi di depressione o patologie collegate allo stress da lavoro correlato: diritto all'assenza retribuita per malattia, permessi mensili, priorità nelle richieste di trasferimento e sede di lavoro, possibilità di accedere a strumenti di welfare aziendale. La Legge 104/92 e la più recente normativa sulle malattie croniche e invalidanti garantiscono tutele rafforzate, inclusa la conservazione del posto di lavoro per periodi prolungati (fino a 24 mesi non retribuiti in caso di necessità di cura prolungate).
La procedura operativa per il riconoscimento di una malattia invalidante per chi lavora al computer inizia con la certificazione dello specialista, seguita dalla trasmissione del certificato medico all'INPS tramite il sistema telematico. Il lavoratore è tenuto a segnalare prontamente l'assenza per malattia al datore di lavoro e ad assistere, ove richiesto, alle visite fiscali nei tempi previsti. L'ente previdenziale valuta la domanda attraverso la commissione medico-legale, determinando la percentuale di invalidità e i relativi diritti. Il ricorso è possibile in caso di rigetto o percentuale inferiore alle aspettative, anche con l'ausilio di professionisti legali specializzati.
Lavorare a lungo in ambienti informatizzati e rumorosi può indurre ipoacusia, ossia una riduzione dell'udito che può assumere carattere invalidante. La perdita può avere origine da esposizione cronica a suoni elevati (auricolari, impianti), come anche da predisposizioni individuali. Le tabelle di invalidità civile prevedono percentuali crescenti in base alla gravità, con diritto a supporti tecnologici (apparecchi acustici), esenzione dal ticket sanitario e inserimento nelle liste delle categorie protette. Il riconoscimento richiede una certificazione specialistica e l'atto formale di presentazione della domanda.
Cheratocono rappresenta una patologia degenerativa della cornea che può insorgere anche in giovane età e aggravarsi per l'esposizione a condizioni di lavoro visivamente stressanti, compromettendo la qualità visiva. I soggetti con cheratocono grave hanno diritto all'inserimento tra gli invalidi civili, alla fornitura di lenti e strumenti compensativi e, nei casi più gravi, al riconoscimento di pensione di inabilità o assegno mensile. Il grado di invalidità è valutato in base alle indicazioni delle commissioni medico-legali. Ulteriori accorgimenti tecnici (adattamento della postazione, pause frequenti, illuminazione adeguata) possono essere richiesti come accomodamento ragionevole dal datore di lavoro, nel rispetto della normativa sulla non discriminazione .
Analoghe tutele sono previste per altre disabilità sensoriali, in sintonia con il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione Italiana e dalle direttive europee.
Il quadro normativo italiano prevede tutele e agevolazioni articolate per chi è colpito da malattie invalidanti per chi lavora al computer. Tra le principali misure figurano: