La Manovra 2026 prevede la creazione di un Fondo per i caregiver familiari con un finanziamento iniziale di appena 1,5 milioni di euro per il 2026
La Manovra Finanziaria 2026 si inserisce in un contesto di risorse sempre più limitate e scelte politiche orientate alla sostenibilità dei conti pubblici. Tra le categorie più penalizzate emergono i caregiver, figura centrale all’interno delle famiglie italiane ma spesso invisibile all’interno delle priorità governative. Oltre 7 milioni di persone, principalmente donne, si occupano quotidianamente di anziani, persone con disabilità o malattie croniche, sostituendosi spesso alle carenze del sistema socio-sanitario. Negli ultimi anni, in molti speravano in un rafforzamento strutturale delle tutele e dei fondi dedicati. Tuttavia, la realtà della nuova manovra evidenzia misure marginali e un budget largamente insufficiente per rispondere all’ampiezza e alla complessità dei bisogni di questa vasta platea.
La manovra 2026 si contraddistingue per la scelta di ridurre drasticamente le risorse destinate ai caregiver rispetto al passato. Il nuovo stanziamento annuale per il 2026 ammonta infatti a soli 1,15 milioni di euro, un valore simbolico dopo la soppressione dell’ex fondo da 30 milioni. Dal 2027, il fondo dovrebbe salire a 207 milioni annui, ma l’avvio effettivo di tale dotazione resta legato a decisioni future, non garantendo coperture immediate e strutturali. Per il resto:
L’abbattimento della dotazione a 1,15 milioni di euro per il 2026 rappresenta un segnale evidente di marginalizzazione rispetto agli impegni assunti in passato. Basti considerare che le risorse sono destinate a una platea potenziale di milioni di famiglie, rendendo gli aiuti percepiti irrisori sia a livello individuale che collettivo. La perdita del precedente "fondo caregiver" da 30 milioni, soppresso a fronte di impegni non più mantenuti, testimonia il carattere emergenziale e non strutturale delle misure adottate.
| Fondo caregiver 2024 | 30 milioni di euro |
| Dotazione 2026 | 1,15 milioni di euro |
| Previsto dal 2027 | 207 milioni di euro/anno* |
Nonostante le rassicurazioni governative, la compressione delle risorse si traduce in un aumento dei carichi di cura sulle famiglie e, spesso, nella rinuncia al lavoro per chi svolge funzioni di assistenza.
Tra gli aspetti più controversi della nuova disciplina spicca la discriminazione tra caregiver che si occupano di familiari con disabilità certificata e coloro che supportano anziani non autosufficienti o con patologie croniche non riconosciute. Il pacchetto di misure e il nuovo Fondo, infatti, privilegiano solo una parte della platea, escludendo chi, pur svolgendo attività di cura pesanti e continuative, rientra solo parzialmente nei criteri stringenti di legge, memtre emergono:
Numerosi provvedimenti legislativi e riforme promesse negli ultimi anni non hanno trovato concreta realizzazione. Rimangono disattese la piena attuazione degli impegni verso la definizione uniforme della figura del caregiver e la distribuzione equa delle risorse. Il quadro normativo resta quindi frammentario e soggetto a continue deroge e ripensamenti.
La prevalenza femminile tra i caregiver evidenzia una questione di disparità di genere, con effetti su carriera, salario e autonomia delle donne. In assenza di strumenti di compensazione o di politiche attive dedicate, la cura resta prerogativa invisibile e non riconosciuta. Inoltre: