La Rottamazione Quinquies rappresenta un possibile punto di svolta nella gestione dei debiti fiscali: le novità della manovra 2026, le richieste dei tributaristi, i nuovi meccanismi per contribuenti e imprese, l'mpatto sociale e i rischi dopo le precedenti sanatorie.
La nuova sanatoria fiscale denominata "Quinquies" apre un'importante stagione di riflessione sulle modalità di regolarizzazione dei debiti tributari in Italia. Come già accaduto in passato, il tema genera dibattito tra operatori, istituzioni e cittadini, poiché coinvolge il delicato equilibrio tra sostegno ai contribuenti in difficoltà e necessità di rafforzare la compliance fiscale. La gestione del gettito, l’equità tra i contribuenti e il ruolo dei professionisti sono oggi al centro dell’attenzione. Nel frattempo, però, la rottamazione quinquies per le cartelle e multe avanza in Manovra Finanziaria 2026 con anche dievrse proposte di modifiche con alcuni emendamenti che stanno continuando ad avanzare.
E non mancano, fra le ultime notizie e novità, interventi di soggetti coinvolti, come quello dei tributaristi
Con l’approvazione della Legge di Bilancio, la quinta edizione della definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione entra nel vivo. La misura consente ai contribuenti di regolarizzare debiti fiscali e locali con sconti su interessi e sanzioni, mantenendo l’integrità del capitale dovuto.
Le principali novità introdotte dalla manovra riguardano i criteri di selettività: non si tratta più di una "sanatoria a pioggia", ma di un provvedimento che intende premiare chi presenta una reale difficoltà economica e valorizzare i comportamenti virtuosi. Sarà infatti escluso chi ha aderito in passato senza aver concluso i pagamenti, limitando quindi l'accesso ai cosiddetti “rottamatori seriali”. Viene così introdotto un principio di equità che mira a rafforzare la fiducia nel sistema tributario e scoraggiare utilizzi opportunistici.
Dal punto di vista operativo, si va verso un piano di rateizzazione più ampio e sostenibile rispetto alle vecchie edizioni. Il legislatore sta considerando la possibilità di spalmare il versamento fino a 120 rate mensili, offrendo così una soluzione finanziariamente compatibile con le esigenze di famiglie e imprese. Per i debiti di importo elevato, potrebbe essere richiesto un anticipo iniziale, mentre per quelli di minore entità si discute di modalità di saldo e stralcio semplificate.
L’obiettivo dichiarato del Governo è doppio: aiutare chi intende sanare la propria posizione attraverso strumenti di rientro effettivi e migliorare il gettito, riducendo al tempo stesso i costi amministrativi della riscossione di micro-cartelle. Tutto si inscrive in un quadro di riforma che vuole coniugare rigore e tutela dei più deboli, spostando la gestione dei carichi dal mero recupero all’accompagnamento verso la regolarità fiscale.
Per molti esperti del settore fiscale, la persistenza di sanatorie cicliche rappresenta un elemento di criticità per l’efficacia della riscossione e la credibilità dello Stato. L'Istituto Nazionale Tributaristi, per voce del presidente Riccardo Alemanno, ha espresso la netta volontà che la quinta versione sia l’ultima della serie. L’auspicio è che la disciplina attuale chiuda definitivamente la stagione delle definizioni agevolate, sottraendo spazio a comportamenti attendisti o speculativi.
L’attenzione degli esperti si concentra anche sui tempi di rateizzazione. Nelle precedenti edizioni, la ristrettezza temporale aveva creato difficoltà, specialmente per chi era in situazioni debitorie complesse. Da qui la richiesta di piani più ampi e sostenibili, in grado di restituire respiro finanziario senza incentivare forme di inadempienza sistematica.
Sul fronte normativo, i tributaristi suggeriscono un rafforzamento della prevenzione e dell’assistenza: intervenire già in fase di accertamento del mancato pagamento, piuttosto che agire dopo l’iscrizione a ruolo, aiuterebbe a salvaguardare i cittadini effettivamente in difficoltà e renderebbe il sistema più equo ed efficiente. Solo così la sanatoria può rappresentare uno strumento eccezionale, non ripetibile, per favorire la legalità fiscale e il senso civico.
Una delle innovazioni centrali della quinta versione riguarda l’inasprimento dei criteri di selezione dei beneficiari. Il Governo mira a distinguere tra situazioni di contingente difficoltà e utilizzi opportunistici dello strumento agevolativo. Non potranno accedere alla nuova sanatoria:
Altra novità di rilievo è l’introduzione di meccanismi di controllo più stringenti sulle domande di adesione, con l’Agenzia delle Entrate che potrà valutare la posizione complessiva del debitore, i suoi pregressi rapporti con il fisco e l’effettiva sostenibilità dei piani di pagamento proposti. Viene così allargato il perimetro delle verifiche e rafforzata la lotta alle frodi e alle elusioni mascherate.
La nuova disciplina rappresenta quindi un passaggio cruciale verso una maggiore responsabilizzazione del contribuente, chiamato a valutare in modo serio sia le possibilità che i limiti di una eventuale adesione.
Tra le modifiche più attese, si segnalano i cambiamenti nelle modalità di pagamento. In precedenza, le prime due rate richieste per l'adesione alla procedura rappresentavano il 20% dell’importo complessivo, un onere spesso insostenibile; ora si pensa a una suddivisione molto più lineare dell’impegno finanziario, rendendo il processo più accessibile a tutti gli aventi diritto.
Il nuovo piano prevede fino a 120 rate mensili (pari a 10 anni), rispetto alle precedenti versioni che fissavano limiti più rigidi e scadenze ravvicinate. Questa diluizione, insieme alla possibilità di intercorrere fino a 8 rate non consecutive non pagate prima della decadenza dai benefici, mira a tutelare chi si trova, sporadicamente, in difficoltà temporanea.
Gli importi differenziati sono l’altra grande innovazione: chi ha debiti superiori a una soglia significativa, ad esempio 50.000 euro, dovrà versare un anticipo iniziale, che si attesta attorno al 5% del totale. Per debiti inferiori, invece, può essere previsto un “saldo e stralcio”, ossia la cancellazione automatica di vecchi importi di basso valore, un sollievo importante per piccole attività e lavoratori autonomi gravati da micro-cartelle difficilmente esigibili.
Si tratta di strumenti di equità distributiva che, oltre ad agevolare i contribuenti meritevoli, consentono allo Stato di concentrare gli sforzi sulla riscossione effettiva di crediti significativi, favorendo la razionalizzazione del sistema.