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Retribuzione Globale di Fatto (RGF), cos'è, come si calcola e perchè è importante

di Marianna Quatraro pubblicato il
Retribuzione globale di fatto

Retribuzione Globale di Fatto (RGF), come si calcola e perché è importante per il risarcimento in caso di licenziamento illegittimo o altre controversie lavorative

La Retribuzione Globale di Fatto (RGF) rappresenta un concetto fondamentale nel diritto del lavoro italiano, utilizzato soprattutto in ambito giuridico per definire gli importi economici che spettano al dipendente in circostanze specifiche quali il licenziamento illegittimo. La nozione di RGF va oltre il semplice stipendio base, includendo componenti della retribuzione percepite con continuità, come indennità fisse e altri emolumenti costanti. Questo parametro è spesso richiamato in sentenze e dispute legali per determinare l'importo dovuto al lavoratore, regolato da criteri di stabilità e certezza, come stabilito da leggi e giurisprudenza consolidate in Italia.

Retribuzione globale di fatto (RGF), come funziona?

La Retribuzione Globale di Fatto (RGF) è un parametro economico composto da elementi retributivi costanti e continuativi. Si distingue dal minimo tabellare previsto dai contratti collettivi, includendo voci aggiuntive percepite dal lavoratore che non siano occasionali o eccezionali. Gli scatti di anzianità, i superminimi, le indennità di turno o funzione e le mensilità aggiuntive, come la tredicesima, ne fanno parte se erogate regolarmente.

Sul piano applicativo, l'RGF viene spesso considerata con riferimento a vertenze lavorative, dove è fondamentale distinguere tra compensi retributivi continuativi e somme che, invece, non hanno natura retributiva o vengono attribuite in situazioni straordinarie. Il criterio base per individuare gli importi inclusi è la continuità del compenso.

Non sono inclusi nell'RGF elementi come i rimborsi spese, le indennità per trasferimento non continuativo o bonus una tantum, poiché questi fattori non rappresentano emolumenti certi e regolari. Allo stesso modo, indennità aventi funzione risarcitoria, come il rimborso per ferie non godute, sono escluse dal calcolo. Nel contesto giurisprudenziale, l'RGF è spesso utilizzata per definire indennità spettanti al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo, valutando ciò che il dipendente avrebbe percepito nell'esercizio ordinario delle sue funzioni.

Calcolo e applicazione della retribuzione globale di fatto

Il calcolo della Retribuzione Globale di Fatto (RGF) segue criteri stabiliti dalla giurisprudenza per garantire una valutazione accurata. Tra gli elementi inclusi ci sono:

  • Retribuzione mensile base: il minimo contrattuale stabilito dal settore di riferimento;
  • Scatti di anzianità: incrementi retributivi definiti in base agli anni di servizio maturati;
  • Superminimi: somme aggiuntive rispetto ai minimi contrattuali, se corrisposte con regolarità;
  • Tredicesima mensilità e altre eventuali mensilità aggiuntive, dove previsto dal CCNL;
  • Indennità continuative: ad esempio, indennità di turno o lavoro notturno, purché stabili e non occasionali.
Sono invece esclusi dal calcolo premi occasionali, indennità risarcitorie o somme non legate direttamente alla prestazione lavorativa, come i rimborsi spese o bonus straordinari. Per stabilire l’RGF è fondamentale verificare la continuità e la prevedibilità delle somme percepite dal lavoratore.

Perchè è importante? Le applicazioni pratiche della RGF sono evidenti, in particolare nei casi di licenziamento illegittimo. In tali contesti, l’RGF è utilizzata per determinare l’indennità risarcitoria spettante, come previsto dall’art. 18 della Legge 300/1970. Questo importo si calcola considerando quanto il dipendente avrebbe percepito se avesse continuato a lavorare, sottraendo eventuali guadagni derivanti da altre attività lavorative (aliunde perceptum). Inoltre, il datore è tenuto a versare i contributi previdenziali relativi al periodo in cui il rapporto lavorativo è stato irregolarmente interrotto.

La corretta applicazione dell’RGF richiede un’accurata analisi dei contratti collettivi e delle singole clausole individuali, per distinguere gli elementi retributivi da quelli accessori o privi di natura continuativa. Tale aspetto è essenziale per rispettare i criteri stabiliti dalla giurisprudenza e prevenire eventuali controversie tra datore di lavoro e lavoratore.

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