Quali sono le novità contenute nel nuovo Def sul rinnovo dei contratti Ccnl degli Statali ancora bloccati: le anticipazioni e i chiarimenti
Quali sono le novità contenute nel nuovo Def sul rinnovo dei contratti Ccnl degli Statali? Dopo la sottoscrizione del contratto per gli statali delle Funzioni Centrali, tutti gli altri Ccnl del pubblico impiego, del triennio 2022-2024, sono bloccati.
Le discussioni continuano ma per la conclusione delle trattative non sembrano prospettarsi tempi brevi. Novità potrebbero però arrivare dalla prima definizione del Def, Documento di Economia e Finanza, ormai sostituito dal Documento di finanza pubblica approvato in Consiglio dei ministri.
Il documento riporta le previsioni tendenziali sulla spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche, stimata pari a 201 miliardi nel 2025 (+2,3%), a 205,9 miliardi nel 2026 (+2,4%) e a 207 miliardi nel 2027 (+0,5%) e ci si chiede quanto queste potranno influire sul rinnovo contrattuale ufficiale.
Per i restanti contratti, l’accordo di rinnovo potrebbe arrivare il prossimo 2026.
Nel frattempo, l'Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni che negozia i rinnovi con le parti sociali, ha convocato per il 29 aprile le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto Sanità per riprendere il confronto sul Contratto, che era stato bloccato per la richiesta, proprio da parte delle forze sociali, di maggiori risorse da investire per garantire aumenti di stipendio più alti.
La stessa Aran ha, inoltre, proposto di superare il tetto al trattamento accessorio per gli enti locali, di introdurre maggiore flessibilità contrattuale, permettendo agli enti di offrire condizioni più competitive, e di allineare gli interventi alle regole UE, considerando i nuovi vincoli del Patto di Stabilità e della spesa primaria netta.
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, dal canto suo, sta lavorando d'intesa con il Ministero dell'Economia ad un provvedimento, in vista della conversione in legge del decreto legge P.A., per aumentare gli stipendi dei lavoratori degli enti locali.
Lo scopo è portandoli al livello di quelli erogati nelle amministrazioni centrali, in modo da evitare i continui trasferimenti dei dipendenti da Comuni e Regioni verso i ministeri.
Il governo ha anche definito già una serie di misure per rafforzare le pubbliche amministrazioni, prevedendo fondi integrativi per alcune categorie di dipendenti pubblici con il duplice obiettivo di migliorare l’efficienza amministrativa e di rendere più attrattive le carriere pubbliche.
I principali stanziamenti sono di: