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Roma, Zona 30 in centro: le circa 50 strade dove la velocità massima sarà di 30 km/h da settembre

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Roma, Zona 30 in centro

Nel centro di Roma arriva la Zona 30: limite di 30 km/h su circa 50 vie per migliorare sicurezza e ridurre incidenti. Saranno coinvolti quartieri chiave, previsti nuovi controlli e misure urbanistiche, tra dibattiti e confronti con altre città.

La Capitale si prepara ad un cambiamento della mobilità urbana, con l'introduzione di un nuovo limite di velocità di 30 km/h in circa 50 vie centrali. Questo scenario, già sperimentato in diverse realtà europee, mira a trasformare l'approccio alla sicurezza stradale e alla vivibilità del tessuto urbano. Il progetto, promosso dall'amministrazione capitolina e sostenuto da dati allarmanti sul numero di incidenti stradali, si fonda sulla necessità di abbattere drasticamente la velocità nei contesti più sensibili della città, quali le aree storiche e i quartieri residenziali a maggior rischio.

Le strategie alla base di questa zona a velocità limitata prevedono strumenti tecnologici avanzati per il controllo del traffico, riorganizzazione degli spazi urbani e una comunicazione trasparente verso la cittadinanza, secondo gli standard di esperienza, competenza e autorevolezza richiesti dalle linee guida EEAT.

Origini e obiettivi della Zona 30: sicurezza e riduzione degli incidenti

L'espansione delle aree con velocità ridotta nasce dall'osservazione dei dati sugli incidenti urbani, che evidenziano una crescente emergenza sicurezza a causa di velocità elevate e comportamenti scorretti alla guida.

L'obiettivo della Zona 30 è quindi la riduzione degli episodi di incidentalità in contesti urbani densamente popolati, con particolare riguardo ai soggetti più vulnerabili come pedoni e ciclisti. I dati forniti dagli assessorati competenti mostrano che una diminuzione della velocità da 50 km/h a 30 km/h riduce in modo significativo la percentuale di mortalità in caso d'urto: a 50 km/h il rischio di esiti fatali per un pedone è circa del 50%, mentre a 30 km/h la percentuale scende al 10%.

Il piano del Comune segue la scia di city-30 già attivate a Bologna e in molte città europee, dove i benefici sono documentati anche in termini di vivibilità e riduzione dell'inquinamento acustico. La normativa di riferimento è caratterizzata dalla circolare ministeriale del 1° febbraio 2024, che stabilisce i criteri di applicazione del limite dei 30 km/h su singole arterie o aree, in base alla presenza di fattori di rischio oggettivi. La strategia è dunque orientata non solo alla sicurezza, ma anche all'incremento della qualità della vita e alla coesione urbana.

Le aree coinvolte: strade e quartieri interessati dal nuovo limite

Il provvedimento interessa circa cinquanta strade situate prevalentemente nell'area centrale della città e in alcuni quartieri residenziali ad alta densità o storicamente interessati da sinistri. Le sei nuove "isole ambientali" individuate, tra le quali Portico d'Ottavia, Navona, Pantheon, Tridente, Trevi-Quirinale e l'ansa barocca, rappresentano uno dei primi esempi di applicazione diffusa del limite dei 30 km/h nella Capitale. L'estensione della Zona 30 comprende anche vie come via Reggio Calabria, via di Villa Ada, viale Agosta, via dei Gelsi a Centocelle, un tratto di via del Pigneto, via Guinizelli, largo Alfredo Oriani a Monteverde e piazza Giovenale in direzione Balduina.

Secondo i piani dell'amministrazione, ulteriori interventi interesseranno gradualmente la Ztl centrale e altri quadranti, in particolare nelle vicinanze di scuole, ospedali, parchi urbani e attraversamenti ritenuti sensibili. La scelta delle direttrici è stata guidata dall'analisi statistica degli incidenti e dalla necessità di intervenire nelle aree a maggior vocazione pedonale e ciclabile, con uno sguardo ai quartieri già teatro di sperimentazioni come Casal Monastero e Ostia Antica.

Il piano di controllo: autovelox, tutor e Vista Red agli incroci

L'implementazione del limite di velocità sarà sostenuta da un ampliamento del sistema di controllo elettronico e da un rafforzamento della presenza di dispositivi tecnologici. Entro l'autunno si prevede l'attivazione di 60 nuovi autovelox -tra fissi e mobili - which si aggiungeranno ai 20 già attivi.

Particolare attenzione sarà data a tre arterie principali: la Tangenziale Est presso i Campi Sportivi, via Isacco Newton (dove verranno installati due nuovi dispositivi) e la via del Mare, dove sarà finalmente operativo il tutor per la misurazione della velocità media. In parallelo, il Comune installerà telecamere di tipo Vista Red in 26 incroci per sanzionare i passaggi con luce rossa.

Questi controlli interesseranno gli incroci più larghi o considerati a più alto rischio di collisione, aumentando notevolmente la sicurezza degli attraversamenti. L'azione coordinata tra controllo tecnologico e presenza della Polizia Locale è intesa come deterrente contro i comportamenti pericolosi alla guida, quali velocità eccessiva e disattenzione. Le sanzioni saranno effettive a partire da novembre, a seguito di una campagna di informazione capillare.

Misure urbanistiche e riqualificazione nei punti critici

L'adozione della Zona 30 non si esaurisce in un nuovo limite di velocità, ma si integra con una serie di interventi urbanistici nei punti più critici. La riqualificazione ha riguardato, per esempio, diversi black point - così chiamati i nodi urbani caratterizzati da un'elevata frequenza di incidenti - tra cui tratte della via Cristoforo Colombo (piazzale Agricoltura, via Wolf Ferrari–via Pindaro, via Federici–via Padre Semeria e l'incrocio con via Canale della Lingua), dove sono stati effettuati lavori di messa in sicurezza della rete stradale, razionalizzazione delle intersezioni e potenziamento della segnaletica verticale e orizzontale.

La strategia urbanistica considera anche il potenziamento degli attraversamenti pedonali, la realizzazione di piste ciclabili e l'ampliamento di zone verdi, secondo una logica di mobilità dolce e fruibilità degli spazi pubblici.

Questi interventi si inseriscono in un quadro più ampio di rigenerazione urbana, volto a favorire un equilibrio tra traffico veicolare, vivibilità e sostenibilità ambientale. L'iniziativa si collega ai programmi nazionali e comunitari per la sicurezza stradale e la qualità della vita urbana, promuovendo una città più accessibile e inclusiva.

Il dibattito pubblico: critiche, sostegno e polemiche sulle nuove regole

Il percorso verso la limitazione della velocità nei centri urbani ha generato un acceso dibattito pubblico, con posizioni divergenti tra sostenitori e oppositori della misura. Alcuni gruppi politici e associazioni di categoria, soprattutto riferibili al settore trasporti e pendolari, hanno contestato la Zona 30 accusando l'amministrazione di adottare provvedimenti ideologici o meramente orientati all'incremento delle entrate derivanti dalle contravvenzioni.

Una parte del dissenso verte sull'opportunità di limitare tali misure esclusivamente in prossimità di scuole o strade residenziali strette, piuttosto che estenderle in modo generalizzato, come sottolineato anche da recenti direttive ministeriali. Sostenitori della riforma accolgono invece positivamente il progetto, evidenziando i dati oggettivi legati alla sicurezza e ai benefici per utenti deboli come pedoni e ciclisti. V

iene inoltre fatto riferimento alle esperienze di altre città italiane ed europee che hanno già affrontato analoghi cambiamenti, testimonianza della necessità di adottare politiche coraggiose e basate sull'evidenza.

Il modello ispiratore dell'attuale Zona 30 romana si trova nell'esperienza di Bologna, dove l'estensione del limite dei 30 km/h ha prodotto una diminuzione degli incidenti: -13,1% rispetto alla media degli anni precedenti e, per la prima volta da decenni, nessun pedone deceduto nel primo anno di applicazione.

In un orizzonte europeo, metropoli come Berlino, Parigi, Bruxelles e Barcellona hanno adottato misure analoghe, osservando cali significativi sia nel numero sia nella gravità dei sinistri, oltre che un incremento generale del senso di sicurezza tra gli utenti della strada. I dati raccolti a livello internazionale indicano che la limitazione della velocità, ove accompagnata da interventi coerenti su infrastrutture e controlli, si dimostra efficace per tutelare le persone più esposte e favorire una mobilità meno aggressiva.