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Badanti, colf, signore delle pulizie e baby sitter, come avere 830 euro in più in busta paga. Regole, requisiti e procedura

di Marcello Tansini pubblicato il
Badanti colf signore pulizie baby sitter

Chi tra badanti, colf, baby sitter e signore delle pulizie può avere fino a 830 euro in più in busta paga a fine anno e come

L’anticipo del Trattamento di Fine Rapporto rappresenta una possibilità concreta per chi svolge attività di assistenza familiare o collaborazioni domestiche di ottenere un significativo incremento della propria retribuzione annuale. Grazie a una recente precisazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e alle disposizioni del CCNL del settore, colf, badanti e addetti alle pulizie possono, in determinati casi e rispettando specifiche condizioni, ricevere un anticipo fino a 830 euro in più rispetto allo stipendio ordinario.

Il TFR nel lavoro domestico: cos'è, come si calcola e regole di accantonamento

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) nel lavoro domestico costituisce una forma di retribuzione differita che il datore di lavoro accantona annualmente a favore del collaboratore. Questo montante viene generalmente corrisposto alla cessazione del rapporto di lavoro ma, in particolari circostanze, può essere erogato in anticipo. 

L’accantonamento viene effettuato mensilmente e calcolato prendendo come base l’intera retribuzione lorda percepita dal dipendente, comprensiva di:

  • paga base contrattuale;
  • superminimi e scatti di anzianità;
  • indennità varie;
  • eventuali tredicesime e contributi sostitutivi.
Ogni anno, come stabilito dal Ccnl lavoro domestico, l’importo accantonato viene rivalutato applicando un tasso fisso composto dall’1,5% annuo più il 75% dell’aumento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo.

È importante precisare che la liquidazione del TFR non avviene in modo automatico ogni mese nella retribuzione, ma deve essere riservata a una somma accumulata da corrispondere solo alla fine del rapporto, a meno che non sopraggiungano cause di anticipo particolari.

La rateizzazione mensile, ormai prassi diffusa, è stata recentemente definita illegittima dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, poiché trasforma questa somma in semplice retribuzione e ne altera la natura giuridica e fiscale.

Anticipo del TFR: requisiti, limiti e procedura per l’aumento in busta paga

L’anticipo di una parte del TFR offre a colf, badanti e collaboratori domestici la possibilità di percepire, in casi specifici, un aumento immediato in busta paga fino a 830 euro. Tale opzione è regolamentata da precise condizioni per tutelare sia i lavoratori sia i datori.

I principali requisiti per poter accedere all’anticipo del Trattamento sono i seguenti:

  • L’anticipo del TFR può essere richiesto solo dal collaboratore domestico e deve avvenire in forma scritta.
  • L’importo anticipabile non può superare il 70% di quanto maturato fino a quel momento.
  • L’erogazione può essere disposta soltanto una volta all’anno per ciascun lavoratore.
  • La motivazione della richiesta deve essere legata a esigenze personali, come ad esempio spese sanitarie documentate o acquisto prima casa.
La procedura prevede che la badante, o la colf, o la signora delle pulizie, o la baby sitter invii una domanda scritta al datore di lavoro, specificando i motivi della richiesta, l’importo desiderato e allegando, se richiesto, la documentazione giustificativa.

Il datore valuta la richiesta e può concedere, nei limiti previsti dalla normativa, l’anticipo, predisponendo la relativa liquidazione in busta paga nel periodo concordato. 

Implicazioni fiscali e contributive dell’anticipo TFR

L’erogazione anticipata del TFR ha effetti importanti sotto il profilo fiscale e previdenziale. Mentre il TFR corrisposto al termine del rapporto beneficia di una tassazione separata con imposta sostitutiva del 20%, l’anticipo, se corrisposto correttamente secondo quanto previsto dalla legge, mantiene la stessa modalità fiscale.

Tuttavia, il pagamento mensile in busta paga, non previsto, trasforma la somma in retribuzione ordinaria e fa scattare una tassazione secondo gli scaglioni IRPEF ordinari, con possibili aggravii fiscali per il collaboratore.

Per quanto riguarda i contributi INPS, il TFR non costituisce base imponibile previdenziale. Tuttavia, se corrisposto illecitamente in modo mensile, l’importo fa invece parte della base contributiva, potendo modificare le aliquote applicate soprattutto per i contratti ad ore inferiori alle 24 settimanali.

I datori di lavoro domestico non fungono da sostituti d’imposta, quindi qualsiasi somma percepita, compreso l’anticipo TFR, deve essere dichiarata direttamente dal lavoratore al momento della dichiarazione annuale dei redditi.

Sanzioni e rischi di pratiche non conformi nella gestione del TFR

L’adozione di prassi difformi rispetto alle disposizioni del CCNL e della normativa comporta rischi e sanzioni, in particolare per la rateizzazione illegittima del TFR in busta paga. In caso di verifica da parte dell’Ispettorato del Lavoro, il datore che abbia liquidato mensilmente il TFR sarà tenuto a ricostituire il fondo non accantonato e a versare una sanzione pecuniaria che può andare da 500 a 3.000 euro; nella prassi, l’importo comminato è generalmente pari a 1.000 euro.

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