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Se sono un operaio quali sono le fabbriche e le azienda manifatturiere migliori dove andare a lavorare e perché?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Dove andare a lavorare e perché

Nel podio 2025 spiccano AbbVie (biofarmaceutica, sito produttivo a Campoverde di Aprilia), ARD Raccanello (vernici per edilizia) e Rheinmetall Italia (difesa e sicurezza). Sono contesti molto diversi ma accomunati da procedure robuste

Negli ultimi anni l'attenzione verso la qualità del lavoro nei reparti produttivi ha smesso di essere un tema trascurato e si è affermata come leva competitiva essenziale. Se in passato si guardava principalmente all'efficienza delle macchine e alla produttività oraria, oggi non è più possibile ignorare la dimensione umana: sicurezza, equità, coesione del team e benessere organizzativo entrano nel bilancio industriale. Lo testimonia lo studio Best Workplaces for Blue Collar 2025 della società di consulenza Great Place to Work Italia, che ha interpellato oltre 4.000 operai attivi nei siti manifatturieri italiani. In quelle aziende “premiate”, il clima di fiducia interna supera il 66 %, contro il 47 % medio del comparto manufatturiero e il 44 % della media nazionale.

La differenza non è solo numerica: in quelle fabbriche si registrano livelli più alti di percezione di sicurezza (82 % contro 67 %) e giudizi ben più positivi sulle infrastrutture (71 % contro 51 %). Inoltre, emergono tratti profondi come l'autonomia operativa – il 71 % degli operai dichiara di poter lavorare senza controlli eccessivi –, l'etica della direzione, la partecipazione sociale e l'inclusione (88 % afferma che l'orientamento sessuale non incide sul trattamento).

Eppure lo scenario generale del sistema produttivo italiano rimane complesso: secondo dati Inail, l'incidenza dei decessi sul lavoro è cresciuta leggermente tra il 2019 e il 2025 (da 1,45 a 1,47 ogni 100.000 occupati), una variazione modesta ma significativa che evidenzia come anche nei settori industriali la distanza tra aziende “virtuose” e il resto sia ancora marcata.

Quali fabbriche scegliere: i criteri per chi lavora in reparto

Quando ci si pone la domanda “dove andare a lavorare da operaio”, non basta guardare il nome dell'azienda o il settore: è fondamentale valutare indicatori concreti e pratiche visibili. Prima di tutto serve verificare che l'azienda pubblichi (o comunque condivida nei colloqui) dati reali su incidenti, near miss, scarti, gestione della manutenzione e audit interni: chi accetta una politica opaca ha probabilmente un clima più fragile. Occorre poi osservare se l'impresa offre percorsi formativi strutturati per gli operai: affiancamenti, coaching, manuali interni, rotazioni tra reparti e possibilità di transizione verso ruoli tecnici o di coordinamento. Inoltre, è utile controllare la trasparenza contrattuale: l'annuncio dovrebbe descrivere chiaramente la turnazione, gli straordinari, la banca ore, i premi di risultato e i benefici aggiuntivi. Infine, occorre investigare l'ambiente fisico di fabbrica: spogliatoi adeguati, stanze di pausa, linee con segnalazioni visive (andon), manutenzione ordinaria, impianti puliti, 5S ben implementate: sono segnali tangibili di cura per chi produce. Le aziende che nell'edizione 2025 del Best Workplaces emergono più frequentemente sono proprio quelle che comunicano questi elementi con chiarezza.

È importante anche scegliere il settore industriale con maggior resilienza e prospettive: la farmaceutica, la meccanica strumentale, la meccatronica, la chimica tecnica, le industrie ad alto contenuto tecnologico sono più inclini a investire in sicurezza, aggiornamenti tecnologici e formazione continua, rispetto a settori con margini più compressi. Il vantaggio per chi entra nel reparto sta nel poter costruire competenze, crescere di responsabilità e migrare su ruoli tecnici. Inoltre, le aziende internazionali o che operano su mercati globali tendono ad adottare standard più rigidi e avanzati, offrendo più stabilità rispetto a realtà strettamente locali.

Realtà italiane esemplari per operai: chi sono e cosa offrono

Nel podio del 2025 emergono tre nomi che diventano simbolo di come si possa lavorare bene anche in produzione: AbbVie, con il sito farmaceutico a Campoverde di Aprilia; ARD Raccanello, specializzata in vernici per l'edilizia; e Rheinmetall Italia, operativa nella difesa e sicurezza. AbbVie, in particolare, gestisce processi GMP stringenti e offre ruoli definiti, soprattutto per chi mira a diventare team leader di linea o responsabile qualità, investendo nei programmi continui di aggiornamento. ARD Raccanello adotta una cultura medio-impresa veneta dove le relazioni interne contano, la valorizzazione del prodotto e la coesione tra officina e direzione sono parte della visione aziendale. Rheinmetall Italia opera con elevati standard di tracciabilità e sicurezza, in un contesto globale dove il prodotto è scrutinato da enti internazionali, quindi ogni operatore in reparto è parte attiva del controllo qualità e dell'affidabilità.

Oltre a queste tre prime, compaiono altre aziende che meritano attenzione da chi aspira a lavorare bene in reparto: Unox, specialista di forni professionali, che descrive pubblicamente percorsi di crescita interna per operai e investe in coaching tecnico; La Marzocco, con prodotti premium per il settore caffè, che spinge su cultura del design, attenzione ai dettagli e continui miglioramenti; SEW-EURODRIVE, polo della meccatronica e automazione, che valorizza profili capaci di operare in ambienti smart; Sirmax, nel comparto dei compound plastiche, che promuove efficienza di processo e rispetto ambientale; Sapio Group, attivo nel gas industriali e medicali, dove norme HSE e procedure rigorose sono fondamentali; IRCA nel campo alimentare, Vimec nella mobilità personalizzata, Master Italy, Birindelli Auto, The Kraft-Heinz, Mazzoleni: queste realtà sono citate nella classifica Best Workplaces e risultano costantemente presenti nei confronto tra operai per clima aziendale e infrastrutture.

Da queste esperienze si possono ricavare modelli organizzativi concreti: strutture che adottano audit interni, programmi di suggerimenti dal basso, manutenzione predittiva, turni ben bilanciati, incentivi stabili e non casuali, politiche di welfare territoriale (trasporti, ristorazione, opportunità culturali). Quando un'impresa si espone pubblicamente in queste pratiche, è un segnale che ha interesse a costruire reputazione nei reparti, non solo in ufficio.