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Spid Poste Italiane: da quando diventer a pagamento, i costi e se vale anche per rinnovi e vecchi clienti

di Marcello Tansini pubblicato il
Spid rinnovi e vecchi clienti

Lo SPID di Poste Italiane si avvia verso la svolta a pagamento, con nuove tariffe, tempistiche previste e cambiamenti per vecchi utenti e rinnovi.

Il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) ha permesso a milioni di cittadini di interagire con le amministrazioni, garantendo sicurezza e semplicità nei processi di autenticazione. Fino a oggi, il servizio fornito da alcuni gestori - in particolare da chi utilizza Poste Italiane - è stato gratuito. Tuttavia, il contesto sta subendo profonde trasformazioni dal punto di vista normativo e organizzativo e le novità che riguardano Poste Italiane sono in stato molto avanzato. Gli operatori stanno iniziando a valutare l'opzione di introdurre un canone per coprire i costi di gestione, sicurezza e assistenza connessi al mantenimento delle identità elettroniche.
Il dibattito sull'introduzione di oneri a carico degli utenti è alimentato da evoluzioni normative e dalle nuove strategie adottate dal Governo, che punta al potenziamento di altre soluzioni come la Carta d'Identità Elettronica e l'IT Wallet. A ciò si aggiunge la necessità di garantire la sostenibilità economica degli operatori, mentre la platea degli utenti - più di quaranta milioni solo in Italia - monitora con attenzione le possibili novità che potrebbero incidere sulle modalità di accesso ai servizi online.

Da quando lo SPID Poste Italiane potrebbe diventare a pagamento: date e tempistiche previste

Il futuro del canone per l'uso di SPID presso Poste Italiane è legato a un quadro temporale ben delineato dalle evoluzioni contrattuali e dai recenti sviluppi normativi. Attualmente, le convenzioni tra Stato e i provider privati sono state prorogate d'ufficio, in attesa del rinnovo che dovrebbe svilupparsi tra luglio e ottobre 2025. Da questi negoziati dipenderà una parte rilevante delle sorti dell'identità digitale in Italia.
Le indiscrezioni indicano che il canone annuale - una cifra prevista attorno ai 5 euro per ogni utenza - potrebbe entrare in vigore non appena verranno a mancare i fondi stanziati dal PNRR, attesi ormai da tempo e sbloccati nella primavera 2025. Le esperienze dei competitor anticipano la possibilità che la transizione verso il pagamento possa essere alquanto rapida: Aruba ha già introdotto un abbonamento dal secondo anno a partire da maggio 2025, InfoCert segue a ruota con la tariffa dal 28 luglio dello stesso anno. 
In relazione a queste dinamiche, Poste Italiane - gestendo quasi il 72% delle identità SPID, secondo l'ultimo report 2024 - detiene la chiave di volta per l'intero sistema. Un'eventuale introduzione del pagamento condizionerebbe le abitudini digitali di circa 30 milioni di cittadini. Mentre non esiste ancora una comunicazione ufficiale da parte del principale gestore, il quadro normativo fa ipotizzare un cambiamento all'orizzonte nei mesi a venire.

I costi previsti per lo SPID Poste Italiane: tariffe e confronto con altri provider

Il tema dei prezzi coinvolge sia chi si appresta a richiedere lo SPID sia gli utenti già in possesso delle credenziali. Le attuali ipotesi di canone annuale per Poste ID si posizionano intorno ai 5 euro, un importo che si situerebbe nel mezzo rispetto agli altri operatori già passati a tariffe a pagamento:

  • Aruba: 4,90 euro + IVA annui dal secondo anno (il primo è gratuito).
  • InfoCert: 5,98 euro IVA inclusa a partire dal 28 luglio 2025, senza rinnovo automatico.
  • Register.it: 9,90 euro + IVA annui in presenza di dispositivi CNS o firma digitale. In assenza di questi, la tariffa può arrivare a oltre 80 euro annui.
Considerando la quota di mercato detenuta dal servizio SPID di Poste Italiane, la definizione della tariffa ha un impatto diretto sul costo medio nazionale dell'identità digitale. La comparazione evidenzia non solo la concorrenza tra i provider, ma anche come i costi possano variare sensibilmente a seconda della tipologia di servizio e delle opzioni di rinnovo.
Oltre a queste cifre, è utile notare che la maggior parte degli abbonamenti prevede la possibilità di recesso, tutelando gli utenti dal rinnovo automatico. Il passaggio all'obbligatorietà del pagamento, inoltre, sarà accompagnato da nuove regole contrattuali e informative, come richiesto dagli attuali standard di trasparenza stabiliti a livello nazionale e comunitario.

SPID a pagamento: cosa cambia per vecchi clienti e rinnovi

Il passaggio da servizio gratuito a servizio a canone annuo comporterà inevitabili conseguenze per chi già possiede le credenziali digitali con Poste Italiane. Gli utenti interessati saranno invitati a esprimere il proprio consenso all'applicazione della nuova tariffa: senza questa manifestazione di volontà, il servizio potrebbe venire automaticamente sospeso alla scadenza del rapporto gratuito:

  • Il rinnovo non avverrà in modo automatico, ma sarà subordinato a una esplicita accettazione della nuova politica tariffaria.
  • Per chi sceglie di non accettare la tariffa, resta disponibile la possibilità di chiudere la credenziale SPID presso Poste Italiane - anche tramite canali digitali conformi ai requisiti di sicurezza.
  • Coloro che desiderano mantenere attive le credenziali dovranno quindi pianificare il rinnovo e il relativo pagamento in tempi utili, secondo le istruzioni fornite nel momento della comunicazione ufficiale da parte del provider.
Il sistema rimarrà comunque regolamentato da norme stringenti in materia di trasparenza e tutela del consumatore, inclusa la circolare dell'Agenzia per l'Italia Digitale, che stabilisce diritti e doveri degli utenti. I clienti già registrati potranno valutare se mantenere l'attuale provider o eventualmente migrare verso alternative, compatibilmente con i loro bisogni di accesso ai servizi pubblici online.

Motivazioni e contesto: perché Poste e altri provider stanno passando al pagamento

L'evoluzione del modello di business dei gestori SPID risponde a precise esigenze finanziarie e regolatorie. La sostenibilità del sistema è stata messa alla prova dalla scadenza delle convenzioni statali e dal ritardo nell'assegnazione dei fondi pubblici indicati all'interno del piano PNRR.
Le motivazioni principali sono da ricercare nei costi elevati legati a:

  • Gestione della sicurezza informatica
  • Manutenzione quotidiana delle infrastrutture digitali
  • Assistenza e aggiornamento tecnologico continuo
Senza un sostegno pubblico stabile, molte aziende provider hanno quindi optato per l'introduzione di un canone a carico degli utenti. Si tratta di una strategia adottata anche all'estero, dove l'identità digitale è spesso integrata in soluzioni statali o richiede comunque un abbonamento a lungo termine.
Va inoltre considerata la decisione del Governo di concentrare gli investimenti sulla Carta d'Identità Elettronica e sul portafoglio digitale europeo, spostando così interesse e risorse dalla piattaforma SPID verso sistemi unificati e interoperabili, secondo le linee del Regolamento eIDAS.

Le alternative allo SPID: la Carta d'Identità Elettronica (CIE) e l'IT Wallet

Il definitivo superamento dell'attuale sistema di autenticazione sta avvenendo parallelamente allo sviluppo di strumenti alternativi di identità digitale. La CIE si sta progressivamente affermando come strumento preferenziale di accesso ai servizi pubblici, in affiancamento o in sostituzione dello SPID:

  • Carta d'Identità Elettronica: già oltre 7 milioni di italiani hanno attivato l'app dedicata alla CIE, che consente un accesso semplice e sicuro ai servizi statali, alle agenzie fiscali e agli enti previdenziali.
  • La sua adozione è incentivata dal Governo per ridurre la dipendenza dal sistema SPID e razionalizzare la gestione delle credenziali digitali.
  • IT Wallet: nell'ottica della nuova strategia europea eIDAS, il portafoglio digitale italiano sarà presto utilizzabile come ulteriore soluzione di autenticazione, integrando diversi documenti e certificati pubblici in un'unica applicazione.
Queste opzioni offrono una risposta concreta agli utenti che cercano alternative affidabili rispetto al sistema SPID, garantendo standard di sicurezza elevati e una maggiore interoperabilità a livello europeo, secondo le normative comunitarie.