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Amazon Prime, risarcimenti per abbonamenti ingannevoli. Anche in Italia?

di Marcello Tansini pubblicato il
amazon prime

I risarcimenti sugli abbonamenti Prime di Amazon arriveranno anche in Italia? Nel frattempo la decisione delle autorità Usa è storica e quasi sicuramente aprirà nuovi sceneri sulla vendita di abbonamenti online e la tutela dei consumatori, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa

Negli Stati Uniti, milioni di utenti hanno recentemente visto riconosciuti i propri diritti in seguito alle pratiche contestate da parte di Amazon relative al servizio Prime. La questione nasce da un'indagine attenta sulle procedure di iscrizione e disdetta dell'abbonamento, ritenute scorrette e poco trasparenti. Le autorità preposte alla tutela dei consumatori hanno accusato l’azienda di aver spinto moltissimi clienti ad attivare Prime in modo non completamente consapevole, complicando allo stesso tempo le modalità di recesso. Questo evento segna un precedente determinante nell’ambito della protezione degli utenti rispetto alle strategie di marketing digitale e sottoscrizione automatica, sottolineando la necessità di trasparenza e rispetto delle regole sui contratti online.

La domanda che molti nostri lettori ci stanno facendo e se questi risarcimenti arriveranno anche in Italia. Sicuramente il dado è tratto, se l'Ue avesse la volontà o anche la magistratura italiana di intraprendere una verifca dei comportamenti di Amazon sugli abbonamenti Prime, viste le somiglianze di procedura tra Usa e Italia e i documenti già raccolti in Usa, nonchè, una giurisdizione europea ancora più restrittiva a favore degli utenti contro le pratiche commerciali scorrette, è probabile che anche nel nostro Paese, Amazon dovrebbe iniziare una campagna di risarcimenti.

Staremo a vedere cosa succederà, nel frattempo è interessante leggere quello che è accaduto, anche per stare attento ai nostri comportamenti e decisioni quando attiviamo un abbonamento online al di là di Amazon, ma in generale online su Internet

Le accuse contro Amazon Prime: pratiche ingannevoli e dark pattern

Secondo la Federal Trade Commission (FTC), Amazon avrebbe adottato tecniche definite come dark pattern nel processo di sottoscrizione e gestione degli abbonamenti Prime. Tali strategie includono interfacce visuali e messaggi progettati per spingere inconsapevolmente l’utente verso l’attivazione del servizio. Ad esempio, la presenza di pulsanti poco chiari, frasi ambigue come “No, non voglio la spedizione gratuita” e il mancato dettaglio dei costi durante la fase di iscrizione rappresentavano ostacoli reali a una scelta informata. Ulteriori criticità sono emerse nell’iter di disdetta: gli utenti si trovavano a dover affrontare un percorso complesso e articolato per annullare l’abbonamento, dovendo navigare tra molteplici schermate e istruzioni poco intuitive.

I 3 capi di acusa:

  • Attivazione involontaria: la selezione di opzioni come la consegna rapida comportava automaticamente, senza chiare informazioni, l’attivazione a Prime.
  • Rinnovo automatico occulto: evidenza di procedure che attivavano o rinnovavano l’abbonamento senza un consenso pienamente informato.
  • Percorsi di uscita ostici: il processo per la cancellazione si rivelava lungo, scoraggiante e privo di immediatezza.
Questi comportamenti sono stati considerati in contrasto con il Restore Online Shoppers' Confidence Act (ROSCA), normativa che tutela gli acquirenti nelle sottoscrizioni e nei pagamenti online. Documenti aziendali e testimonianze interne hanno ulteriormente sostenuto la tesi della FTC, evidenziando consapevolezza e reiterazione di pratiche scorrette finalizzate a incrementare il numero di adesioni al programma, spesso a discapito della trasparenza.

L'accordo con la Federal Trade Commission: importi delle sanzioni e risarcimenti

L’intesa raggiunta tra Amazon e la FTC rappresenta uno degli accordi più rilevanti in materia di tutela dei consumatori negli Stati Uniti. L’azienda ha accettato di pagare 2,5 miliardi di dollari, suddivisi tra una sanzione civile e un fondo destinato ai rimborsi. Più in dettaglio, un miliardo di dollari costituisce la penalità imposta dal governo federale, mentre i restanti 1,5 miliardi alimentano il fondo per i risarcimenti a favore degli utenti danneggiati dalle pratiche contestate. La cifra della multa è la più elevata mai emessa dalla FTC per casi di abbonamento ingannevole, sottolineando la gravità delle violazioni e l’impatto sociale del provvedimento.

Voce Importo (USD)
Sanzione civile 1.000.000.000
Risarcimenti agli utenti 1.500.000.000
Totale 2.500.000.000

L’accordo prevede inoltre il controllo di un supervisore indipendente per monitorare il rispetto delle nuove regole e la corretta distribuzione dei rimborsi. A differenza del passato, l’intesa obbliga Amazon a modificare profondamente i processi di iscrizione e disdetta, garantendo finalmente all’utente un’esperienza trasparente e facilmente gestibile. Dal punto di vista giuridico, l’accordo ha anche una valenza esemplare per altri operatori del settore e-commerce, rafforzando l’importanza del rispetto del quadro normativo e della centralità dell’utente-consumatore.

A chi spettano i risarcimenti e come funzionano le modalità di rimborso

I risarcimenti previsti riguardano circa 35 milioni di utenti statunitensi che si sono iscritti involontariamente a Prime tra il 23 giugno 2019 e il 23 giugno 2025, oppure che hanno incontrato difficoltà oggettive nel tentativo di cancellare l’abbonamento. L’operazione di rimborso prevede due percorsi distinti:

  • Rimborso automatico: sarà riconosciuto agli utenti che rientrano tra coloro che hanno usufruito di meno di tre vantaggi Prime nel periodo di iscrizione. Questi clienti riceveranno fino a 51 dollari direttamente, senza necessità di procedura aggiuntiva.
  • Richiesta individuale: gli altri utenti interessati potranno presentare una richiesta di rimborso attraverso canali messi a disposizione direttamente da Amazon, seguendo istruzioni dettagliate che verranno comunicate tramite email e portali dedicati. Il termine per inviare una richiesta sarà di sei mesi dalla notifica.
L’azienda avrà inoltre l’obbligo di pubblicare avvisi e link esplicativi sulle modalità di rimborso sia sul sito ufficiale sia sull’applicazione mobile, al fine di garantire la massima diffusione delle informazioni tra i potenziali beneficiari. L’intervento della FTC ha previsto la presenza di una supervisione terza e imparziale, con l’obiettivo di offrire procedure semplici, rapide e accessibili a tutti gli aventi diritto, eliminando qualsiasi confusione pregressa.

Nuove regole imposte ad Amazon: cosa cambia per le iscrizioni e le disdette a Prime

Le condizioni del patteggiamento impongono ad Amazon la revisione radicale dei sistemi di sottoscrizione e annullamento dell'abbonamento Prime. Le principali modifiche, con lo scopo di tutelare maggiormente l'utente e rendere i processi trasparenti e veloci, includono:

  • Introduzione di un pulsante di rifiuto chiaro: la piattaforma dovrà fornire per legge un’opzione visibile e immediata per rifiutare la sottoscrizione senza formule ambigue.
  • Trasparenza informativa: durante il processo di iscrizione, tutti i costi, le condizioni di rinnovo automatico e i termini essenziali dell'offerta devono essere esplicitamente illustrati.
  • Cancellazione semplificata: la procedura per la disdetta dell’abbonamento dovrà avvenire con la stessa semplicità e rapidità dell’iscrizione, utilizzando lo stesso canale scelto per attivare il servizio.
  • Fine delle negative option feature: non sarà più consentito attivare un servizio senza esplicito consenso da parte dell’utente.
  • Supervisione indipendente: un ente terzo controllerà che risarcimenti e nuove regole vengano rispettati completamente.
Queste disposizioni renderanno più difficile l’adozione di strategie manipolative e garantiranno la tutela dei diritti nei confronti delle epoche future di abbonamenti digitali. La normativa di riferimento rimane il ROSCA (leggi il testo integrale), che pone l’accento sulla necessità di trasparenza e consenso nei servizi online.

La replica di Amazon alle accuse e le possibili ripercussioni sull'azienda

Amazon, attraverso dichiarazioni ufficiali dei propri portavoce, ha respinto ogni accusa di violazione della legge, sostenendo di aver sempre agito nel rispetto delle normative vigenti. L’azienda ha affermato di impegnarsi costantemente per offrire ai clienti un servizio chiaro, semplice e vantaggioso. Secondo le posizioni espresse, la società considera l’accordo con la FTC come una soluzione per voltare pagina e tornare a concentrarsi sull’innovazione a beneficio degli utenti.

Dal punto di vista finanziario, sebbene la cifra della sanzione sia significativa, rappresenta solo una piccola percentuale dei ricavi generati dal programma Prime nello stesso periodo. Gli analisti di settore sottolineano come l’impatto sull’immagine e sulla fiducia degli utenti potrebbe essere più importante delle conseguenze economiche immediate.

L’esistenza di un fondo di risarcimento di tale portata e di una supervisione esterna obbligatoria segna comunque l’apertura di una nuova fase nella gestione dei rapporti tra colossi digitali e consumatori.

Implicazioni per i consumatori: precedenti legali e scenari futuri

Questo contenzioso rappresenta una delle azioni legali più rilevanti in tema di abbonamenti digitali, fornendo ai consumatori nuovi parametri di tutela e impulso a ulteriori regolamentazioni. Nonostante la sanzione record, buona parte degli osservatori ritiene che il programma Prime manterrà la propria posizione dominante, grazie alla profondità dell’offerta e alla solidità dei vantaggi proposti agli utenti.

La vicenda pone l’accento su un tema trasversale: la necessità di costruire sistemi contrattuali online sempre più trasparenti, basati su consenso informato e semplicità gestionale. Tra le possibili evoluzioni future vi sono:

  • L’introduzione di nuove normative statali e federali per rafforzare la trasparenza nelle iscrizioni digitali;
  • L’incremento delle azioni di vigilanza da parte delle autorità di settore;
  • Una maggiore attenzione da parte delle aziende a pratiche chiare e lineari per la gestione degli abbonamenti.
Questo caso ha creato un riferimento giurisprudenziale e operativo per altri grandi operatori digitali, stimolando anche il dibattito europeo sulle regole di trasparenza e la protezione degli utenti nel commercio elettronico.
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