I risarcimenti sugli abbonamenti Prime di Amazon arriveranno anche in Italia? Nel frattempo la decisione delle autorità Usa è storica e quasi sicuramente aprirà nuovi sceneri sulla vendita di abbonamenti online e la tutela dei consumatori, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa
Negli Stati Uniti, milioni di utenti hanno recentemente visto riconosciuti i propri diritti in seguito alle pratiche contestate da parte di Amazon relative al servizio Prime. La questione nasce da un'indagine attenta sulle procedure di iscrizione e disdetta dell'abbonamento, ritenute scorrette e poco trasparenti. Le autorità preposte alla tutela dei consumatori hanno accusato l’azienda di aver spinto moltissimi clienti ad attivare Prime in modo non completamente consapevole, complicando allo stesso tempo le modalità di recesso. Questo evento segna un precedente determinante nell’ambito della protezione degli utenti rispetto alle strategie di marketing digitale e sottoscrizione automatica, sottolineando la necessità di trasparenza e rispetto delle regole sui contratti online.
La domanda che molti nostri lettori ci stanno facendo e se questi risarcimenti arriveranno anche in Italia. Sicuramente il dado è tratto, se l'Ue avesse la volontà o anche la magistratura italiana di intraprendere una verifca dei comportamenti di Amazon sugli abbonamenti Prime, viste le somiglianze di procedura tra Usa e Italia e i documenti già raccolti in Usa, nonchè, una giurisdizione europea ancora più restrittiva a favore degli utenti contro le pratiche commerciali scorrette, è probabile che anche nel nostro Paese, Amazon dovrebbe iniziare una campagna di risarcimenti.
Staremo a vedere cosa succederà, nel frattempo è interessante leggere quello che è accaduto, anche per stare attento ai nostri comportamenti e decisioni quando attiviamo un abbonamento online al di là di Amazon, ma in generale online su Internet
Secondo la Federal Trade Commission (FTC), Amazon avrebbe adottato tecniche definite come dark pattern nel processo di sottoscrizione e gestione degli abbonamenti Prime. Tali strategie includono interfacce visuali e messaggi progettati per spingere inconsapevolmente l’utente verso l’attivazione del servizio. Ad esempio, la presenza di pulsanti poco chiari, frasi ambigue come “No, non voglio la spedizione gratuita” e il mancato dettaglio dei costi durante la fase di iscrizione rappresentavano ostacoli reali a una scelta informata. Ulteriori criticità sono emerse nell’iter di disdetta: gli utenti si trovavano a dover affrontare un percorso complesso e articolato per annullare l’abbonamento, dovendo navigare tra molteplici schermate e istruzioni poco intuitive.
I 3 capi di acusa:
L’intesa raggiunta tra Amazon e la FTC rappresenta uno degli accordi più rilevanti in materia di tutela dei consumatori negli Stati Uniti. L’azienda ha accettato di pagare 2,5 miliardi di dollari, suddivisi tra una sanzione civile e un fondo destinato ai rimborsi. Più in dettaglio, un miliardo di dollari costituisce la penalità imposta dal governo federale, mentre i restanti 1,5 miliardi alimentano il fondo per i risarcimenti a favore degli utenti danneggiati dalle pratiche contestate. La cifra della multa è la più elevata mai emessa dalla FTC per casi di abbonamento ingannevole, sottolineando la gravità delle violazioni e l’impatto sociale del provvedimento.
Voce | Importo (USD) |
Sanzione civile | 1.000.000.000 |
Risarcimenti agli utenti | 1.500.000.000 |
Totale | 2.500.000.000 |
L’accordo prevede inoltre il controllo di un supervisore indipendente per monitorare il rispetto delle nuove regole e la corretta distribuzione dei rimborsi. A differenza del passato, l’intesa obbliga Amazon a modificare profondamente i processi di iscrizione e disdetta, garantendo finalmente all’utente un’esperienza trasparente e facilmente gestibile. Dal punto di vista giuridico, l’accordo ha anche una valenza esemplare per altri operatori del settore e-commerce, rafforzando l’importanza del rispetto del quadro normativo e della centralità dell’utente-consumatore.
I risarcimenti previsti riguardano circa 35 milioni di utenti statunitensi che si sono iscritti involontariamente a Prime tra il 23 giugno 2019 e il 23 giugno 2025, oppure che hanno incontrato difficoltà oggettive nel tentativo di cancellare l’abbonamento. L’operazione di rimborso prevede due percorsi distinti:
Le condizioni del patteggiamento impongono ad Amazon la revisione radicale dei sistemi di sottoscrizione e annullamento dell'abbonamento Prime. Le principali modifiche, con lo scopo di tutelare maggiormente l'utente e rendere i processi trasparenti e veloci, includono:
Amazon, attraverso dichiarazioni ufficiali dei propri portavoce, ha respinto ogni accusa di violazione della legge, sostenendo di aver sempre agito nel rispetto delle normative vigenti. L’azienda ha affermato di impegnarsi costantemente per offrire ai clienti un servizio chiaro, semplice e vantaggioso. Secondo le posizioni espresse, la società considera l’accordo con la FTC come una soluzione per voltare pagina e tornare a concentrarsi sull’innovazione a beneficio degli utenti.
Dal punto di vista finanziario, sebbene la cifra della sanzione sia significativa, rappresenta solo una piccola percentuale dei ricavi generati dal programma Prime nello stesso periodo. Gli analisti di settore sottolineano come l’impatto sull’immagine e sulla fiducia degli utenti potrebbe essere più importante delle conseguenze economiche immediate.
L’esistenza di un fondo di risarcimento di tale portata e di una supervisione esterna obbligatoria segna comunque l’apertura di una nuova fase nella gestione dei rapporti tra colossi digitali e consumatori.
Questo contenzioso rappresenta una delle azioni legali più rilevanti in tema di abbonamenti digitali, fornendo ai consumatori nuovi parametri di tutela e impulso a ulteriori regolamentazioni. Nonostante la sanzione record, buona parte degli osservatori ritiene che il programma Prime manterrà la propria posizione dominante, grazie alla profondità dell’offerta e alla solidità dei vantaggi proposti agli utenti.
La vicenda pone l’accento su un tema trasversale: la necessità di costruire sistemi contrattuali online sempre più trasparenti, basati su consenso informato e semplicità gestionale. Tra le possibili evoluzioni future vi sono: