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Stipendi donne con figli 2024, domande e risposte INPS con chiarimenti importanti su bonus mamme decontribuzione

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Esonero, arretrati e congedo

Il Bonus mamme lavoratrici è riservato alle donne lavoratrici con almeno tre figli, occupate con contratti a tempo indeterminato.

Con l'ultima legge di bilancio è stato istituito il Bonus mamme lavoratrici, esenzione dalla contribuzione previdenziale pari al 9,19% della retribuzione, fino a un massimo di 3.000 euro annui da ripartire su base mensile, destinate alle lavoratrici con almeno tre figli. A partire dal 2024, in fase sperimentale, tale bonus è esteso anche alle lavoratrici con due figli.

L'agevolazione è applicabile a tutte le dipendenti del settore pubblico e privato, comprese quelle del settore agricolo, in regime di somministrazione e in apprendistato, con contratto a tempo indeterminato. Le lavoratrici domestiche sono escluse da tale beneficio.

L'Inps ha adesso pubblicato le Faq relative a questa agevolazione, fornendo chiarimenti su requisiti, platea di beneficiari e modalità per presentare la domanda:

  • Chiarimenti Inps sul bonus mamme 2024
  • Esonero, arretrati e congedo

Chiarimenti Inps sul bonus mamme 2024

Il Bonus mamme lavoratrici è riservato alle donne lavoratrici con almeno tre figli, occupate con contratti a tempo indeterminato, inclusi quelli part-time o di somministrazione, nel settore pubblico, privato (anche non imprenditoriale), agricolo e cooperativo ai sensi della legge 142 del 2001. Esclusi sono solo i rapporti di lavoro domestico.

Le lavoratrici che adottano o affidano bambini possono altresì beneficiare del bonus, poiché tali situazioni sono equiparate legalmente alla filiazione secondo il decreto legislativo 151 del 2001, noto come Testo unico sulla maternità e paternità. In via sperimentale per il 2024, il bonus sarà esteso anche alle madri con due figli, di cui il più giovane ha meno di 10 anni, fino al compimento di quest'età.

L'esonero dalla contribuzione consiste nel rimborso al 100% della quota di contributi previdenziali a carico della lavoratrice per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti, entro un limite massimo annuo di 3.000 euro, suddivisi su base mensile.

Il diritto all'esonero persiste fino al mese in cui il figlio più giovane compie 18 anni, per le madri di almeno tre figli, e fino al mese in cui il figlio più giovane compie 10 anni, per le madri di due figli.

Per usufruire dell'esonero, la lavoratrice deve comunicare la propria volontà al datore di lavoro, fornendo anche il numero di figli e i loro codici fiscali. Nel caso in cui la lavoratrice fornisca solo il numero di figli, i codici fiscali dovranno essere inseriti tramite un'apposita procedura sul portale istituzionale dell'Inps, che sarà resa disponibile prossimamente.

Esonero, arretrati e congedo

L'esonero contributivo è valido dal primo gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 con tempistiche basate sulla situazione familiare della madre:

  • per le madri di 3 figli, l'esonero è garantito fino al compimento del 18esimo anno di età del figlio più giovane;
  • per le madri di 2 figli, l'esonero è valido fino al compimento del decimo anno di età del figlio più giovane, ma solo per il 2024.
L'esonero ha effetto dal primo gennaio 2024 se i requisiti sono soddisfatti a quella data. In caso contrario per il secondo o terzo figlio, l'esonero ha effetto dal mese di nascita del bambino. Se la madre ha già due o tre figli ma non ha un lavoro dipendente o ha un contratto a tempo determinato, l'esonero ha effetto dal mese di inizio del rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Il datore di lavoro ha tre mesi dalla pubblicazione della circolare per adeguare gli arretrati relativi ai mesi di gennaio e febbraio 2024.

Per quanto riguarda la data di inizio dell'esonero, se la madre soddisfa i requisiti a gennaio 2024, l'esonero inizia da quella data. Se il requisito si verifica durante l'anno, l'esonero ha inizio dal mese in cui si verifica l'evento.

L'esonero contributivo non è disponibile durante il congedo straordinario, poiché in tale periodo la lavoratrice riceve un indennizzo anziché una retribuzione. Durante il congedo di maternità o parentale, l'esonero può essere richiesto solo se il datore di lavoro prevede un'integrazione retributiva in aggiunta all'indennizzo per i giorni in cui la retribuzione non è percepita.

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