Gli stipendi reali diminuiscono mentre il costo medio per le aziende cresce, complicando il panorama per lavoratori e imprese in Italia. Salari, costo del lavoro, occupazione e scenari futuri.
Mentre fra il 2024 e il 2025 i dati mostrano una crescita consistente del costo medio del lavoro per le aziende, si rileva come questo aumento non trovi un diretto riscontro in una pari crescita degli stipendi reali dei lavoratori.
L'analisi recente dei report Istat e delle valutazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio evidenzia una situazione complessa: il prodotto interno lordo appare stagnante, le differenze fra settori produttivi e dimensioni d'impresa risultano marcate e il potere d'acquisto dei lavoratori sembra in sofferenza rispetto alle tendenze inflazionistiche ed alle politiche di rinnovo contrattuale spesso troppo lente rispetto alle esigenze del mercato.
L'aumento del costo del lavoro in Italia si attesta attorno al 5,5% su base annua secondo il rapporto Istat "Conti economici delle imprese e dei gruppi d'impresa" pubblicato nell'ottobre 2025, ma presenta forti disomogeneità. La media cela infatti differenze significative determinate da dimensione aziendale, settore, e struttura organizzativa. Le grandi e medie imprese pagano un incremento più marcato: rispettivamente +7,2% e +6,6%. Le piccole aziende (20-49 addetti) registrano un aumento del 5,2%, quelle con 10-19 addetti del 4,6%, mentre tra le microimprese (meno di 10 addetti) il rialzo resta molto più contenuto (+1,2%):
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Dimensione Azienda |
Aumento Costo Lavoro (%) |
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Grandi imprese |
+7,2 |
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Medie imprese |
+6,6 |
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Piccole imprese (20-49 addetti) |
+5,2 |
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Piccole imprese (10-19 addetti) |
+4,6 |
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Microimprese |
+1,2 |
La crescita del costo del lavoro non si traduce necessariamente in salari più elevati per i dipendenti. I dati ufficiali Istat segnalano che, nel breve termine, i salari orari contrattuali dei lavoratori dipendenti sono aumentati mediamente del 3,1%, superando lievemente l'incremento dell'inflazione (1,3%). Tuttavia, osservando il decennio 2014-2024, emerge come il potere d'acquisto sia in realtà diminuito: durante questo periodo, i prezzi sono saliti del 20% mentre le retribuzioni si sono fermate a un +14,6%.
Le cause sono molteplici e strutturali:
Prendendo ad esempio le recenti dinamiche:
Nel corso del 2024 e dei primi mesi del 2025, l'input di lavoro (misurato in ore lavorate) continua a segnare un trend positivo, seppure rallentato rispetto agli anni precedenti. L'occupazione in Italia raggiunge soglie mai toccate in passato, con un tasso che si avvicina e talvolta supera il 62% nella fascia di età 15-64 anni. Tuttavia, dietro questa apparente stabilità, si celano segnali di cambiamento nel tessuto occupazionale e nelle dinamiche dell'inattività:
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Indicatore |
Primo trimestre 2025 |
Variazione annua (%) |
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Tasso di occupazione (15-64 anni) |
62,7% |
+0,9 |
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Tasso di disoccupazione |
6,1% |
-0,9 |
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Tasso di inattività |
33,1% |
-0,3 |
Mentre il tasso di disoccupazione rimane stabile nel breve periodo, l'inattività registra un lento ma progressivo calo, con 12,2 milioni di persone considerate inattive nel 2025, in diminuzione di 95.000 unità su base annua grazie soprattutto al calo degli scoraggiati e dei pensionati anticipati. Si segnala tuttavia un incremento degli inattivi per motivi familiari e di studio.
Le dinamiche occupazionali variano notevolmente a seconda della fascia d'età e del titolo di studio: la crescita è particolarmente marcata nella fascia 50-64 anni e tra i laureati, mentre tra i giovani (15-34 anni) si osserva una lieve flessione del tasso di occupazione. Dal lato geografico, il Mezzogiorno mostra i miglioramenti più robusti, trainando anche la diminuzione della disoccupazione e dell'inattività.
Guardando agli sviluppi futuri, la questione della sostenibilità del costo del lavoro e del reale incremento degli stipendi si integra con il tema della competitività e della tenuta sociale del sistema economico nazionale. L'indicazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, secondo cui il prodotto interno lordo italiano è rimasto sostanzialmente stabile per diversi mesi, evidenzia un contesto di rallentamento generale nel ciclo economico. Questo impone una riflessione sia sulle politiche di incentivo all'occupazione sia sugli strumenti per migliorare la produttività interna.
Le principali direttrici di sviluppo nei prossimi anni sono:
Riscaldamento casa: i nuovi condizionatori possono sostituire i caloriferi?
Condizionatori e caloriferi
Riscaldamento casa: i nuovi condizionatori
La casa del futuro si riscalda con tecnologie innovative: i condizionatori a pompa di calore sfidano i caloriferi tradizionali per efficienza, comfort, costi e incentivi. Soluzioni più adatte nel 2025.
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I sistemi di riscaldamento tradizionali, come i caloriferi alimentati da caldaie a gas, sono stati il punto di riferimento per decenni, ma oggi vengono affiancati, e in molti casi messi in discussione, da soluzioni più innovative come le pompe di calore e i moderni condizionatori reversibili. L'obiettivo di ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti, insieme alle rinnovate politiche di incentivazione statale, spinge i proprietari di abitazioni, progettisti e installatori a valutare attentamente alternative ai sistemi convenzionali.
L'avvento delle pompe di calore aria-aria e aria-acqua, capaci di integrare riscaldamento e raffrescamento, offre la possibilità di adottare soluzioni all electric, disaccoppiate dal gas, particolarmente adatte a nuovi edifici ben isolati e a ristrutturazioni profonde. L'interesse verso queste tecnologie è amplificato dalla presenza di incentivi fiscali e bonus, che rendono più accessibile la sostituzione di vecchi impianti. L'ampia varietà di soluzioni impiantistiche disponibili impone una valutazione attenta, che tenga conto della tipologia dell'edificio, della zona climatica, delle abitudini di comfort e dei costi di gestione, in un'ottica di massimo equilibrio tra comfort, consumo ed eco-sostenibilità.
I condizionatori di nuova generazione che operano come pompe di calore presentano una tecnologia avanzata in grado di riscaldare gli ambienti sfruttando l'energia termica presente nell'aria esterna. Questa tipologia di apparecchi, denominata aria-aria, preleva il calore dall'esterno tramite l'unità esterna e lo trasferisce all'unità interna (split), che a sua volta riscalda l'aria nella stanza. Il ciclo si basa sui principi della termodinamica e utilizza un fluido refrigerante che, grazie a compressori inverter e valvole di espansione, può invertire il suo ciclo e agire sia da riscaldatore sia da climatizzatore estivo.
I vantaggi di questi sistemi includono l'alta efficienza, grazie a un coefficiente di prestazione (COP) che spesso supera 3 anche in condizioni invernali miti, e la capacità di fornire rapidamente calore solo dove serve. La regolazione della temperatura ambiente è molto precisa e il consumo energetico si riduce notevolmente rispetto ai sistemi tradizionali, specie se abbinata a fonti rinnovabili come il fotovoltaico. I moderni condizionatori possono essere programmati e gestiti anche da remoto, con funzioni di controllo smart, e sono inoltre caratterizzati da livelli di silenziosità molto contenuti.
Le limitazioni riguardano principalmente la diminuzione delle prestazioni con temperature esterne particolarmente basse, situazione in cui il rendimento può calare significativamente. Tuttavia, la ricerca e lo sviluppo hanno permesso alla nuova generazione di pompe di calore di mantenere buone performance anche con valori inferiori a 0°C, risultando una soluzione competitiva per il comfort domestico sia nelle mezze stagioni che durante l'inverno nelle zone climatiche temperate.
L'analisi comparativa tra caloriferi e le moderne pompe di calore/condizionatori reversibili mette in luce differenze rilevanti in termini di funzionamento, efficienza e comfort percepito:
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Parametro |
Caloriferi a Caldaia |
Pompe di Calore Split |
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Efficienza energetica |
Media/Alta (se a condensazione) |
Alta (COP 3-5) |
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Flessibilità d'uso |
Bassa |
Alta (modulabile, zona per zona) |
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Risposta dinamica |
Lenta |
Rapida |
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Comfort percepito |
Molto elevato |
Medio/alto, aria in movimento |
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Necessità produzione acqua calda |
Si |
No (necessita impianto dedicato) |
L'effettiva sostituzione totale dei radiatori da parte delle pompe di calore aria-aria è possibile solo in condizioni specifiche. Risulta più agevole negli edifici di nuova costruzione o in immobili profondamente ristrutturati dotati di elevato livello di isolamento termico (classe energetica A o B), dove il fabbisogno di calore è basso e la temperatura di riferimento può essere facilmente raggiunta senza grandi carichi di potenza. In queste situazioni, la tecnologia split può essere dimensionata in modo da riscaldare ogni ambiente, con un'unità per ciascuna stanza.
Nei casi di abitazioni più datate, poco isolate e con dispersioni termiche significative, l'utilizzo dei soli split rischia di non assicurare un comfort stabile nei periodi più freddi, in particolare in aree con inverni rigidi. Le moderne pompe di calore, anche quelle ad alta efficienza, riducono le prestazioni quando la temperatura esterna scende abbondantemente sotto lo zero, aumentando i tempi di riscaldamento e il consumo elettrico. In queste condizioni, una sostituzione totale è consigliabile solo se viene contestualmente migliorato l'isolamento dell'edificio, oppure abbinando la pompa di calore a sistemi ibridi con generatore di supporto (ad esempio caldaia a condensazione o stufa).
In presenza di sistemi multisplit di nuova generazione, installati correttamente e ben dimensionati, diventa però possibile riscaldare anche case di media metratura in zone climatiche temperate, coprendo il fabbisogno energetico della maggior parte delle abitazioni italiane. Resta il limite relativo alla produzione di acqua calda sanitaria, per cui serve un impianto dedicato.
La selezione del sistema terminale - radiatori, fan coil o split - influisce in modo determinante sulle prestazioni dell'impianto di riscaldamento, nonché sul comfort e sulla gestione dei consumi. La valutazione deve essere effettuata insieme a un tecnico abilitato, in relazione alle specifiche esigenze dell'edificio e alle aspettative del nucleo familiare:
L'investimento in una nuova soluzione di riscaldamento comporta un esborso variabile in base alla tecnologia scelta, al dimensionamento, agli interventi edili necessari e alla potenza dell'impianto: