Tim affronta il 2026 tra nuove strategie di rilancio, innovazione tecnologica e cambiamenti nella propria governance. Le implicazioni per dipendenti, clienti e il futuro del settore ICT e telefonia in Italia.
Le strategie di rilancio adottate da Tim proiettano l’azienda verso un futuro più competitivo e dinamico, nel cuore della trasformazione digitale italiana. In un contesto in cui il settore ICT e le telecomunicazioni registrano rapidi cambiamenti, il gruppo ha avviato un processo di profonda revisione industriale, promuovendo investimenti, alleanze strategiche e innovazione come fattori chiave per recuperare centralità economica e tecnologica.
L’evolversi della struttura azionaria, in particolare l’ingresso di Poste Italiane tra i principali azionisti, segna un cambio di passo nell’approccio di Tim al mercato e porta nuove prospettive di collaborazione tra comparti storicamente fondamentali per il Paese. Digitalizzazione avanzata, piattaforme di servizi cloud e attenzione ai modelli organizzativi guidano il disegno industriale per il triennio 2025-2027. Gli ultimi mesi hanno visto inoltre una riorganizzazione interna orientata alla sostenibilità, all’efficienza e al rafforzamento delle relazioni con sindacati e stakeholder.
L’obiettivo dichiarato dell’attuale dirigenza è trasformare la società in un motore di crescita per tutto l’ecosistema ICT italiano, rafforzando la competitività non solo sul fronte domestico ma anche nel contesto europeo. Questa traiettoria, tracciata da solidi investimenti nel digitale e in nuovi asset industriali, promette impatti significativi su clienti, dipendenti e sull’intero mercato della telefonia nazionale.
A dicembre 2025, la nuova configurazione dell’azionariato di Tim si è consolidata con l’aumento della partecipazione di Poste Italiane al 27,32% delle azioni ordinarie. Questa mossa ha comportato l’acquisizione della quota residua detenuta da Vivendi, ponendo Poste come primo socio del gruppo. L’operazione, dal valore di circa 187 milioni di euro ed oltre 384 milioni di azioni acquistate, è risultata superiore alla soglia del 25% che, secondo normativa Consob e Testo Unico della Finanza (TUF), prevede l’obbligo di offerta pubblica di acquisto (OPA). Tuttavia, Poste Italiane ha richiesto l’applicazione dell’esenzione prevista dall’articolo 106 del TUF, impegnandosi a ridurre la quota in eccesso nell’arco di dodici mesi senza esercitare i diritti di voto sulle eccedenze fino all’eventuale completamento della riforma normativa che dovrebbe portare la soglia OPA al 30%.
L’uscita di Vivendi dalla compagine azionaria dopo oltre dieci anni segna la chiusura di un capitolo significativo per Tim, mentre l’ingresso di Poste getta le basi per un rinnovamento industriale all’insegna della collaborazione tra settori. L’operazione va ben oltre il semplice rafforzamento finanziario, poiché mira a valorizzare sinergie operative soprattutto nella digitalizzazione, nelle telecomunicazioni e nei servizi integrati. La presenza di Poste Italiane contribuisce a rafforzare la stabilità del gruppo e a incentivare investimenti in infrastrutture digitali critiche per il sistema Italia.
Il percorso di trasformazione in atto si fonda su un articolato piano triennale 2025-2027, presentato dal vertice aziendale allo scopo di rafforzare i pilastri della competitività industriale. Il nuovo disegno mira a imprimere una svolta decisa sulla qualità, l’efficienza e la modernizzazione delle infrastrutture tecnologiche, con l’obiettivo di ribadire la centralità di Tim nell’offerta di servizi digitali evoluti per imprese, pubblica amministrazione e cittadini.
Sotto la guida dell’Amministratore Delegato Pietro Labriola e del top management, Tim si concentra su alcune direttrici industriali chiave:
L’approccio di Tim Enterprise – con il suo contributo decisivo alla crescita del gruppo e del comparto – si traduce in una solida connessione tra sviluppo tecnologico e obiettivi di autonomia strategica, rafforzando la capacità di accompagnare la trasformazione digitale del Paese e di sostenere una crescita economica inclusiva e duratura.
L’espansione nel settore dei servizi digitali passa attraverso massicci investimenti in infrastrutture avanzate come i data center e la piattaforma cloud. Il piano industriale 2025-2027 prevede un network di 17 data center, con una capacità installata di 125 MW e ben 8 siti certificati secondo gli standard più elevati (TIER IV). Nel solo 2024, il segmento cloud ha generato oltre un miliardo di euro di ricavi, segnando una crescita del 25% su base annua nel primo semestre.
La roadmap tecnologica di Tim vede il rafforzamento delle seguenti aree:
La transizione in corso ha portato all’introduzione di modalità organizzative innovative, pensate per favorire l’efficienza e la qualità lavorativa. Un punto cardine è l’accordo recente con i principali sindacati di categoria riguardante il prolungamento dello smart working fino al 30 novembre 2026. Questo modello, ratificato con oltre il 75% di adesioni tra i lavoratori, integra:
L’evoluzione della governance e gli investimenti tecnologici portano ricadute concrete anche per la clientela retail e business. L’azienda punta direttamente all’integrazione delle piattaforme digitali, agevolando l’accesso a servizi sempre più personalizzati e performanti. Le partnership con Poste Italiane consentiranno l’attivazione di servizi come PosteMobile su rete Tim a partire dal 2026 e la commercializzazione di pacchetti congiunti, come soluzioni energetiche innovative vendute presso gli uffici postali.
Le principali innovazioni rivolte ai clienti includono: