Prendere la decisione di lasciare il proprio impiego rappresenta un passaggio complesso che coinvolge diversi aspetti personali e professionali. Ogni lavoratore, durante il percorso lavorativo, si trova a riflettere sull'opportunità di intraprendere un nuovo cammino per cercare una posizione più soddisfacente o maggiormente in linea con le proprie aspirazioni.
Stabilire il periodo adatto per dare le dimissioni richiede una valutazione delle condizioni del mercato e delle dinamiche interne alle aziende, oltre che delle proprie esigenze. Individuare il mese migliore per cambiare lavoro significa considerare fattori come i cicli di assunzione, il bilancio personale e le motivazioni alla base della scelta di cambiare. Spesso, un'elevata domanda da parte delle aziende si manifesta in specifici momenti dell'anno, offrendo così maggiori possibilità a chi desidera un trasferimento lavorativo mirato. I segnali che indicano quando è tempo di cambiare lavoro sono:
Disallineamento con i valori aziendali: Quando la cultura e la mission dell'organizzazione non rispecchiano più le proprie convinzioni personali, può nascere un senso di estraneità e perdita di motivazione, rallentando la crescita professionale.
Giornate di lavoro vissute con peso e demotivazione: Un costante calo dell'entusiasmo e la difficoltà a trovare stimoli è spesso indice di una situazione lavorativa non sostenibile a lungo termine.
Mancanza di soddisfazioni e riconoscimento: La percezione di non essere valorizzati per competenze, risultati o contributi concreti può incidere sulla motivazione. In alcuni casi, l'assenza di feedback e avanzamenti rende difficile mantenere un approccio proattivo.
Assenza di prospettive di crescita: Quando non esistono piani di carriera definiti o opportunità di sviluppo, la sensazione di stagnazione può spingere a ricercare realtà più dinamiche. La formazione interna limitata e il mancato ricambio generazionale aggravano questi aspetti.
Carico di lavoro e stress eccessivo: Pressioni costanti, aspettative irrealistiche o un ambiente lavorativo poco salubre incidono sulla salute psicofisica e sulla qualità della vita.
Valutare questi segnali aiuta a prendere una decisione ponderata, permettendo di agire con consapevolezza e pianificare la miglior strategia per la transizione, evitando scelte impulsive dettate dal malessere momentaneo.
La domanda "quale sia il mese migliore per cambiare lavoro" trova risposta nell'analisi dei cicli annuali delle aziende. Il mercato segue precisi schemi legati alle fasi di pianificazione, budget e organizzazione. Le attività di selezione tendenzialmente si concentrano in determinati periodi dell'anno. In pratica:
Le imprese programmano nuove assunzioni in linea con gli obiettivi fissati nei budget annuali, sfruttando momenti in cui sono più propense ad accogliere nuove risorse.
L'attenzione si focalizza su finestre temporali che offrono maggiori opportunità sia per i professionisti alla ricerca di ruoli qualificati, sia per chi desidera crescere.
La ripresa dopo le ferie estive e il nuovo ciclo produttivo offrono slancio alle aziende, rendendo più semplice individuare occasioni vantaggiose. Inoltre, il fenomeno noto come “September surge” testimonia come il mercato a settembre sia particolarmente dinamico. Tuttavia, l'andamento delle assunzioni può subire variazioni in base a crisi settoriali o a specifiche situazioni economiche.
Molte realtà rinnovano piani di crescita e budget nel primo trimestre dell'anno, rendendo gennaio il periodo con la maggiore offerta di posizioni aperte. Questo accade grazie alla chiusura del bilancio a dicembre e alla ridefinizione degli obiettivi, spingendo le direzioni HR a cercare nuova linfa nei team. Di conseguenza, le selezioni si intensificano e i processi di onboarding sono più rapidi.
Allo stesso modo, settembre coincide con la ripartenza post-vacanze e rappresenta un altro picco nelle assunzioni. Le aziende riprendono la piena operatività dopo la pausa estiva, inaugurando nuovi progetti e cercando personale qualificato. In particolare, l'ambito dell'istruzione, il marketing e i servizi ricorrono spesso a nuove risorse proprio in questa fase, sfruttando il rinnovato entusiasmo collettivo legato all'inizio del ciclo lavorativo e scolastico.
Gennaio: Migliore momento per inviare candidature annuali, grazie alla presenza di nuovi budget nelle aziende.
Settembre: Picco nella domanda di lavoratori, specie nei settori con cicli scolastici o produttivi stagionali.
I dati sugli occupati negli ultimi anni confermano una correlazione tra l'inizio e la fine dell'estate e l'incremento delle selezioni.
Anche se gennaio e settembre rappresentano i momenti più proficui, esistono ulteriori fasi dell'anno utili per la ricerca di occupazione. La primavera, in particolare tra marzo e giugno, può offrire aperture legate alla preparazione delle attività estive, mentre l'autunno, da ottobre a novembre, rimane favorevole in molte organizzazioni.
Marzo-maggio: Ultima finestra primaverile per coprire posizioni aperte prima dei rallentamenti estivi.
GDO, turismo e commercio: in agosto o dicembre, questi settori possono richiedere personale per picchi di attività stagionale.
Si consiglia di evitare le fasi di chiusura d'anno fiscale e i mesi delle ferie (dicembre, agosto), quando le attività di selezione rallentano. La concorrenza ridotta durante queste fasi può tuttavia offrire opportunità per posizioni urgenti, soprattutto a chi è disponibile immediatamente.
Affrontare un cambiamento professionale richiede una pianificazione accurata e una valutazione oggettiva delle proprie competenze e priorità. Prima di inoltrare dimissioni, risulta essenziale valutare scenari alternativi, come migliorare la propria posizione tramite una diversa assegnazione di mansioni o l'assunzione di nuove responsabilità. Mantenere relazioni positive con collegi e manager favorisce una transizione più serena e professionale. Il focus è su:
Definire obiettivi e priorità: Identificare cosa si desidera da una nuova posizione e i parametri irrinunciabili (equilibrio vita-lavoro, benefit, possibilità di formazione continua).
Aggiornare CV e profili online: Il curriculum dovrebbe essere aggiornato costantemente, adattato alle richieste delle aziende e arricchito con le ultime competenze acquisite.
Analizzare il mercato: Monitorare i siti di annunci, partecipare a eventi di settore, rafforzare la propria rete di contatti diretto può rendere più rapida la ricerca dell'impiego ideale.
Prepararsi per i colloqui: Fotografia realistica di punti di forza, motivazione alla base della transizione e obiettivi professionali futuri è imprescindibile per affrontare con efficacia i processi di selezione.
Secondo recenti ricerche, i lavoratori italiani attribuiscono particolare importanza alla formazione continua e alla possibilità di crescita personale. Dotarsi di certificazioni riconosciute e partecipare a percorsi di aggiornamento rappresenta un plus per acquisire nuove competenze e posizionarsi al meglio nel mercato.
Durante i periodi in cui le assunzioni subiscono un rallentamento, ad esempio ad agosto e dicembre, è consigliabile investire nel proprio sviluppo professionale. Le aziende apprezzano candidati aggiornati e con una rete consolidata. Si consiglia di:
Partecipare a corsi di aggiornamento e ottenere certificazioni mirate alle richieste di mercato.
Prendere parte a workshop, webinar e seminari per ampliare conoscenze e instaurare rapporti strategici che potranno facilitare la successiva ricerca.
Il networking, sia online che offline, aumenta la probabilità di essere informati su posizioni non pubblicizzate e offre vantaggio competitivo nella fase di selezione.
Quando si decide di dimettersi, la normativa italiana prevede il rispetto di uno specifico periodo di preavviso, variabile a seconda della categoria contrattuale e della mansione. Il mancato rispetto comporta il rischio di trattenute sull'ultima busta paga, in misura equiparata all'indennità di mancato preavviso.
Consultare con attenzione il proprio contratto individuale risulta fondamentale per evitare dispute legali o risarcimenti. In casi particolari, è possibile un accordo diretto con il datore per un'uscita anticipata. È corretto valorizzare le ferie maturate e pianificare la transizione per massimizzare benefici economici e mantenere rapporti professionali positivi.
Come misura preventiva, ogni mossa va pianificata e supportata dalla conoscenza delle dinamiche contrattuali e del mercato, limitando la componente emotiva nel processo decisionale. Più precisamente, gli errori da evitare sono:
Uscire senza alternative concrete: Lasciare il lavoro senza un piano o nuove offerte può condurre a periodi prolungati di inattività e indebolire la posizione nei futuri colloqui.
Accettare la prima opportunità senza valutare: Una decisione precipitosa può compromettere la soddisfazione futura e limitare possibilità di negoziazione su stipendio e benefit.
Non valorizzare le competenze e il networking: Trascurare l'aggiornamento professionale e la costruzione della rete può ridurre le possibilità di accedere a ruoli di rilievo.
Bruciare i rapporti con il precedente datore di lavoro: Mantenere buone relazioni rappresenta una risorsa utile anche in caso di referenze future e collaborazioni settoriali.