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Truffe online su carta prepagata IBAN, il giudice competente chi ? La decisione Cassazione va contro interessi cittadini

di Marcello Tansini pubblicato il
La decisione Cassazione

Le truffe online su carte prepagate IBAN pongono questioni giuridiche sulla competenza territoriale e sul ruolo dell'IBAN. La Cassazione interviene sulla definizione del reato e l'applicazione.

Tra le pratiche illecite più comuni si annoverano le frodi realizzate mediante carte prepagate dotate di IBAN, strumenti pensati in origine per favorire le transazioni in modo semplice e flessibile. Queste carte, spesso presentate come alternativa al classico conto corrente, sono utilizzate sia per acquisti legittimi sia, purtroppo, per ottenere indebito profitto attraverso operazioni online ingannevoli.

Negli ultimi anni, con l'aumento dei sistemi di pagamento elettronico e la diffusione di strumenti finanziari dematerializzati, le indagini sulle modalità di consumazione del reato e sulla corretta attribuzione della competenza territoriale hanno assunto un rilievo notevole. In particolare, le controversie relative alla determinazione del luogo in cui si realizza la truffa sono diventate particolarmente rilevanti in presenza di carte associate a un codice IBAN.

Inquadramento giuridico: la truffa mediante accredito su carta ricaricabile con IBAN

La truffa online tramite accredito su una carta ricaricabile munita di IBAN presenta caratteristiche peculiari rispetto alle classiche frodi. In questi casi, la persona offesa trasferisce somme di denaro, a seguito di un raggiro, verso una carta destinata a ricevere bonifici come fosse un conto corrente ordinario. Il pagamento non si verifica in modo istantaneo: la transazione segue il normale iter bancario, richiedendo alcune ore o giorni per essere effettivamente finalizzata.

Sul piano giuridico, la disciplina di riferimento appartiene ai reati contro il patrimonio, precisamente alla truffa ex art. 640 c.p., ed è stata oggetto di crescente attenzione da parte della giurisprudenza penale. Secondo le Sezioni Penali della Corte di Cassazione, il reato si perfeziona nel momento in cui il beneficiario ottiene la concreta disponibilità delle somme trasferite. Rilevare il punto esatto in cui avviene questa operazione risulta quindi essenziale per definire la competenza territoriale, adottando criteri di certezza e trasparenza richiesti dal principio del giusto processo.

Competenza territoriale nelle truffe online: cosa stabilisce la Cassazione

La Suprema Corte ha chiarito la regola cardine in tema di attribuzione del foro competente nelle truffe online realizzate tramite accredito su carta IBAN. Sulla base di numerosi arresti giurisprudenziali, tra cui la sentenza n. 25992/2025, si è confermato che il reato si consuma nel luogo in cui il truffatore acquisisce il profitto, ossia la disponibilità economica derivante dall'accredito.

Risulta così superata la prassi di individuare quale foro competente quello del luogo in cui la vittima impartisce l'ordine di pagamento. L'attenzione viene posta sull'individuazione della filiale bancaria presso cui è attivato il conto collegato alla carta: è questo il punto di riferimento univoco per le indagini e per l'esercizio dell'azione penale.

In presenza di un IBAN, il luogo di consumazione del reato è normalmente individuabile senza difficoltà, essendo lo strumento collegato a un conto acceso presso una precisa sede fisica di una banca, rendendo superfluo il ricorso a criteri suppletivi ex art. 9 c.p.p.

Il momento consumativo del reato: quando si perfeziona la truffa

Una peculiarità di questa tipologia di condotta criminosa riguarda il distacco temporale tra l'esecuzione dell'ordine di pagamento da parte della vittima e la concreta disponibilità delle somme da parte del beneficiario. Nei casi esaminati dalla giurisprudenza, il momento consumativo del reato non coincide con la semplice disposizione dell'operazione, bensì con l'accredito effettivo sul conto di destinazione.

A differenza dei pagamenti in contanti o delle semplici ricariche immediatamente irrevocabili, il bonifico bancario (incluso quello effettuato su carta con IBAN) può essere revocato nelle more della transazione. Di conseguenza, la truffa si perfeziona solo quando il truffatore può materialmente disporre delle somme fraudolentemente ottenute.

Questo principio assicura una maggiore tutela per la persona offesa e garantisce la corretta individuazione della fattispecie di reato, nonché la localizzazione esatta del luogo della sua consumazione. In realtà, questa decisione presenta altre criticità da non sottovalutare che, in maniera quasi paradossale, vanno contro gli interessi del cittadino. Se il reato si consuma all'interno del territorio italiano, la procedura da seguire è chiara e gli ostacoli da affrontare sono ridotti. Ma cosa accade se la giurisprudenza competente è quella di un Paese estero, magari “esotico”? Ecco allora che la ratio di questa decisione sembra scricchiolare.

Il ruolo dell'IBAN e la distinzione rispetto ad altri strumenti di pagamento

L'International Bank Account Number viene assegnato sia ai conti correnti tradizionali che ad alcune tipologie di carte ricaricabili evolute. Questo elemento consente di identificare la banca e la filiale dove è stato acceso il conto destinatario delle somme.

Rispetto ad altri strumenti di pagamento, la carta dotata di IBAN permette di ricevere bonifici bancari, assimilando la relativa operazione a quella di trasferimento su conto corrente. Le principali differenze rispetto a carte ricaricabili prive di IBAN si possono riassumere come segue:

Strumento

Ricezione bonifici

Individuazione geografica

Carta ricaricabile con IBAN

Presso la filiale dove è il conto

Carta ricaricabile senza IBAN

No

Non sempre individuabile

Conto corrente

Presso la filiale bancaria

Questa classificazione aiuta sia le autorità investigative che i tribunali a definire con rigore la competenza e la dinamica del reato.

Applicazione dei criteri suppletivi: quando sono realmente necessari?

L'articolo 9 del codice di procedura penale disciplina i criteri suppletivi per l'individuazione della competenza quando il luogo di consumazione non è determinabile. Tuttavia, secondo la giurisprudenza consolidata, in presenza di un'operazione che coinvolge IBAN, tali criteri risultano quasi sempre superflui. Infatti, la presenza del codice identificativo bancario consente di individuare il foro competente, essendo il profitto conseguito in un luogo fisico determinato.

Solo in ipotesi residuali - come nel caso di carte ricaricabili prive di IBAN o di strumenti di pagamento anonimi - i criteri ausiliari divengono necessari per assicurare lo svolgimento del processo. La chiarezza su questo punto rafforza la sicurezza giuridica e migliora la tutela delle vittime delle truffe online.

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