Dirigenti e manager sono chiamati non solo a governare processi e persone, ma anche a interpretare una realtà segnata da continui mutamenti. In particolare, la digitalizzazione impone una ridefinizione delle competenze richieste e delle strategie gestionali. Per rispondere a queste sfide, cresce la consapevolezza riguardo al valore della formazione come motore di crescita individuale e aziendale, non più affidata esclusivamente ai percorsi tradizionali.
Le imprese in Italia, dialogando costantemente con il mondo accademico e della consulenza, cercano di individuare pratiche innovative e metodologie che permettano di sviluppare una visione strategica in grado di far fronte all'incertezza e di favorire l'emergere di una leadership realmente inclusiva e dinamica.
Il ruolo strategico di manager e dirigenti: funzioni e responsabilità chiave
All'interno delle organizzazioni, manager e dirigenti si configurano come figure di coordinamento dotate di ampia autonomia e responsabilità. La differenza principale risiede nell'ampiezza delle funzioni: il dirigente, in quanto punto di riferimento trasversale, partecipa attivamente alla definizione delle strategie di lunga durata, gestisce il fabbisogno di risorse e supervisiona la struttura organizzativa complessiva. Nelle aziende di medie e grandi dimensioni, si distingue tra CEO, CFO, CTO e HR Director, ciascuno con compiti e ambiti specifici:
-
CEO: guida la vision aziendale, coordina le decisioni di alto livello e rappresenta il collegamento tra Consiglio di Amministrazione e staff.
-
CFO: cura la strategia finanziaria, gestisce analisi delle performance e controlli di bilancio.
-
CTO: indirizza lo sviluppo tecnologico e supervisiona i processi di innovazione.
-
HR Director: costruisce politiche per il benessere aziendale, promuove formazione e valutazione del personale.
Oltre agli aspetti tecnici, manager e dirigenti si distinguono per la capacità di influenzare attivamente la cultura aziendale, promuovere una visione strategica condivisa e generare fiducia nei team. Questo implica l'assunzione di responsabilità non solo operative, ma anche etiche e valoriali, nella convinzione che il successo aziendale dipenda dalla qualità della leadership e dalla capacità di alimentare processi di crescita sostenibile. Il management in Italia si trova, inoltre, di fronte alla necessità di anticipare i cambiamenti di mercato, guidando la trasformazione in modo proattivo e garantendo che politiche di inclusione, legittimità istituzionale e innovazione siano al centro delle strategie aziendali.
Le competenze tecniche, digitali e soft skills oggi richieste a manager e dirigenti italiani
L'attuale panorama italiano richiede un mix di competenze tecniche, digitali e trasversali, essenziali per i ruoli apicali. La centralità delle hard skill si traduce nella necessità di aggiornare le conoscenze di settore in funzione di una crescente digitalizzazione. Per esempio, i dirigenti devono saper interpretare report, dashboard digitali, conoscere le principali minacce di cybersecurity e le opportunità offerte dall'intelligenza artificiale. La capacità di analizzare i dati e di utilizzare strumenti tecnologici avanzati per prendere decisioni informate rappresenta oggi una delle principali skill ricercate, specie nelle figure di nuova nomina.
Oltre alle competenze tecniche, è sempre più richiesta una solida base di soft skills:
-
Leadership situazionale, per guidare team eterogenei e autonomi ponendo l'accento sulla fiducia più che sul controllo.
-
Comunicazione efficace e capacità di public speaking, al fine di ispirare la visione strategica, coinvolgere i team e dialogare attivamente con stakeholder interni ed esterni.
-
Problem solving e decision making strategico, per affrontare la complessità organizzativa, valutare rischi e opportunità e adottare soluzioni innovative.
-
Adattabilità e gestione del cambiamento, skills considerate imprescindibili per affrontare contesti instabili e dinamici.
-
Sensibilità sistemica e culturale, utile per leggere i segnali deboli del contesto e favorire processi di innovazione organizzativa sostenibile.
Un aspetto distintivo nel contesto nazionale è l'importanza attribuita agli aspetti relazionali: ricerche recenti evidenziano come la capacità di motivare, ascoltare e valorizzare le differenze sia sempre più correlata con la qualità delle performance aziendali. Inoltre, la leadership empatica e la disponibilità ad apprendere continuamente costituiscono un vantaggio competitivo che la tecnologia, da sola, non può surrogare.
Il nuovo manager ruolo formazione diventa quindi sinonimo di versatilità, visione strategica e abitudine all'auto-miglioramento.
Le sfide emergenti per la leadership: gestione del cambiamento, innovazione e benessere organizzativo
Nel contesto odierno, la leadership è sottoposta a una pressione crescente dovuta alla necessità di affrontare cambiamenti rapidi e di promuovere innovazione. Secondo indagini di settore, tra le sfide principali si annoverano:
-
Bilanciare efficacemente strategie aziendali e operatività quotidiana.
-
Gestire team multigenerazionali e promuovere l'inclusività.
-
Incoraggiare lo sviluppo di ambienti motivanti, equilibrando obiettivi di performance e benessere organizzativo.
I manager sono frequentemente coinvolti nell'adozione di tecnologie emergenti, tra cui piattaforme digitali e intelligenza artificiale, strumenti che se da un lato migliorano l'efficienza, dall'altro comportano la richiesta di un lavoro cognitivo più intenso e maggiori competenze gestionali. La transizione verso modelli di
smart working e flessibilità richiede inoltre nuove modalità di comunicazione, collaborazione e controllo dei risultati, con l'obbligo di garantire la coesione del team anche a distanza.
Un'altra sfida fondamentale riguarda la gestione dello stress e la tutela dell'equilibrio tra vita personale e lavoro. Le organizzazioni oggi chiedono ai leader di essere agenti di cambiamento, capaci di intervenire rapidamente nelle crisi e di guidare con il proprio esempio momenti di trasformazione. Ciò comporta un'attenzione crescente verso la dimensione sociale della leadership: ascolto attivo, capacità di gestire conflitti in modo costruttivo e promozione del benessere complessivo diventano elementi chiave. La formazione in queste aree, così come nella gestione delle responsabilità sociali d'impresa, permette non solo di aumentare la fiducia dei dipendenti, ma anche di rendere l'azienda più attrattiva e resiliente.
Formazione manageriale: strumenti, metodologie e percorsi efficaci per lo sviluppo delle competenze
Le metodologie formative per manager e dirigenti italiani stanno evolvendo rapidamente, spostandosi da modelli tradizionali a percorsi più personalizzati e immersivi. Formazione e sviluppo delle competenze non sono più processi statici ma continui, modellati sulle necessità specifiche delle imprese e dei singoli:
-
Formazione online e blended learning: combina momenti di apprendimento a distanza con attività in presenza, ottimizzando i tempi ed espandendo l'accessibilità dei contenuti. Il blended learning favorisce l'applicazione pratica delle conoscenze acquisite.
-
Coaching e mentoring: strumenti efficaci per favorire la crescita personale e la riflessione critica sulle proprie esperienze lavorative. Il coaching è declinato sia individualmente che in gruppo, con percorsi maieutici che stimolano l'autovalutazione e la consapevolezza dello stile di leadership.
-
Lavoro di team eterogenei e study case: il confronto tra persone con ruoli, background ed età differenti è valorizzato attraverso esercitazioni reali e metodologie induttive, come i casi studio collegati a problemi concreti aziendali, in particolare quelli calati nel contesto produttivo italiano.
-
Study tour e apprendimento esperienziale: esperienze immersive condotte al di fuori del proprio settore o territorio per affinare la capacità di leggere i segnali deboli e le dinamiche culturali sottese in organizzazione.
-
Formazione finanziata: molte aziende investono nei percorsi formativi attingendo a fondi interprofessionali, come Fondirigenti o Fondir, che consentono di ridurre i costi e ampliare la varietà delle metodologie formative adottate.
Le aziende più attente al tema della crescita investono anche in sistemi strutturati per il feedback continuo, il follow-up e l'utilizzo di piattaforme collaborative, utili a monitorare e supportare costantemente lo sviluppo delle skill manageriali. Si moltiplicano, inoltre, le iniziative legate all'inclusione delle donne nella leadership e alla formazione su tematiche attuali come la cybersecurity aziendale, a testimonianza di quanto la formazione debba rimanere saldamente ancorata agli obiettivi strategici di competitività e innovazione.
L'importanza della formazione continua per la competitività aziendale e la produttività
La formazione permanente dei manager rappresenta una leva strategica in grado di rafforzare la capacità di risposta delle aziende alle sfide di mercato, all'innovazione tecnologica e alle esigenze di crescita interna. Dati recenti mostrano un miglioramento tangibile della produttività e delle performance aziendali in contesti dove la formazione è sistematicamente aggiornata:
-
Miglioramento delle performance: l'aggiornamento regolare sulle nuove tecniche di management e sulle innovazioni settoriali permette di ridurre errori, sprechi e costi operativi, migliorando la qualità delle decisioni gestionali.
-
Incremento di competitività: leader aggiornati nelle skill digitali e relazionali anticipano i trend di mercato, attraggono talenti e rafforzano la reputazione aziendale.
-
Maggiore retention e benessere: investire nello sviluppo dei capi è correlato a una più alta soddisfazione dei collaboratori e a un minore turnover di dipendenti.
Il supporto alla formazione manageriale trova una cornice normativa nel D.Lgs. 81/08 (disciplina della sicurezza sul lavoro), che prevede l'obbligo di un aggiornamento regolare, consultabile sul portale ufficiale
Normattiva. Tuttavia, la vera svolta consiste nella capacità da parte dei vertici di promuovere un apprendimento sistemico e contestualizzato, direttamente connesso agli obiettivi di lungo periodo dell'azienda e ai bisogni evolutivi del mercato.
Leggi anche