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Truffe su pagamenti, in forte rialzo quelle con i bonifici, più bassi con carte di credito. Come avvengono e difendersi

di Marcello Tansini pubblicato il
Carte di credito

Il motivo per cui i bonifici rappresentano oggi il terreno privilegiato delle frodi è legato al fenomeno della manipolazione del pagatore.

I dati della Banca d'Italia mostrano che nel solo primo semestre del 2024 i cittadini hanno subito frodi digitali per circa 110 milioni di euro, distribuite tra bonifici, carte di pagamento e strumenti di moneta elettronica. Colpisce in particolare la crescita delle truffe legate ai bonifici, il cui valore ha raggiunto 65,5 milioni di euro, in aumento del 61% rispetto all'anno precedente, mentre per le carte di credito e debito si registra un calo delle perdite a 34 milioni di euro, e per le carte prepagate e moneta elettronica si scende a soli 9 milioni.

Il quadro evidenzia una polarizzazione: da un lato le carte restano lo strumento più usato dai truffatori per numero di operazioni fraudolente, dall'altro i bonifici generano danni economici molto più consistenti.

Perché i bonifici sono diventati il bersaglio principale

Il motivo per cui i bonifici rappresentano oggi il terreno privilegiato delle frodi è legato al fenomeno della manipolazione del pagatore. Con tecniche di ingegneria sociale raffinate, i criminali riescono a convincere la vittima ad autorizzare volontariamente un trasferimento verso un beneficiario fraudolento. È un inganno che gioca sulla fiducia e sulla pressione psicologica: email che imitano comunicazioni ufficiali, telefonate che simulano operatori bancari, messaggi che sfruttano urgenze apparenti.

Il danno economico medio è più alto rispetto alle frodi con carte: un bonifico ordinario fraudolento comporta in media una perdita di 5.864 euro, mentre un bonifico istantaneo si attesta intorno ai 1.666 euro. Sono cifre stabili su base annua, ma sufficienti a generare un impatto devastante per famiglie e imprese.

La difficoltà sta nel fatto che, essendo la disposizione effettuata con il consenso esplicito del cliente, i meccanismi di rimborso automatici non si attivano. Significa che il recupero delle somme è complesso, spesso impossibile e la responsabilità resta in larga parte a carico della vittima. Per questo la fiducia cieca verso comunicazioni non verificate rappresenta l'anello debole più sfruttato dai truffatori.

Carte di pagamento: meno danni economici, ma ancora troppe truffe

Se si passa alle carte di credito e debito, la dinamica è differente. Le truffe restano molto diffuse: oltre il 70% dei casi totali di frode registrati in Italia riguardano proprio le carte, con 386.364 episodi censiti in sei mesi. Il valore medio per operazione è però assai contenuto, appena 87 euro, a fronte di oltre 5.000 per i bonifici.

La minaccia più forte arriva dall'e-commerce e dai pagamenti a distanza. Nonostante i progressi tecnologici, i criminali riescono ancora a sfruttare tecniche come phishing, clonazioni, skimming e furti di credenziali. In calo invece le frodi legate a pagamenti nei negozi fisici tramite POS, dove i sistemi di sicurezza e l'uso diffuso dei chip hanno ridotto le vulnerabilità.

Un vantaggio delle carte è l'esistenza di meccanismi di rimborso rapidi per l'utente in caso di transazioni non autorizzate, che garantiscono un maggior livello di tutela. Inoltre, l'introduzione della Strong Customer Authentication (SCA) ha contribuito a ridurre i rischi, perché impone la conferma delle operazioni tramite almeno due fattori di autenticazione: ad esempio password più token o biometria. Questo spiega la riduzione del valore delle frodi, anche se i tentativi restano numerosi.

Dal 2025 la verifica automatica su IBAN

Per ridurre i rischi legati ai bonifici, l'Unione europea ha imposto una novità destinata a cambiare le abitudini di difesa: dal 9 ottobre 2025 i prestatori di servizi di pagamento dovranno introdurre la verifica in tempo reale dell'Iband e del nome del beneficiario prima di autorizzare il trasferimento. È il meccanismo noto come Verification of Payee.

La verifica confronterà i dati immessi dall'utente con quelli reali del conto di destinazione, restituendo messaggi di corrispondenza totale, parziale o assente. Questo non bloccherà automaticamente il pagamento, ma consentirà al cliente di valutare se proseguire o interrompere l'operazione, senza errori e riducendo la possibilità di cadere in trappole costruite con IBAN falsificati.

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