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Versamenti e prelievi su conto corrente professionisti e aziende sono sempre tassabili come reddito fino a prova contraria

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Cassazione su reddito e tassazione

La presunzione bancaria rappresenta uno degli strumenti più efficaci a disposizione dell'amministrazione finanziaria per combattere l'evasione fiscale.

Se sono un libero professionista o un'azienda e faccio prelievi e versamenti, come viene considerata dall'Agenzia delle entrate la mia azione? La gestione dei conti correnti per professionisti e aziende è infatti un aspetto della compliance fiscale in Italia, specialmente alla luce delle recenti interpretazioni giurisprudenziali che rafforzano la cosiddetta presunzione bancaria. Questo principio prevede che i versamenti e i prelievi sui conti correnti di imprenditori e lavoratori autonomi siano considerati reddito imponibile fino a prova contraria.

Le nuove sentenze della Corte di Cassazione e le posizioni espresse dall'Agenzia delle entrate confermano e chiariscono queste disposizioni, con implicazioni per la gestione finanziaria delle imprese. Ecco le novità:

  • Regole fiscali su versamenti e prelievi sui conti correnti di professionisti e aziende
  • Le nuove sentenze della Corte di cassazione su reddito e tassazione

Regole fiscali su versamenti e prelievi sui conti correnti di professionisti e aziende

La normativa vigente stabilisce che, in caso di accertamento fiscale, tutti i versamenti sul conto corrente di un professionista o di un imprenditore sono presunti essere ricavi non dichiarati, e quindi soggetti a tassazione, a meno che il contribuente non dimostri che tali somme non siano rilevanti ai fini fiscali. Questo principio si applica anche ai prelievi non giustificati che possono essere considerati come utilizzati per sostenere spese occulte e quindi potenzialmente legati alla produzione di reddito non dichiarato.

Questa normativa è stata introdotta per contrastare l'evasione fiscale e offre all'amministrazione finanziaria uno strumento efficace per ricostruire il reddito effettivo di un contribuente. La presunzione legale è stata confermata più volte dalla Corte Costituzionale, che ha rigettato le questioni di legittimità sollevate, affermando che la norma è conforme ai principi di ragionevolezza e capacità contributiva previsti dalla Costituzione.

Per i professionisti e le aziende, queste normative impongono una gestione attenta dei conti correnti. Ogni versamento e prelievo deve essere supportato da documentazione adeguata, come fatture, scontrini o altre scritture contabili, per poter dimostrare che queste operazioni non sono collegate a ricavi non dichiarati. La mancanza di una giustificazione adeguata può portare a una tassazione aggiuntiva e a sanzioni severe da parte dell'Agenzia delle entrate.

Questa situazione rende necessario un monitoraggio costante e una gestione trasparente delle operazioni bancarie. In caso di accertamento fiscale, il contribuente deve essere in grado di dimostrare, con prove concrete, che i versamenti e i prelievi non sono legati ad attività imponibili. Questo onere probatorio è particolarmente gravoso, poiché la giurisprudenza richiede prove rigorose e non semplici dichiarazioni o presunzioni.

Le nuove sentenze della Corte di cassazione su reddito e tassazione

Due recenti ordinanze della Corte di cassazione, la 21220 e la 21214, hanno ribadito l'importanza della presunzione bancaria, sottolineando che i versamenti effettuati sui conti correnti devono essere considerati reddito imponibile, a meno che il contribuente non riesca a fornire prove contrarie. Le sentenze confermano che questa presunzione si applica sia ai redditi d'impresa sia a quelli derivanti da lavoro autonomo, ampliando così il perimetro di controllo fiscale.

Le sentenze hanno anche chiarito che la cancellazione del termine compensi dalla normativa originale, avvenuta in seguito a una sentenza della Corte Costituzionale nel 2014, non implica la non applicabilità della presunzione bancaria ai prelievi. Al contrario, anche i prelievi devono essere giustificati dal contribuente, altrimenti vengono considerati come ricavi occulti.

Il conto corrente, oltre a essere uno strumento fondamentale per la gestione delle finanze aziendali, diventa anche un elemento chiave nelle indagini fiscali. L'Agenzia delle entrate può utilizzare i movimenti bancari per ricostruire il reddito di un contribuente e verificare la corrispondenza tra i dati dichiarati e quelli effettivi. I prelievi e i versamenti ingiustificati possono diventare la base per un accertamento induttivo, nel quale l'amministrazione finanziaria presume l'esistenza di redditi non dichiarati.