La sentenza della Cassazione rafforza il potere dell'Agenzia delle entrate di indagare su operazioni immobiliari che presentano anomalie.
La Corte di cassazione ha emesso una sentenza sui controlli fiscali sui mutui immobiliari, ponendo attenzione a quei casi in cui l'importo del mutuo supera il valore di acquisto dell'immobile.
La sentenza 18866 del 10 luglio 2024 ha consolidato un principio già noto ma spesso sottovalutato, che riguarda la legittimità dell'Agenzia delle entrate nel verificare eventuali discrepanze tra il mutuo erogato e il prezzo dichiarato di un immobile. Approfondiamo tutto:
La Corte di cassazione ha chiarito che quando si verifica una situazione in cui l'importo del mutuo è superiore al valore dichiarato dell'immobile, l'Agenzia delle entrate può presumere che ci siano delle irregolarità, come un accordo tra le parti non dichiarato (potenzialmente in nero) o una sottostima del valore reale dell'immobile per evadere parzialmente le imposte.
La sentenza della Cassazione si fonda sul principio delle presunzioni semplici previsto dall'articolo 2729 del Codice Civile. Secondo questo principio, l'Agenzia delle entrate può ritenere, in assenza di prove contrarie, che un mutuo superiore al valore dell'immobile possa indicare una forma di evasione fiscale. Avviene perché l’importo in eccesso rispetto al valore di acquisto potrebbe essere destinato a finalità non dichiarate o coprire pagamenti non registrati nell'atto di compravendita.
Nel caso esaminato dalla Suprema Corte, l'Agenzia delle entrate aveva rilevato una discrepanza tra il mutuo erogato e il valore dichiarato dell'immobile, elemento che ha portato a una presunzione di un accordo tra le parti per eludere il fisco. A questo punto, spetta al contribuente l’onere della prova, cioè dimostrare che non vi è stata alcuna irregolarità e che l'importo del mutuo è stato interamente destinato a scopi legittimi, come eventuali lavori di ristrutturazione o altre spese correlate all'acquisto.
La sentenza della Cassazione rafforza il potere dell'Agenzia delle entrate di indagare su operazioni immobiliari che presentano anomalie. Per i contribuenti significa che è fondamentale agire con la massima trasparenza nella gestione dei mutui e nella dichiarazione dei valori immobiliari.
Se si richiede un mutuo superiore al valore dell'immobile, è cruciale conservare tutta la documentazione giustificativa che possa spiegare l'eccesso, come preventivi per ristrutturazioni o spese accessorie legate all'acquisto.
In mancanza di documentazione adeguata, il contribuente rischia di essere oggetto di accertamenti fiscali con possibili sanzioni per evasione. La Corte di cassazione ha infatti ribadito che in caso di accertamenti basati su presunzioni semplici, l’Agenzia delle entrate può procedere alla rettifica delle dichiarazioni fiscali e al recupero delle imposte evase, lasciando al contribuente il compito di dimostrare la legittimità delle sue operazioni.
La giurisprudenza recente evidenzia un crescente rigore da parte dell’Agenzia delle entrate nei confronti delle operazioni immobiliari, soprattutto quando emergono discrepanze tra il mutuo richiesto e il valore dell’immobile. Questa attenzione è giustificata dalla necessità di contrastare l'evasione fiscale e garantire l'applicazione delle norme tributarie.