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Vertice di maggioranza ieri su Manovra Finanziaria: accordo su Isee prima casa e affitti brevi. E i punti ancora in discussione

di Marianna Quatraro pubblicato il
manovra finanziaria e vertice di maggior

Il vertice di maggioranza sulla Manovra Finanziaria 2026 accende il dibattito: si trovano intese su Isee prima casa e affitti brevi, ma restano punti caldi su coperture, banche, imprese e iter della legge di bilancio.

Il recente confronto fra le principali forze politiche di governo, svoltosi presso la sede istituzionale di Palazzo Chigi, ha rappresentato un momento strategico per il cammino della legge di bilancio per il 2026. La riunione, che ha coinvolto vertici del Consiglio dei Ministri e i rappresentanti di Camera e Senato, ha avviato una ricerca di sintesi sui temi più discussi nell’agenda finanziaria nazionale. Gli esiti hanno segnato una prima convergenza su aspetti molto attesi e divisivi: nuovi parametri per gli affitti a breve termine, rivalutazione delle soglie Isee per la casa di abitazione e modifiche alla disciplina fiscale dei dividendi. Tuttavia, come spesso accade in fasi così delicate, alcune questioni restano aperte: la ricerca di coperture, il destino dei principali emendamenti e i tempi tecnici per l’approvazione definitiva.

Affitti brevi: nuove regole e impatto fiscale nella Manovra 2026

Il tema degli affitti brevi è tornato al centro del dibattito parlamentare, in risposta a un mercato in rapida evoluzione che pone interrogativi sia fiscali sia sulla sostenibilità urbana. La bozza di manovra, rielaborata dopo confronti serrati, prevede che la cedolare secca rimanga al 21% per il primo immobile dato in locazione, un punto saldo difeso trasversalmente dalla maggioranza. Il prelievo fiscale si innalza, invece, al 26% solo a partire dal terzo appartamento locato a breve termine, superando così il precedente nodo sulla soglia (inizialmente collocata già al secondo immobile) e rispondendo alle richieste delle forze parlamentari più attente alla tutela dei piccoli risparmiatori.

Tale assetto mira a una differenziazione più equa tra chi mette sul mercato un’unica proprietà e chi gestisce portafogli immobiliari più ampi, avvicinandosi alla logica del reddito d’impresa per i grandi proprietari. La soglia esatta dalla quale scatteranno obblighi di natura imprenditoriale sarà oggetto di precisazione tramite i decreti attuativi, in modo da chiarire definitivamente la linea di confine tra semplice locazione e attività economica strutturata. Politici di primo piano, come il capogruppo di Fratelli d’Italia Lucio Malan e il senatore Maurizio Gasparri, hanno reso noti i punti essenziali della mediazione, sottolineando la volontà di proteggere la casa come bene principale, senza però escludere una revisione in presenza di dati aggiornati sulla diffusione del fenomeno.

Analizzando le implicazioni sul piano macroeconomico, la misura introduce un potenziale ampliamento della base imponibile per le attività intenzionalmente imprenditoriali, rafforzando l’obiettivo, caro all’esecutivo, di contrastare forme di elusione fiscale. La riformulazione delle aliquote può inoltre contribuire a rendere il settore immobiliare più trasparente e competitivo, evitando una penalizzazione indiscriminata dei piccoli proprietari. Le nuove disposizioni sono ancora soggette a concertazioni tecniche, ma si configurano come un passo significativo verso una regolamentazione più efficace degli alloggi turistici, considerati nei centri urbani strategici del Paese fonte di pressione sociale e tema caldo nell’opinione pubblica.

Esenzione Isee sulla prima casa: quali novità prevede la legge di bilancio

L’accordo raggiunto durante la fase di confronto interviene anche sull’annosa questione dell’Isee applicabile alla casa di residenza. Nella nuova proposta, si prevede l’ampliamento della franchigia per la prima abitazione: il valore catastale escluso dal calcolo passerà da 52.500 a 91.500 euro, con un incremento aggiuntivo di 2.500 euro per ogni figlio a carico oltre il primo. Queste soglie, valide per tutto il territorio nazionale ma pensate soprattutto per i grandi centri urbani dove il valore medio degli immobili è più elevato, producono un effetto di *alleggerimento per le famiglie* nell’accesso alle principali prestazioni sociali collegate all’indicatore economico equivalente.

L’esclusione fino a soglie aumentate dal computo Isee risponde a due esigenze chiare: da un lato, quella di adeguare la normativa ai cambiamenti intervenuti nello scenario immobiliare italiano, dall’altro la *volontà di evitare penalizzazioni alle famiglie attestate su redditi medio-bassi* ma residenti in zone in cui il mercato immobiliare ha subito forti rincari. Il nuovo meccanismo tenderà quindi, secondo le proiezioni tecniche, a render più equo l’accesso a benefit economici e sociali, come l’assegno di inclusione, il bonus asilo nido e l’assegno unico universale per i figli.

Sotto il profilo normativo, la revisione si inserisce in un contesto più ampio di riforme volte all’aggiornamento dei criteri Isee, nel rispetto delle indicazioni contenute nel D.Lgs. 109/1998 e dei successivi aggiornamenti. Il provvedimento, una volta convertito in legge, avrà effetto dal 1° gennaio 2026, con impatto misurabile sia sul numero dei beneficiari sia sull’ammontare delle risorse pubbliche destinate alle politiche sociali. Restano tuttavia in fase di approfondimento alcune specificità legate ai casisti particolari, che saranno oggetto di chiarimenti da parte del Ministero competente.

Emendamenti e punti ancora in discussione: coperture e tempi di approvazione

Nonostante i risultati concreti su affitti brevi e Isee della prima casa, il cammino della legge di bilancio è ancora segnato da fasi di incertezza e sfide tecniche. Una delle principali criticità riguarda la necessità di reperire oltre un miliardo di euro per finanziare le modifiche concordate. Questo obiettivo resta complesso: le coperture dovranno provenire da settori variegati e sono soggette al vaglio minuzioso del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In particolare, lo sforzo di razionalizzazione della spesa pubblica si accompagna all’ipotesi di tasse aggiuntive su specifiche categorie, tra cui banche e, in via sperimentale, possibili prelievi su alcuni beni di lusso e su pacchi provenienti da mercati extra-europei.

Il panorama degli emendamenti presentati in Commissione Bilancio mette in luce il dinamismo del confronto parlamentare. Dei circa 400 testi segnalati, ben 105 sono stati dichiarati inammissibili per mancanza di copertura finanziaria o estraneità di materia. Tra le proposte escluse figurano la cessione delle quote del Meccanismo Europeo di Stabilità per finanziare la riduzione della pressione fiscale e la proroga di alcune misure a favore delle lavoratrici. Altrettanto significativa la bocciatura degli emendamenti relativi al cosiddetto Piano Casa e ai rinnovi contrattuali agevolati con tassazione al 5%

Sul fronte delle tempistiche istituzionali, è fissato un percorso serrato: dopo il passaggio in Commissione, la discussione in Aula al Senato dovrebbe avvenire intorno alla metà di dicembre. La Camera dei Deputati riceverà la bozza definitiva solo successivamente, spostando l’approvazione finale, con ogni probabilità, a ridosso delle festività natalizie. Resta l’esigenza di perfezionare i dettagli delle coperture entro pochi giorni. Il clima parlamentare è descritto dai protagonisti come costruttivo, ma la notevole quantità di proposte e il volume delle richieste rendono necessario un ulteriore lavoro di riepilogo e sintesi. La rettifica o la sostituzione degli emendamenti sarà possibile secondo il principio “uno per uno”, in modo da mantenere la coerenza finanziaria dell’impianto normativo.

La questione dividendi e misure per le imprese nella nuova manovra

All’interno del vertice sono emersi ulteriori elementi di rilievo legati ai profitti da dividendi e agli strumenti di compensazione fiscale destinati alle aziende. L’articolo 18 della legge di bilancio prevede modifiche che riguardano la tassazione degli utili distribuiti dalle società, con una maggiore attenzione all’equilibrio tra gettito fiscale e sostenibilità del sistema produttivo. Parallelamente, prende corpo la possibilità di una compensazione più ampia per i contributi previdenziali versati dalle imprese, volta a mitigare l’onere che grava soprattutto sulle piccole e medie attività.

L’inserimento di queste misure nasce dalle richieste dei rappresentanti d’impresa e intende favorire una maggiore competitività, in una stagione in cui la pressione fiscale è percepita come ostacolo allo sviluppo e all’occupazione. Anche le forze dell’ordine sono destinatarie di interventi specifici, con un ampliamento delle risorse a disposizione per stipendi e sicurezza. Il quadro risultante è quello di una legge di bilancio che tenta di bilanciare esigenze di equità sociale, incentivi al lavoro e stabilità delle entrate pubbliche, confermando la centralità dell’ascolto delle parti sociali nelle scelte legislative attuali.

Aumento dell’Irap alle banche e la ricerca delle coperture finanziarie

Come già emerso nel dibattito tecnico, la necessità di incrementare le entrate ha portato i decisori pubblici a studiare un ritocco dell’Irap sulle banche. Il nuovo prelievo, destinato solamente agli istituti di grandi dimensioni, prevede l’innalzamento dello 0,5% dell’aliquota dell’imposta, con una stima di introito vicino ai 200 milioni di euro. Tale misura, oggetto di intensa trattativa fra Ministero dell’Economia e rappresentanti del settore creditizio, mira a evitare effetti distorsivi per i piccoli istituti grazie all’introduzione di specifiche franchigie.

Nonostante la portata contenuta dell’intervento, la manovra rivela chiaramente la fatica a individuare fonti di copertura alternative: la pressione sugli operatori finanziari risulta una scelta obbligata data la resistenza sull’inasprimento di altre tasse considerate più impattanti socialmente. Restano tuttora al vaglio ipotesi di prelievo su altre categorie e beni, come la tassazione dell’oro d’investimento e il tributo sui cosiddetti “pacchi” provenienti dall’estero che superano determinate soglie di valore.

Le scelte in materia sono state accompagnate dalla garanzia politica che ogni variazione fiscale sarà adottata solo con il coinvolgimento diretto degli operatori interessati, conferendo così maggiore affidabilità e condivisione al processo. Si tratta di una strategia che mira a rassicurare i mercati e i risparmiatori, riducendo l’incertezza in una fase di revisione complessa dei meccanismi di copertura finanziaria.



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