La web tax 2025 cambia il panorama fiscale digitale italiano, estendendo l'imposta anche a PMI e professionisti.
La Web Tax è un meccanismo fiscale introdotto per tassare i ricavi delle grandi aziende del settore digitale che operano in Italia senza una presenza fisica stabile. Con la manovra finanziaria del 2025, questa imposta sarà estesa anche a una platea più ampia di soggetti, includendo per la prima volta PMI)e professionisti informatici informatici.
Questo ampliamento della base imponibile segna un punto di svolta nella regolamentazione fiscale del settore digitale, mirando a garantire una tassazione più equa in un contesto economico in cui i servizi digitali stanno diventando sempre più centrali. Vediamo quindi:
Con la manovra del 2025, queste soglie verranno eliminate, ampliando il numero di aziende e professionisti tenuti al pagamento dell'imposta.
La novità della Web Tax 2025 è l’estensione dell'obbligo di pagamento alle piccole e medie imprese e ai professionisti informatici. Fino a questo momento, le PMI e i professionisti con un volume d’affari più contenuto erano esentati dalla tassa, ma con la nuova normativa, anche chi utilizza piattaforme digitali per generare ricavi - come freelance, agenzie di consulenza informatica, e-commerce e startup - sarà soggetto all'imposta .
L'obbligo riguarderà chi offre servizi digitali a clienti situati in Italia, anche se l'azienda o il professionista non ha una stabile organizzazione fisica sul territorio. Significa che anche operatori internazionali, ma con un forte mercato in Italia, saranno soggetti alla Web Tax. Tra i settori coinvolti troviamo aziende che gestiscono piattaforme di e-commerce, agenzie di pubblicità digitale, fornitori di servizi cloud e infrastrutture IT, professionisti che vendono servizi tecnologici o soluzioni ICT online
L'aliquota della Web Tax è fissata al 3% sui ricavi derivanti dalle attività digitali svolte in Italia. Questa aliquota si applica a numerose transazioni digitali, tra cui la pubblicità online, la vendita di dati degli utenti e le commissioni generate da piattaforme di intermediazione, come i marketplace.
Diversamente dalle imposte tradizionali che si basano sui profitti, la Web Tax prende in considerazione solo i ricavi lordi, il che significa che l'imposta viene calcolata senza tenere conto dei costi operativi sostenuti dall'azienda o dal professionista.
L’inclusione delle PMI e dei professionisti del settore ICT nella Web Tax ha sollevato diverse preoccupazioni. Le piccole imprese digitali, spesso già gravate da una forte pressione fiscale, vedono in questa nuova imposta un ulteriore ostacolo alla loro crescita. A differenza delle grandi multinazionali, molte di queste realtà hanno margini di profitto più ridotti e potrebbero trovarsi in difficoltà a gestire l’impatto di un’imposta basata sui ricavi lordi.
Pper il governo, l’obiettivo è creare un quadro fiscale più equo, garantendo che anche chi opera online contribuisca alla fiscalità del Paese in cui realizza i suoi guadagni.
Le piattaforme che permettono alle PMI e ai professionisti di generare ricavi in Italia, come Amazon, Google Ads e Facebook Ads, saranno soggette alla tassazione sulle transazioni generate all'interno del territorio italiano.
La Web Tax si applica a tutti i ricavi generati dai servizi digitali. Una volta identificati i ricavi imponibili, l'imposta del 3% viene applicata sull'intero importo. Le aziende e i professionisti saranno tenuti a versare l’imposta alle autorità fiscali italiane entro la scadenza stabilita, il 16 maggio dell'anno successivo alla generazione dei ricavi.