L’assegno di vedovanza spetta ai vedovi di un dipendente pubblico o del settore privato, che risultano inabili al lavoro o titolari di accompagnamento e che percepiscono la pensione di reversibilità.
A chi spetta l’assegno di vedovanza e come fare ad averlo? L’assegno di vedovanza è un trattamento economico assistenziale che viene erogato dall’Inps come integrazione della pensione di reversibilità a specifiche categorie di persone. Vediamo di chi si tratta nel dettaglio e di quanto è il suo importo.
L’assegno di vedovanza spetta ai coniugi superstiti nei casi di decesso dell’altro coniuge per sostenere chi si ritrova a vivere in condizioni economiche difficili a seguito della sua scomparsa ma solo a condizione di soddisfare determinate condizioni.
Secondo le norme in vigore, la misura vale solo per i vedovi di un dipendente pubblico o del settore privato, inabili al lavoro al 100% o che siano titolari di accompagnamento e che siano già titolari della pensione di reversibilità.
L’assegno di vedovanza si può avere solo presentando l’apposita domanda e non viene erogato in automatico alla morte del coniuge.
L’istanza deve essere presentata direttamente all’Inps, o in via telematica seguendo l’apposita procedura, o contattando il numero verde dell’Istituto di Previdenza, o rivolgendosi a Caf e Patronati e deve essere accompagnata da apposita documentazione che prevede:
La domanda deve essere accompagnata da quella per la pensione di reversibilità. Se la domanda non si presenta subito, si possono ricevere gli arretrati spettanti nel limite massimo di 5 anni.
Il pagamento dell’assegno di vedovanza avviene contestualmente alla rata di pensione di reversibilità spettante al coniuge superstite.
L'importo della prestazione varia in base al reddito annuo. In particolare:
Gli importi stabiliti vengono pagati per 12 mensilità
Secondo quanto stabilito, chi percepisce la maggiorazione di 52,91 euro può avere un aumento totale di 634,92 euro annui da aggiungere alla pensione di reversibilità spettante.
Per chi prende l’importo più basso di 19,59 euro, l’aumento annuo da sommare alla pensione di reversibilità percepita risulta di 235,08 euro.
Se, per esempio, un soggetto prende una pensione di reversibilità di 1.600 euro al mese, per 19.200 euro annui (da intendersi per 12 mensilità), ha diritto ad avere ulteriori 52,91 euro mensili.