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I diritti dei lavoratori in caso di infortunio sul lavoro nel 2025

L'infortunio sul lavoro è una delle circostanze più preoccupanti per datore e lavoratore. Ma quali sono i diritti garantiti a cui il dipendente può fare riferimento?

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
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I diritti dei lavoratori in caso di info

In caso di infortunio sul lavoro, ogni lavoratore possiede specifici diritti che tutelano la sua condizione. Comprendere questi diritti è essenziale per garantire la giusta protezione e il corretto risarcimento in queste circostanze. 

Cosa si intende per infortunio sul lavoro

Per poter classificare un evento come infortunio sul lavoro e accedere alle relative tutele, devono verificarsi specifiche condizioni. Innanzitutto, è necessario che si manifesti una causa violenta con un'azione che provochi un danno all'organismo del dipendente durante lo svolgimento dell'attività lavorativa ordinaria.

L'infortunio deve poi determinare una condizione di inabilità che può essere classificata come:

  • Inabilità permanente assoluta: quando l'infortunio determina l'impossibilità completa di svolgere qualsiasi attività lavorativa
  • Inabilità permanente parziale: quando si verifica una diminuzione superiore al 10% della capacità lavorativa
  • Inabilità temporanea assoluta: quando l'infortunio impedisce totalmente, per un periodo superiore a tre giorni, lo svolgimento del proprio lavoro

Un elemento determinante è la cosiddetta occasione di lavoro. Non è sufficiente che l'infortunio si verifichi durante l'orario lavorativo, ma deve sussistere un nesso causale diretto tra l'attività professionale svolta e l'evento dannoso. Devono essere presenti fattori ricollegabili all'attività lavorativa, elementi propri del lavoratore e componenti dell'apparato produttivo che creano un collegamento diretto tra mansione e infortunio.

Indennità e risarcimenti garantiti nel 2025

In seguito a un infortunio sul lavoro, il lavoratore ha diritto a ricevere specifiche compensazioni economiche. Per il 2025, la normativa prevede un sistema di indennizzi strutturato su più livelli:

  • Per il giorno dell'infortunio, il datore di lavoro deve corrispondere il 100% della retribuzione
  • Per i tre giorni successivi (periodo di carenza), il datore di lavoro è tenuto a versare il 60% dello stipendio
  • Dal quarto giorno, subentra l'INAIL che garantisce:
    • Il 60% dello stipendio medio giornaliero fino al 90° giorno
    • Il 75% della retribuzione dal 91° giorno fino al completo recupero e ritorno al lavoro

Nel caso di inabilità permanente, l'INAIL riconosce una rendita calcolata in base alla percentuale di riduzione della capacità lavorativa accertata e alla retribuzione percepita nell'anno precedente l'infortunio. Le tabelle di calcolo per il 2025 sono state aggiornate per garantire indennizzi più adeguati al costo della vita attuale.

Conservazione del posto di lavoro

Durante il periodo di assenza per infortunio professionale, il lavoratore gode della conservazione del posto di lavoro. Il contratto di lavoro viene temporaneamente sospeso ma non interrotto, e il dipendente mantiene il diritto di rientrare nella propria posizione una volta recuperata l'idoneità lavorativa.

Il periodo di conservazione del posto, noto come periodo di comporto, varia in base ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) applicati. Per il 2025, molti CCNL hanno esteso questo periodo per garantire maggiore tutela ai lavoratori infortunati, riconoscendo la necessità di tempi adeguati per il pieno recupero.

È importante sottolineare che il licenziamento durante il periodo di infortunio è considerato nullo, a meno che non sussistano altre giustificate cause non correlate all'infortunio stesso.

Assenza di obblighi di reperibilità

Un diritto importante per il lavoratore infortunato è l'esenzione dall'obbligo di reperibilità. A differenza di quanto avviene per la malattia comune, chi subisce un infortunio sul lavoro non è tenuto a rispettare le fasce orarie di reperibilità per eventuali visite di controllo.

Questo significa che il lavoratore non deve necessariamente rimanere presso il proprio domicilio negli orari in cui normalmente il medico dell'INPS effettua i controlli, che per i lavoratori privati sono dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00, mentre per i lavoratori pubblici dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00, inclusi sabato e domenica.

L'assenza di questo vincolo consente al lavoratore infortunato di potersi recare liberamente a visite mediche, terapie riabilitative o altre attività necessarie al proprio recupero senza il timore di incorrere in sanzioni.

Responsabilità del datore di lavoro

Quando un dipendente subisce un infortunio sul lavoro o contrae una malattia professionale, la responsabilità ricade principalmente sul datore di lavoro, che ha l'obbligo di garantire ambienti lavorativi sicuri e conformi alle normative sulla prevenzione degli incidenti.

Il datore di lavoro è tenuto ad adottare una serie di misure preventive e protettive, tra cui:

  • Implementazione di misure di emergenza per il primo soccorso e la lotta antincendio
  • Limitazione dell'utilizzo di agenti chimici, fisici e biologici potenzialmente dannosi
  • Manutenzione regolare di ambienti, attrezzature e impianti
  • Organizzazione del lavoro secondo principi ergonomici
  • Eliminazione o riduzione dei rischi nell'ambiente lavorativo
  • Programmazione efficace delle misure di prevenzione
  • Installazione di adeguati segnali di avvertimento
  • Fornitura di informazione e formazione ai lavoratori
  • Esecuzione periodica della valutazione dei rischi
  • Predisposizione di controlli sanitari regolari

Nel 2025, le normative sulla sicurezza sul lavoro prevedono sanzioni più severe per i datori di lavoro inadempienti, con l'obiettivo di ridurre l'incidenza degli infortuni professionali che, nonostante i progressi degli ultimi anni, continuano a rappresentare un problema significativo nel panorama lavorativo italiano.

Limiti alla responsabilità datoriale

Secondo quanto stabilito dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, la responsabilità del datore di lavoro può essere esclusa quando il comportamento del lavoratore assume caratteri di abnormità, inopinabilità ed esorbitanza rispetto al procedimento lavorativo standard e alle direttive ricevute.

In tali casi, se l'azione del dipendente si configura come causa esclusiva dell'evento dannoso, il datore di lavoro può essere esonerato dalle responsabilità. Tuttavia, questa esenzione è applicabile solo in circostanze eccezionali e non solleva il datore dall'obbligo di predisporre tutte le misure preventive necessarie.

Il ruolo dei CCNL nella tutela degli infortunati

I Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) giocano un ruolo determinante nella definizione delle tutele specifiche per i lavoratori infortunati. Nel 2025, esistono numerosi CCNL riconducibili a diversi macrosettori:

  • Agricoltura
  • Settore chimico
  • Industria meccanica
  • Tessile
  • Alimentare
  • Edilizia
  • Legno e arredamento
  • Poligrafici e spettacolo
  • Distribuzione, terziario e servizi
  • Trasporti
  • Credito e assicurazioni
  • Aziende di servizi
  • Istruzione
  • Sanità
  • Assistenza
  • Cultura
  • Enti e sindacati

Ciascun CCNL può prevedere integrazioni migliorative rispetto alle tutele minime stabilite dalla legge. Ad esempio, alcuni contratti collettivi garantiscono l'integrazione dell'indennità INAIL fino al 100% della retribuzione, oppure estendono il periodo di comporto per categorie di lavoro particolarmente usuranti.

È quindi essenziale che il lavoratore infortunato consulti il proprio CCNL per conoscere nel dettaglio le tutele aggiuntive a cui ha diritto nel 2025.

Procedure da seguire in caso di infortunio

Per garantire il pieno riconoscimento dei propri diritti, il lavoratore infortunato deve seguire una precisa procedura:

  1. Comunicazione immediata al datore di lavoro dell'infortunio subito
  2. Richiesta di assistenza medica presso il pronto soccorso o il medico competente
  3. Ottenimento del certificato medico che attesti la natura e l'entità dell'infortunio
  4. Verifica che il datore di lavoro abbia effettuato la denuncia di infortunio all'INAIL entro 2 giorni dall'evento (in caso di infortunio mortale o con pericolo di vita, la comunicazione deve essere immediata)
  5. Controllo della corretta trasmissione del certificato medico all'INAIL
  6. Sottoposizione alle visite mediche richieste dall'INAIL per valutare l'evoluzione dell'infortunio
  7. In caso di inabilità permanente, partecipazione all'accertamento del grado di invalidità per il calcolo della rendita

Per il 2025, l'INAIL ha semplificato alcune procedure attraverso la digitalizzazione dei servizi, permettendo di monitorare lo stato della propria pratica attraverso il portale online dell'istituto, accessibile con credenziali SPID o CIE.

Assistenza legale e sindacale

In caso di difficoltà nel riconoscimento dei propri diritti, il lavoratore infortunato può rivolgersi a diverse forme di assistenza:

  • Patronati: offrono assistenza gratuita per le pratiche INAIL e possono rappresentare il lavoratore
  • Sindacati: forniscono consulenza sui diritti previsti dal CCNL e supporto nelle eventuali controversie
  • Avvocati specializzati in diritto del lavoro: necessari in caso di contenziosi legali con il datore di lavoro o con l'INAIL

È importante sottolineare che nel 2025 i termini di prescrizione per il riconoscimento dell'infortunio sul lavoro sono di tre anni dalla data dell'evento, mentre per le azioni di risarcimento del danno nei confronti del datore di lavoro il termine prescrizionale è di dieci anni.

L'assistenza qualificata è particolarmente importante nei casi di infortuni gravi che possono determinare postumi permanenti o quando il datore di lavoro non adempie correttamente ai propri obblighi di legge.

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