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I genitori devono aiutare obbligatoriamente un figlio divorziato senza lavoro e casa

Quando un figlio adulto, dopo un divorzio, si ritrova senza lavoro e senza casa, quali sono i doveri dei genitori? Limiti, condizioni legali, diritto agli alimenti e interpretazioni della giurisprudenza italiana.

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
I genitori devono aiutare obbligatoriame

Nel sistema giuridico italiano, il tema dell’obbligo dei genitori nei confronti di figli adulti assume particolare rilevanza quando questi ultimi si trovino in condizioni di difficoltà, come avviene dopo una separazione coniugale e in presenza di problemi occupazionali e residenziali. Se da un lato il principio di autonomia personale impone al figlio maggiorenne di costruire un proprio percorso, dall’altro il sistema normativo interviene a tutela di situazioni di non autosufficienza effettiva, attribuendo ai parenti più prossimi specifici doveri nei confronti di chi versa in stato di bisogno e non può provvedere autonomamente ai propri bisogni elementari.

Obbligo di mantenimento: quando cessa per i figli maggiorenni

L’articolo 337 septies del Codice Civile sancisce che il genitore è tenuto a versare un assegno periodico anche ai figli maggiorenni che non siano economicamente indipendenti. Tuttavia, questa disposizione non si traduce in un obbligo illimitato nel tempo. La giurisprudenza italiana, in particolare con sentenze della Corte di Cassazione, ha precisato che il mantenimento spetta solo se il figlio dimostra di aver concretamente cercato un’occupazione adeguata alle proprie capacità e alla situazione del mercato del lavoro. L’interruzione dell’obbligo avviene quando il figlio, dopo aver completato il percorso di studi, non si attiva con diligenza per raggiungere un’indipendenza economica o mantiene comportamenti di inerzia ingiustificata.

  • Il diritto al mantenimento non dipende dall’età anagrafica, ma dalla condizione lavorativa e dallo sforzo compiuto dal figlio nel ricercare un impiego.
  • Resta ferma l’eccezione per i figli portatori di handicap grave, per i quali valgono le tutele previste per i minori.
  • Il genitore può chiedere la revoca o la modifica dell’assegno se la permanenza del figlio a carico non è più giustificata.

I figli che hanno formato un proprio nucleo familiare o sono divorziati non recuperano automaticamente il diritto al mantenimento; la normativa prevede strumenti di tutela differenti, esaminati nei paragrafi successivi.

Diritto del figlio divorziato disoccupato: mantenimento o alimenti?

Nel caso di un adulto disoccupato, separato o divorziato, la differenza tra mantenimento e alimenti è sostanziale. Il primo mira a garantire un tenore di vita equiparabile a quello goduto in famiglia, ma viene meno se il figlio ha cessato di far parte del nucleo familiare, specialmente in caso di matrimonio o divorzio. A questo punto, la protezione si sposta sull’istituto degli alimenti, previsto dall’articolo 433 del Codice Civile.

  • L’obbligo genitori si configura solo a livello alimentare, non più come mantenimento ordinario.
  • Gli alimenti vengono riconosciuti se il richiedente versa in stato di bisogno e non ha mezzi di sussistenza.
  • La misura della prestazione si limita a quanto strettamente necessario per la sopravvivenza: vitto, alloggio, cure indispensabili.

Quindi, la perdita del diritto al mantenimento non preclude del tutto la possibilità di ricevere un supporto, purché siano soddisfatte stringenti condizioni di bisogno. La tutela non è automatica: spetta al richiedente dimostrare l’assenza di fonti di sostentamento e la necessità di assistenza economica.

Condizioni per il diritto agli alimenti secondo la legge italiana

Perché i parenti siano tenuti alla corresponsione degli alimenti il beneficiario deve dimostrare uno stato di indigenza reale. La legge fissa precisi criteri:

  • Stato di bisogno: impossibilità di provvedere da sé ai bisogni primari di vita.
  • Impossibilità di ricevere aiuto da altri soggetti obbligati in ordine preferenziale: il genitore interviene solo se non vi sono figli o altri parenti che precedano nella graduatoria legale prevista dall’art. 433 c.c.
  • Possibilità economica dell’obbligato: il contributo non può compromettere la sua capacità di mantenimento personale e familiare.

La quantificazione dell’assegno alimentare non segue i principi che regolano il mantenimento, poiché mira esclusivamente a evitare uno stato di assoluta indigenza, adeguandosi alle reali risorse dell’obbligato e alle effettive necessità del beneficiario.

Ruolo del giudice e casistiche particolari: sentenze e interpretazioni rilevanti

Nel contenzioso riguardante l’obbligo dei genitori nei confronti del figlio divorziato, il giudice ha un compito centrale. L’analisi delle condizioni oggettive del richiedente e delle possibilità dell’obbligato viene svolta caso per caso, valutando:

  • L’effettivo stato di bisogno del figlio e la sua incapacità di trovare lavoro non per scelta propria ma per cause insormontabili.
  • Le comprovate risorse economiche dei genitori, anche in relazione al sostentamento di altri soggetti a carico.
  • Le sentenze della Corte di Cassazione hanno chiarito che il diritto agli alimenti sussiste solo in presenza di una situazione di emergenza reddituale, non di semplice disoccupazione o disagio materiale temporaneo.
Tipologia di obbligo Requisiti Durata
Mantenimento Dipendenza economica, percorso formativo in corso, sforzi per trovare lavoro Fino a raggiunta indipendenza
Alimenti Stato di bisogno assoluto, assenza di altri soggetti obbligati Finché persiste la necessità e la possibilità dell’obbligato

In definitiva, la normativa e la prassi giudiziale pongono limiti rigorosi alla possibilità di ottenere sostegno dai genitori dopo la fine del matrimonio e in assenza di autonomia, distinguendo chiaramente tra mantenimento e alimenti nel rispetto dei principi di responsabilità familiare.

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