Basta un ‘piccolo’ ritardo di 30 giorni nel pagamento del mantenimento sia a figli che ex moglie per chiedere direttamente al datore di lavoro il pignoramento dello stipendio o la pensione dell’ex: cosa prevede la norma
Il mancato versamento dell’assegno di mantenimento a favore di figli o dell’ex coniuge rappresenta una delle problematiche più frequenti nel diritto di famiglia. Il quadro normativo italiano tutela, in modo prioritario, i soggetti più vulnerabili dopo la separazione: minori e adulti privi di autonomia economica riconosciuta dal giudice. La normativa vigente prevede strumenti efficaci per garantire il diritto al mantenimento, tra cui il pignoramento diretto di stipendio o pensione. L’obiettivo principale delle recenti riforme è accelerare e semplificare il recupero delle somme dovute, assicurando tempestività e certezza dei pagamenti.
L’assegno di mantenimento è una misura economica stabilita in favore dei soggetti economicamente più deboli dopo la separazione o il divorzio. Questo contributo viene fissato dal giudice, valutando vari fattori, come la capacità contributiva, i bisogni dei figli o dell’ex coniuge e il tenore di vita goduto durante la convivenza. Hanno diritto a ricevere il mantenimento:
L’inadempimento all’obbligo di versamento del mantenimento produce serie conseguenze, sia in ambito civile che penale. Dal punto di vista civile, il creditore (che può essere l’ex coniuge o il genitore affidatario) può ricorrere a strumenti esecutivi quali:
La procedura di pignoramento diretto di stipendio o pensione per l' assegno mantenimento non pagato a figli o moglie può ormai scattare grazie alle innovazioni normative introdotte dalla Riforma Cartabia. In presenza di un provvedimento esecutivo che stabilisce l'obbligo di mantenimento (sentenza, ordinanza, accordo omologato), il creditore può procedere ad azioni dirette presso il datore di lavoro o ente pensionistico dell’obbligato. Questi sono i passi previsti:
Anche un decreto del Tribunale di Bologna del 12 luglio 2023 ha confermato che nel caso di ritardi di pagamento dell’assegno di mantenimento sia ai figli e sia all’ex coniuge, anche solo di 30 giugno, si può ricorrere direttamente al prelievo tramite datore di lavoro senza necessariamente rivolgersi al giudice.
Secondo quanto specificato dal Tribunale, la trattenuta e il relativo versamento devono avvenire dal primo mese successivo alla notifica, senza limiti percentuali massimi, quindi anche oltre il quinto della retribuzione se necessario a colmare il dovuto.
Ottenere il pignoramento diretto dello stipendio o della pensione per il recupero del mantenimento arretrato segue una procedura in step precisi che sono: