Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Assegno di mantenimento per i figli o l’ex coniuge non pagato, si puň far pignorare stipendio o pensione subito senza giudice

di Marianna Quatraro pubblicato il
Assegno mantenimento non pagato pignoram

Basta un ‘piccolo’ ritardo di 30 giorni nel pagamento del mantenimento sia a figli che ex moglie per chiedere direttamente al datore di lavoro il pignoramento dello stipendio o la pensione dell’ex: cosa prevede la norma

Il mancato versamento dell’assegno di mantenimento a favore di figli o dell’ex coniuge rappresenta una delle problematiche più frequenti nel diritto di famiglia. Il quadro normativo italiano tutela, in modo prioritario, i soggetti più vulnerabili dopo la separazione: minori e adulti privi di autonomia economica riconosciuta dal giudice. La normativa vigente prevede strumenti efficaci per garantire il diritto al mantenimento, tra cui il pignoramento diretto di stipendio o pensione. L’obiettivo principale delle recenti riforme è accelerare e semplificare il recupero delle somme dovute, assicurando tempestività e certezza dei pagamenti. 

Che cos’è l’assegno di mantenimento e chi ne ha diritto: figli ed ex coniuge

L’assegno di mantenimento è una misura economica stabilita in favore dei soggetti economicamente più deboli dopo la separazione o il divorzio. Questo contributo viene fissato dal giudice, valutando vari fattori, come la capacità contributiva, i bisogni dei figli o dell’ex coniuge e il tenore di vita goduto durante la convivenza. Hanno diritto a ricevere il mantenimento:

  • Figli minori
  • Figli maggiorenni non economicamente autonomi
  • L’ex coniuge privo di risorse adeguate a mantenere un tenore di vita analogo a quello precedente
L’importo dell’assegno viene calcolato bilanciando le esigenze del beneficiario con le possibilità economiche di chi è obbligato al pagamento.  Nel caso dei figli, il dovere di mantenimento permane fino al raggiungimento dell’autonomia economica.

L’inadempimento all’obbligo di versamento del mantenimento produce serie conseguenze, sia in ambito civile che penale. Dal punto di vista civile, il creditore (che può essere l’ex coniuge o il genitore affidatario) può ricorrere a strumenti esecutivi quali:

  • Pignoramento dello stipendio o della pensione
  • Pignoramento del conto corrente
  • Sequestro di beni immobili e mobili
  • Richiesta di modifica dell’importo presso il giudice.
Dal punto di vista penale, per il mancato pagamento anche di una sola mensilità è prevista la reclusione fino a 12 mesi o una multa fino a 1.032 euro. Nel caso in cui il comportamento sia reiterato, o i figli siano minori, le sanzioni possono essere particolarmente gravi e incidere anche sulla responsabilità genitoriale, comportando perfino la modifica delle condizioni di affido. 

Quando e come si può agire senza giudice: pignoramento diretto di stipendio o pensione

La procedura di pignoramento diretto di stipendio o pensione per l' assegno mantenimento non pagato a figli o moglie può ormai scattare grazie alle innovazioni normative introdotte dalla Riforma Cartabia. In presenza di un provvedimento esecutivo che stabilisce l'obbligo di mantenimento (sentenza, ordinanza, accordo omologato), il creditore può procedere ad azioni dirette presso il datore di lavoro o ente pensionistico dell’obbligato. Questi sono i passi previsti:

  • Notifica formale di costituzione in mora all’obbligato tramite legale
  • Decorso del termine (minimo 30 giorni) senza pagamento
  • Notifica al datore di lavoro del provvedimento giudiziale e della richiesta di trattenuta
Il datore di lavoro o l’ente pensionistico, ricevuta la notifica, è tenuto a versare direttamente la quota spettante al beneficiario dal mese successivo. Non è richiesta un’ulteriore autorizzazione giudiziaria, poiché la sentenza costituisce già un titolo esecutivo

Anche un decreto del Tribunale di Bologna del 12 luglio 2023 ha confermato che nel caso di ritardi di pagamento dell’assegno di mantenimento sia ai figli e sia all’ex coniuge, anche solo di 30 giugno, si può ricorrere direttamente al prelievo tramite datore di lavoro senza necessariamente rivolgersi al giudice.

Secondo quanto specificato dal Tribunale, la trattenuta e il relativo versamento devono avvenire dal primo mese successivo alla notifica, senza limiti percentuali massimi, quindi anche oltre il quinto della retribuzione se necessario a colmare il dovuto. 

Procedura per ottenere il pignoramento diretto: passi pratici e tempistiche

Ottenere il pignoramento diretto dello stipendio o della pensione per il recupero del mantenimento arretrato segue una procedura in step precisi che sono:

  • Invio della costituzione in mora: tramite avvocato, si invita formalmente l’obbligato a corrispondere le somme dovute. La lettera deve indicare in maniera dettagliata gli importi e il termine per adempiere (almeno 30 giorni).
  • Notifica del provvedimento esecutivo: decorso inutilmente il termine, il provvedimento del giudice (sentenza, accordo omologato) viene notificato, per il tramite del legale, al datore di lavoro o all’ente pensionistico.
  • Trattenuta diretta: dalla mensilità successiva alla ricezione della notifica, il datore o l’INPS trattiene gli importi direttamente in busta paga o pensione, versandoli al beneficiario fino al soddisfo totale del credito.
Le tempistiche sono estremamente ridotte rispetto alle procedure ordinarie: dal momento della notifica sono necessari circa 40-45 giorni per vedere il primo accredito, riducendo notevolmente i tempi di recupero. 
Leggi anche