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Quando ci sono molestie sul lavoro e come si configurano? I criteri stabiliti da normativa e CCNL 2025

Atteggiamenti e comportamenti sul posto di lavoro che possono configurarsi come molestie. Conseguenze e cosa prevedono leggi in vigore

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quando ci sono molestie sul lavoro e com

Le molestie sul posto di lavoro rappresentano una violazione della dignità personale e professionale del lavoratore, con ripercussioni significative sul benessere psicofisico dell'individuo. La normativa italiana, insieme ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, definisce con precisione quali atteggiamenti e comportamenti costituiscono molestie e quali strumenti di tutela sono a disposizione delle vittime.

Definizione di molestie sul lavoro secondo la normativa

In base alla normativa vigente, si configurano come molestie sul posto di lavoro tutte quelle condotte indesiderate, offensive e lesive della dignità di lavoratrici e lavoratori perpetrate dal datore di lavoro, superiori gerarchici o colleghi. Tali comportamenti possono manifestarsi attraverso molteplici modalità espressive, sia verbali che fisiche.

Il Codice Civile impone al datore di lavoro l'obbligo di garantire non solo l'integrità fisica, ma anche il benessere psicologico di ciascun dipendente, implementando tutte le misure necessarie per proteggere la persona nella sua globalità. Quando si verificano episodi di molestie, questa garanzia viene meno, configurando una violazione degli obblighi datoriali.

Specificamente, come evidenziato dai vari CCNL aggiornati al 2025, le molestie si caratterizzano per essere comportamenti indesiderati, spesso a sfondo sessuale, espressi in forma fisica, verbale o non verbale, che violano la dignità del lavoratore e creano un clima lavorativo intimidatorio, ostile, degradante o umiliante.

Tipologie e manifestazioni delle molestie nell'ambiente professionale

Le molestie sul lavoro possono assumere diverse forme ed esprimersi attraverso una varietà di condotte inappropriate. È importante riconoscere i segnali per poter intervenire tempestivamente. Tra i comportamenti che costituiscono molestie possiamo identificare:

  • Commenti indesiderati a sfondo sessuale: osservazioni inappropriate, battute a contenuto erotico o allusioni invadenti relative alla sfera intima della persona
  • Osservazioni sul fisico: commenti relativi alle caratteristiche fisiche o alle parti intime del corpo di una persona
  • Comunicazione non verbale molesta: sguardi insistenti, gesti allusivi o mimica facciale a connotazione sessuale
  • Contatti fisici non consensuali: dall'invasione dello spazio personale fino a vere e proprie aggressioni o violenze sessuali
  • Condivisione di materiale inappropriato: esibizione o diffusione di contenuti pornografici o sessualmente espliciti nell'ambiente lavorativo
  • Pressioni psicologiche: ricatti o richieste di prestazioni sessuali in cambio di favori lavorativi o per evitare conseguenze negative

In aggiunta alle molestie a sfondo sessuale, esistono altre forme di molestie sul lavoro, come quelle legate all'orientamento sessuale, all'identità di genere, all'etnia o alla religione, che possono manifestarsi attraverso discriminazioni sistematiche, esclusione sociale o microaggressioni verbali.

Le molestie sessuali, caratteristiche e specificità

Le molestie sessuali rappresentano una categoria specifica di molestie sul lavoro e indicano comportamenti a connotazione sessuale che risultano fastidiosi e offensivi per chi li subisce. Un aspetto fondamentale da sottolineare è che l'intenzionalità del molestatore non è rilevante ai fini della qualificazione della condotta come molestia.

Infatti, qualsiasi atteggiamento che risulti inappropriato, fastidioso e indesiderato nell'ambiente lavorativo può configurarsi come molestia sessuale, anche quando si tratta di attenzioni o lusinghe non gradite dalla persona destinataria. Le molestie sessuali non si limitano necessariamente a contatti fisici indesiderati, ma comprendono un ampio spettro di comportamenti, tra cui:

  • Commenti o allusioni a sfondo sessuale
  • Richieste esplicite o implicite di favori sessuali
  • Messaggi o comunicazioni di natura sessuale non sollecitati
  • Condivisione di immagini o contenuti a sfondo erotico
  • Contatto fisico inappropriato o invasivo

Un elemento centrale nella definizione di molestia sessuale è il carattere indesiderato del comportamento. Ciò che una persona potrebbe considerare innocuo o scherzoso, per un'altra può rappresentare una grave violazione dei propri confini personali e della propria dignità.

Il criterio della percezione soggettiva

La normativa attuale, confermata dai CCNL 2025, riconosce l'importanza della percezione soggettiva della vittima. In sostanza, è la persona che subisce il comportamento a stabilire se questo sia indesiderato e offensivo. Questo principio è fondamentale poiché pone al centro la dignità e l'autonomia dell'individuo nel definire i propri confini personali.

I tribunali italiani hanno progressivamente consolidato questo orientamento, riconoscendo che non esiste un criterio oggettivo universale per definire cosa costituisca molestia, ma che occorre valutare caso per caso, tenendo conto della sensibilità individuale e del contesto specifico in cui si verifica l'episodio.

Tutele legali in caso di molestie sul lavoro 

La normativa del 2025 è categorica nel vietare ogni forma di molestia sul luogo di lavoro. La legislazione italiana, in linea con le direttive europee, ha rafforzato progressivamente gli strumenti di tutela a disposizione delle vittime e le sanzioni per i responsabili.

Quando si verificano episodi di molestie, la persona che le subisce può agire legalmente non solo contro il diretto responsabile ma anche contro il datore di lavoro, qualora quest'ultimo non abbia adottato misure preventive adeguate o non sia intervenuto tempestivamente dopo la segnalazione dell'accaduto.

Un aspetto fondamentale previsto dalla normativa è la protezione del denunciante da eventuali ritorsioni. La lavoratrice o il lavoratore che decide di procedere in giudizio, esercitando il proprio diritto previsto dal Codice Civile, non può essere:

  • Sottoposto a sanzioni disciplinari
  • Demansionato o assegnato a mansioni inferiori
  • Licenziato per ritorsione
  • Trasferito senza il proprio consenso
  • Soggetto a qualsiasi altra misura organizzativa con effetti negativi sulle condizioni lavorative

Nel caso in cui il lavoratore che ha denunciato molestie venga licenziato, la normativa 2025 stabilisce il diritto al reintegro nel posto di lavoro e al risarcimento del danno subito, sia economico che morale. Tale risarcimento deve tenere conto non solo della perdita economica ma anche della lesione alla dignità personale e professionale.

Conseguenze legali per false denunce

È importante sottolineare che il sistema giuridico prevede anche tutele contro eventuali denunce infondate o strumentali. Se la persona che sporge denuncia per molestie sul lavoro ha consapevolmente fornito informazioni false, può incorrere in responsabilità penale per calunnia e diffamazione. Questo bilanciamento mira a tutelare sia le vittime effettive di molestie sia la reputazione di chi potrebbe essere accusato ingiustamente.

Quando la molestia si configura come reato penale

Alcune forme di molestie sul lavoro possono configurare veri e propri reati, con conseguenti procedimenti in sede penale. Un caso tipico è quello della violenza privata, che si configura quando la lavoratrice o il lavoratore viene ripetutamente posto nella condizione di dover cedere a determinate avances o pressioni, pena la perdita del posto di lavoro o altre conseguenze negative sulla propria carriera.

In questi casi, oltre alla responsabilità civile, si profila una responsabilità penale del molestatore, con conseguenze significativamente più gravi. Le condotte più invasive possono inoltre configurare i reati di:

  • Stalking occupazionale: quando le molestie si protraggono nel tempo, causando un perdurante stato di ansia o paura nella vittima
  • Violenza sessuale: nei casi più gravi in cui vi sia contatto fisico a sfondo sessuale contro la volontà della vittima
  • Lesioni personali: quando le molestie causano danni fisici o psichici clinicamente accertabili

La giurisprudenza più recente ha anche riconosciuto la configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia in ambito lavorativo, quando le molestie si inseriscono in un contesto di rapporti stabili e continuativi, caratterizzati da una componente affettiva e fiduciaria tipica degli ambienti lavorativi più coesi.

Le disposizioni dei CCNL 2025 in materia di molestie

I Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro aggiornati al 2025 hanno ampliato e specificato le tutele contro le molestie sul lavoro, integrando le disposizioni legislative con previsioni più dettagliate e adattate ai diversi settori professionali.

Molti CCNL contengono oggi una sezione dedicata specificamente alla prevenzione e al contrasto delle molestie, con definizioni precise dei comportamenti vietati e delle procedure da seguire in caso di segnalazioni. Tra le misure comunemente previste troviamo:

  • L'istituzione di sportelli di ascolto all'interno delle aziende
  • La nomina di figure di riferimento (counselor, consigliere di fiducia) a cui rivolgersi in caso di molestie
  • Procedure di segnalazione riservata che garantiscano la privacy del denunciante
  • Programmi di formazione e sensibilizzazione rivolti a tutti i dipendenti
  • Protocolli d'intervento standardizzati per gestire i casi segnalati

Particolarmente rilevanti sono le clausole che stabiliscono l'inversione dell'onere della prova in determinati contesti: una volta forniti elementi di fatto che facciano presumere l'esistenza di molestie, spetta al presunto responsabile dimostrare che i comportamenti adottati non costituiscono molestie.

Prevenzione e cultura aziendale

I CCNL 2025 pongono grande enfasi sulla prevenzione, riconoscendo che la creazione di un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo rappresenta lo strumento più efficace per prevenire episodi di molestie. In quest'ottica, molti contratti collettivi prevedono l'adozione di codici di condotta aziendali e l'implementazione di politiche di diversità e inclusione.

Alcune categorie di lavoratori, come apprendisti, stagisti o lavoratori in prova, godono di tutele rafforzate, in considerazione della loro maggiore vulnerabilità derivante dalla precarietà della posizione lavorativa.

Cosa fare in caso di molestie sul lavoro

Se si è vittima di molestie sul posto di lavoro, è essenziale seguire alcuni passaggi per tutelare i propri diritti e la propria dignità personale:

  1. Documentare gli episodi: annotare data, ora, luogo, persone presenti e descrivere dettagliatamente l'accaduto. Se possibile, conservare messaggi, email o altri elementi che possano costituire prova
  2. Comunicare chiaramente il dissenso: quando possibile e sicuro, esprimere in modo inequivocabile che il comportamento è indesiderato e offensivo
  3. Informare l'azienda: segnalare formalmente l'episodio alle figure preposte (ufficio risorse umane, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, consigliere di fiducia)
  4. Rivolgersi a un sindacato: chiedere supporto e consulenza alla propria organizzazione sindacale
  5. Consultare un legale specializzato: valutare con un professionista le azioni legali più appropriate
  6. Sporgere denuncia: nei casi più gravi, presentare denuncia alle autorità competenti

È importante ricordare che la normativa 2025 prevede anche la possibilità di rivolgersi alle Consigliere di Parità, figure istituzionali presenti a livello provinciale e regionale con il compito specifico di contrastare le discriminazioni e le molestie sul lavoro, in particolare quelle basate sul genere.

Gli strumenti di prevenzione nelle aziende

Le aziende più attente al benessere organizzativo hanno implementato, in accordo con quanto previsto dalla normativa e dai CCNL 2025, una serie di strumenti preventivi per ridurre il rischio di molestie:

  • Valutazione dei rischi psicosociali: includere nella valutazione dei rischi aziendali anche quelli legati alle molestie e allo stress lavoro-correlato
  • Codici etici e di condotta: adottare linee guida chiare sui comportamenti accettabili e inaccettabili
  • Formazione obbligatoria: organizzare corsi di sensibilizzazione sul tema per tutti i dipendenti, con particolare attenzione ai ruoli dirigenziali
  • Canali di segnalazione anonimi: implementare sistemi che permettano di segnalare episodi problematici senza timore di ritorsioni
  • Monitoraggio del clima aziendale: condurre regolarmente indagini sul benessere organizzativo per intercettare precocemente eventuali problematiche

Le aziende che adottano un approccio proattivo alla prevenzione delle molestie non solo riducono il rischio di contenziosi legali, ma creano ambienti di lavoro più sani e produttivi, con benefici tangibili in termini di engagement, riduzione dell'assenteismo e miglioramento delle performance individuali e collettive.

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