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Se faccio fare un lavoro in nero in casa, cosa rischio se idraulico, elettricista o altro professionista viene scoperto da Finanza

Quali sono i rischi che si corrono se si fa svolgere un lavoro in nero ad un professionista a casa: le sanzioni previste

Autore: Marcello Tansini
pubblicato il
Se faccio fare un lavoro in nero in casa

L’ingresso di un idraulico, elettricista o altro professionista in casa per svolgere lavori può sembrare una semplice routine. Tuttavia, la scelta di affidare tali interventi senza un contratto regolare espone sia il committente sia il lavoratore a rischi legali e patrimoniali rilevanti.

La diffusione dei lavori in nero di professionisti in casa, infatti, alimenta un fenomeno che la legge italiana contrasta con sanzioni sempre più severe. 

Definizione di lavoro in nero e normative di riferimento per i lavori in casa

Il lavoro in nero inquadra tutte le prestazioni lavorative svolte senza regolare contratto e senza le comunicazioni obbligatorie agli enti previdenziali e assicurativi.

In ambito domestico, ciò si manifesta frequentemente con l’assunzione irregolare di professionisti, idraulici, elettricisti, manutentori. che operano senza emissione di fattura o ricevuta.

Le normative di riferimento sono chiare: ogni rapporto di lavoro deve essere dichiarato al Centro per l'Impiego e, per i lavoratori autonomi e occasionali, deve avvenire l’apertura della posizione previdenziale e assicurativa presso Inail e Inps.

Le sanzioni per chi fa lavorare idraulici, elettricisti e professionisti in nero in casa

Il lavoro in nero, anche in casa, può comportare pesanti sanzioni amministrative e patrimoniali, che variano in base alla durata della prestazione, al numero di soggetti coinvolti e all’eventuale recidiva da parte del committente. In particolare, sono previste:

  • Sanzione base: da 1.800 fino a 46.800 euro per ogni singolo professionista impiegato in nero, aumentata in caso di prestazioni superiori a 60 giorni.
  • Sanzioni aggravate: del 20-30% in casi di recidiva o se il lavoratore coinvolto è straniero privo di permesso di soggiorno.
  • Sanzioni giornaliere: maggiorazioni di almeno 150 euro per ogni giornata di lavoro effettivo (settore domestico).

La responsabilità ricade su chi ordina e paga la prestazione in nero, anche come privato cittadino: non è necessaria un’attività imprenditoriale. Il committente dovrà anche regolarizzare retroattivamente i contributi previdenziali e assicurativi e, in caso di vertenza con il lavoratore, corrispondere eventuali differenze di retribuzione, ferie maturate o TFR. 

Per importi elevati o ripetuti episodi, il rischio si estende a sanzioni penali, specie se viene accertata indebita percezione di contributi fiscali o assistenziali da parte del professionista.

Le sanzioni sono ancora più gravi se si configura l’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con multe fino a 25.822 euro e pene di reclusione fino a quattro anni se il lavoratore è extracomunitario non regolare.

Cosa rischia il professionista scoperto dalla Guardia di Finanza a lavorare in nero

Quando un idraulico, elettricista o altro artigiano viene scoperto dalla Guardia di Finanza a prestare servizio in nero presso un’abitazione privata, può incorrere in diverse conseguenze:

  • Sanzioni amministrative: multe da 1.500 a 12.000 euro, aumentabili di 150 euro per ogni giorno di attività svolta in assenza di comunicazione ai centri previdenziali.
  • Inadempimento fiscale: obbligo di versare le imposte sui redditi non dichiarati e restituzione degli eventuali contributi previdenziali omessi, con l’aggiunta di interessi e sanzioni.
  • Danni previdenziali: mancata copertura INPS e INAIL, con conseguente assenza di diritto a pensione, indennità di disoccupazione (NASpI), maternità, ferie retribuite o tutela in caso di infortunio sul lavoro.

Responsabilità e rischi per il committente dei lavori domestici pagati in nero

Il privato che commissiona un lavoro domestico in nero deve essere consapevole di alcune conseguenze specifiche:

  • Nullità del rapporto: il contratto informale è privo di tutela giuridica; il committente non ha strumenti legali per rivalersi su difetti o danni causati dal professionista.
  • Impossibilità di detrazione fiscale: le somme pagate in nero non danno diritto alle agevolazioni (bonus ristrutturazioni, detrazioni 36-50%), che sono subordinate a regolare fattura e pagamento tracciabile.
  • Rischio patrimoniale: in caso di contestazione, il committente può essere obbligato a corrispondere nuovamente la somma per l’assenza di ricevuta che provi il pagamento; inoltre, sono possibili vertenze giudiziarie se il lavoratore pretende differenze retributive e contributi non versati, con la posizione del privato più debole.
  • Responsabilità per danni o infortuni: se il lavoratore subisce un incidente durante il lavoro in nero, il committente risponde personalmente dei danni civili e degli eventuali costi per cure mediche o invalidità, poiché manca la copertura assicurativa INAIL.

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