Il riconoscimento dell’invalidità e la possibilità di mantenere o intraprendere un’attività lavorativa dipende da una serie di norme e leggi volte sia alla tutela dei diritti delle persone con disabilità sia alla promozione dell’inclusione lavorativa.
Nel sistema pensionistico italiano le principali prestazioni per invalidità si articolano in tre categorie:
- Assegno ordinario di invalidità (AOI) – Trattamento previdenziale destinato ai lavoratori la cui capacità lavorativa, a causa di infermità fisica o mentale, sia ridotta in modo permanente a meno di un terzo. È accessibile a dipendenti privati, autonomi e parasubordinati iscritti all’INPS e ad alcune gestioni separate, previa maturazione di almeno cinque anni di contributi, di cui tre nell’ultimo quinquennio.
- Pensione di inabilità – Prestazione prevista per persone dichiarate totalmente e permanentemente inabili a qualsiasi attività lavorativa (invalidità pari al 100%). Richiede gli stessi requisiti contributivi minimi dell’AOI ma presuppone una totale incapacità lavorativa. L’erogazione è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi lavoro.
- Assegno mensile di assistenza (invalidità civile) – Prestazione assistenziale rivolta a soggetti di età compresa tra i 18 e i 67 anni con una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 74% e il 99%, riconosciuta da commissione medica. L’assegno è subordinato a limiti molto stringenti di reddito personale e al mancato svolgimento di attività lavorativa.
Se la pensione di invalidità è generalmente cumulabile, sia pure con riduzioni, con i redditi da lavoro, la pensione di inabilità esclude completamente la possibilità di lavorare.
Compatibilità tra pensione di invalidità e lavoro: chi può lavorare e in che modo
Le norme in vigore permettono di cumulare la pensione di invalidità con i redditi provenienti sia da lavoro dipendente che autonomo.
I titolari possono svolgere qualsiasi attività lavorativa, ma l’importo dell’assegno è soggetto a riduzioni se il reddito supera determinate soglie annue.
L'effetto che può avere sulla propria pensione di invalidità chi inizia a lavorare è quello di riduzione della prestazione a seconda del reddito percepito.
Il cumulo tra pensione di invalidità e redditi da lavoro è regolato da limiti progressivi che, una volta superate determinate soglie reddituali, riducono l’importo della prestazione. Per l’assegno ordinario di invalidità, le principali regole attualmente in vigore sono:
| Reddito da lavoro annuo |
Riduzione dell’assegno |
| Oltre 4 volte il minimo INPS (circa 31.537€ nel 2025) |
-25% |
| Oltre 5 volte il minimo INPS (circa 39.421€ nel 2025) |
-50% |
La quota di assegno eccedente il trattamento minimo subisce inoltre riduzioni aggiuntive:
- -50% per lavoro dipendente
- -30% per lavoro autonomo
Queste trattenute sono decurtate in busta paga dal datore di lavoro, se si è assunto con un contratto subordinato, o operate direttamente dall’INPS in caso di lavoro autonomo.
Lavoratore dipendente, autonomo, parasubordinato: impatto del tipo di contratto sulla pensione di invalidità
L’impatto del tipo di contratto sull’erogazione della pensione di invalidità riguarda principalmente la differente modalità di calcolo della riduzione, la gestione dei contributi e l’accesso ai benefici previdenziali, a seconda della posizione assicurativa:
- Lavoratori dipendenti: l’importo dell’assegno AOI è ridotto in base ai limiti di reddito previsti. La trattenuta sulla quota eccedente il minimo INPS avviene direttamente in busta paga. In caso di contratti part-time la decurtazione proporzionale avviene secondo il monte ore lavorate.
- Lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti): la percentuale di riduzione differisce, essendo fissata al 30% sulla quota eccedente il minimo. La gestione avviene tramite comunicazione reddituale annuale. Per i professionisti iscritti alla gestione separata valgono regole analoghe, con possibilità di computo unico dei contributi versati alle diverse casse.
- Parasubordinati e intermittenti: per chi rientra in queste categorie si applicano le stesse regole del lavoro autonomo, adattandosi alle specificità contrattuali e agli eventuali vincoli dei fondi previdenziali di riferimento.
Requisiti, procedimenti e documentazione per la richiesta e il mantenimento delle prestazioni
Per accedere alla pensione di invalidità è necessario un iter amministrativo specifico. Di seguito i requisiti e i principali passaggi:
- Requisiti sanitari: riconoscimento della percentuale di invalidità tramite commissione ASL/INPS. L’assegno ordinario richiede una riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo; la pensione di inabilità la totale e permanente incapacità. Per l’assegno mensile di assistenza occorre un’invalidità tra il 74% e il 99%.
- Requisiti contributivi: AOI e pensione di inabilità richiedono almeno 5 anni di contributi, di cui 3 nei 5 anni precedenti la domanda. Non sono richiesti contributi per le prestazioni assistenziali.
- Limiti reddituali e condizioni di inattività: per le prestazioni assistenziali occorre rispettare i parametri di reddito annuo aggiornati annualmente dall’INPS.
- Domanda e documentazione: la richiesta va presentata telematicamente all’INPS, allegando il certificato medico SS3. Dopo la domanda, una visita medico-legale valuta i requisiti sanitari. In caso di rinnovo dell’AOI o dell’assegno mensile, sono programmati ulteriori accertamenti periodici.