Il Ministero del Lavoro ha chiaramente spiegato che si ha diritto alla Naspi anche con licenziamento per giusta causa. Stando, infatti, a quanto chiarito, il diritto all’indennità di disoccupazione Naspi non decade per licenziamento per giusta causa e giustificato motivo, cioè se il dipendente viene licenziato per motivi disciplinari.
Il principale requisito per poter presentare domanda per l'indennità di disoccupazione Naspi è quello si essere in totale stato di disoccupazione per cause indipendenti dalla volontà del lavoratore, cioè per licenziamento o per dimissioni ma esclusivamente per giusta causa. Vediamo in questo pezzo se si ha diritto alla Naspi con licenziamento per giusta causa?
Il diritto alla Naspi per la disoccupazione si matura, secondo le leggi 2022, quando si rimane senza occupazione e se, al tempo stesso, si maturano 13 settimane di contributi negli ultimi 2 anni e si sono svolti almeno 30 giorni di lavoro effettivo nell’ultimo anno. Rimanere involontariamente senza lavoro per poter avere il diritto alla Naspi per la disoccupazione significa essere licenziati o lasciare il lavoro per dimissioni ma solo per giusta causa.
Con particolare riferimento al caso di licenziamento per giusta causa, il Ministero del Lavoro ha chiaramente spiegato che si ha diritto alla Naspi anche con licenziamento per giusta causa. Stando, infatti, a quanto previsto dalle leggi 2022, il diritto all’indennità di disoccupazione Naspi non decade per licenziamento per giusta causa e giustificato motivo, cioè se il dipendente viene licenziato per motivi disciplinari.
L’indennità di disoccupazione spetta, dunque, anche quando è il licenziamento deriva dal comportamento del lavoratore che porta il datore di lavoro a dover sciogliere il rapporto di lavoro. Anche in tali casi si può chiedere la Naspi per la disoccupazione all’Inps ma sempre a condizione di soddisfare anche i requisiti contributivi e temporali richiesti per legge.
Il licenziamento per giusta causa, che comunque permette di richiedere la Naspi per la disoccupazione e di avere, di conseguenza, il riconoscimento dei contributi figurativi, rientra tra le motivazioni del licenziamento disciplinare, quello a cui ricorre il datore di lavoro quando il dipendente assume un comportamento tale da non permettere la prosecuzione del rapporto di lavoro, per esempio se il lavoratore viole regole di comportamento aziendali e, per esempio, se si assenta ripetutamente senza giustificato motivo, se diffonde dati aziendali sensibili, se ruba sul posto di lavoro.
Rientrano nel licenziamento disciplinare sia il licenziamento per giusta causa, che viene comunicato senza alcun preavviso da parte del datore di lavoro, e sia il licenziamento per giustificato motivo, che deve essere comunicato al lavoratore rispettando i termini di preavviso stabiliti dai diversi contratti nazionali di lavoro e che si verifica quando il lavoratore commette violazioni non troppo gravi ma comunque tali da non permettere di continuare il rapporto di lavoro.
Possibilità di richiedere il sussidio di disoccupazione Naspi anche con ragionevole licenziamento: Spiegazione