Con l'avvento delle nuove tecnologie e delle app di messaggistica istantanea, come WhatsApp, le modalità di comunicazione tra datori di lavoro e dipendenti sono cambiate. Sempre più spesso le comunicazioni legate al lavoro avvengono tramite WhatsApp, che è diventato uno strumento rapido e immediato per scambiarsi informazioni, dare ordini e rispondere a richieste lavorative.
Rimane la domanda se queste comunicazioni siano legali e se le istruzioni o i comandi impartiti attraverso l'app abbiano valore formale e giuridico. Vediamo allora in questo articolo:
Indicazioni di lavoro su WhatsApp, si possono dare o no
Sono messaggi validi e legali i comandi di lavoro via WhatsApp?
Considerazioni pratiche da considerare
In linea generale, non esiste una normativa che vieti l’uso di WhatsApp o altre applicazioni di messaggistica per impartire indicazioni di lavoro. Dal punto di vista pratico, molte aziende e datori di lavoro utilizzano questa piattaforma proprio per la sua comodità e immediatezza, soprattutto nei contesti in cui è necessaria una risposta rapida o dove non è possibile utilizzare strumenti più formali come le email. Ma non esclude la necessità di chiarire alcune problematiche legate alla tracciabilità e alla formalità delle comunicazioni.
Le aziende, infatti, dovrebbero sempre considerare il rischio che le informazioni comunicate via WhatsApp possano non essere archiviate o che la loro validità possa essere contestata.
Questo strumento, essendo privato e meno regolamentato rispetto a sistemi aziendali ufficiali, potrebbe creare confusione in caso di verifiche o dispute legali. Ad esempio, la mancanza di un'archiviazione sistematica delle conversazioni può essere un problema in caso di controversie lavorative o richieste di prove documentali.
Sotto il profilo legale, i messaggi inviati tramite WhatsApp possono avere valore giuridico e quindi essere validi in determinate circostanze, ma è importante tenere presente che ogni situazione deve essere analizzata caso per caso.
Il Codice Civile prevede che i contratti e le comunicazioni possano avvenire anche tramite strumenti elettronici, purché ci sia un chiaro consenso da parte delle parti coinvolte. Di conseguenza, se i messaggi di WhatsApp vengono riconosciuti e accettati da entrambe le parti, potrebbero avere una valenza legale, soprattutto se si tratta di ordini o comunicazioni che non richiedono una forma specifica.
Per questioni più delicate o che necessitano di formalità, come le modifiche al contratto di lavoro, le disposizioni disciplinari o le comunicazioni ufficiali riguardanti ferie, malattie e permessi, è preferibile utilizzare strumenti più ufficiali come email certificate o lettere scritte. WhatsApp, non garantisce la stessa sicurezza giuridica in termini di prova, poiché le conversazioni possono essere modificate o cancellate, e non c’è un sistema standardizzato di conservazione delle comunicazioni.
Sebbene l'uso di WhatsApp possa risultare conveniente per le comunicazioni quotidiane, è consigliabile che le aziende definiscano delle linee guida interne sull’uso della messaggistica per finalità di lavoro. Questo include chiarire se WhatsApp può essere considerato un canale ufficiale di comunicazione e quali tipi di informazioni o ordini possono essere trasmessi attraverso questa piattaforma.
Meglio che i dipendenti siano consapevoli dell’utilizzo di questi mezzi e che le informazioni sensibili vengano trattate con canali più sicuri e formali, come email aziendali o piattaforme di gestione del lavoro .